Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La sentenza costituzionale 1/2014 dichiarò l'incostituzionalità della legge elettorale del 2005 a causa delle lunghe liste bloccate che non permettevano voti di preferenza.
  • La Corte ha sottolineato l'importanza che gli elettori possano conoscere e valutare i candidati individualmente, reintroducendo così il voto di preferenza.
  • Le liste bloccate erano criticate perché davano ai partiti il controllo sull'ordine dei candidati eletti, limitando la scelta degli elettori.
  • Nel 2015, una nuova legge elettorale fu introdotta solo per la Camera, mantenendo una base proporzionale ma assicurando la maggioranza assoluta alla lista vincente.
  • A differenza della legge del 2005, la nuova normativa non permetteva coalizioni di liste, destinando il premio alla singola lista vincente.

Dichiarazione d’incostituzionalità della legge elettorale del 2005

La sentenza costituzionale 1/2014 dichiarò l’incostituzionalità della legge elettorale del 2005. In primo luogo, essa abborrì il sistema mediante cui aveva luogo l’individuazione degli eletti, cioè attraverso lunghe liste bloccate (contenenti anche fino a una cinquantina di nomi), ossia secondo l’ordine di lista stabilito dai partiti.
Secondo la Corte, l’elettore doveva essere messo in condizione di «conoscere e valutare» i candidati individualmente, anziché essere costretto a votarli tutti in blocco votando per una lista: di qui l’incostituzionalità delle norme che non consentivano di esprimere una preferenza per i candidati al fine di determinarne l’elezione.

Così la Corte reintroduceva il voto di preferenza che era stato usato per l’ultima volta alla Camera nel 1992 e che al Senato non c’era mai stato.
Le liste bloccate erano uno degli aspetti più impopolari della legge elettorale del 2005 che, si diceva, privando l’elettore della facoltà di scelta, avrebbe prodotto un parlamento di nominati. Se di questo si può parlare, ma l’espressione è impropria (sempre di eletti si tratta), ciò derivava principalmente dalla possibilità prevista dalla legge di essere candidati anche in tutte le circoscrizioni: con liste bloccate e controllo delle opzioni di coloro che erano eletti in più circoscrizioni, i vertici dei partiti erano in grado di determinare, a posteriori, l’elezione di molti candidati preferendoli ad altri.

Un anno e mezzo dopo quella sentenza il Parlamento varò una nuova legge elettorale (l. 6 maggio 2015, n. 52). Essa riguardava solo la Camera, e non anche il Senato, nella prospettiva di una riforma costituzionale del sistema bicamerale (poi approvata dal Parlamento ma bocciata dagli elettori nel 2016. Anche la l. 52/2015 era una legge elettorale a base proporzionale di tipo majority-assuring, tale cioè da assicurare a chi vince le elezioni una maggioranza assoluta in seggi. Diversamente da quella del 2005, non erano permesse coalizioni di liste: il premio sarebbe andato alla singola lista vincente.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la principale critica della Corte Costituzionale alla legge elettorale del 2005?
  2. La Corte Costituzionale ha criticato il sistema delle lunghe liste bloccate che non permettevano agli elettori di esprimere preferenze individuali per i candidati, dichiarandolo incostituzionale.

  3. Quali erano le conseguenze delle liste bloccate previste dalla legge elettorale del 2005?
  4. Le liste bloccate privavano gli elettori della facoltà di scelta, portando a un parlamento di "nominati" e permettendo ai vertici dei partiti di determinare l'elezione di molti candidati.

  5. Come si differenziava la legge elettorale del 2015 rispetto a quella del 2005?
  6. La legge del 2015, a differenza di quella del 2005, non permetteva coalizioni di liste e garantiva una maggioranza assoluta in seggi alla singola lista vincente, riguardando solo la Camera.

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