Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Nel 1997, il decentramento delle funzioni amministrative ha aperto i servizi di collocamento anche agli enti privati, introducendo la concorrenza nel mercato del lavoro.
  • La "Legge Biagi" del 2003 ha ulteriormente ampliato l'accesso degli operatori privati ai servizi lavorativi, promuovendo un modello di apertura e concorrenza.
  • Il governo Renzi, attraverso il decreto legislativo 150/2015, ha innovato le politiche attive del lavoro, istituendo l'agenzia nazionale ANPAL e diverse agenzie decentrate.
  • La riforma del titolo V della Costituzione ha conferito alle regioni la potestà legislativa nella gestione del mercato del lavoro.
  • Le politiche attive del lavoro sono state integrate con il reddito di cittadinanza, coinvolgendo i beneficiari nell'occupabilità.

Decentramento delle funzioni amministrative del lavoro

In seguito all’emissione della sentenza della Corte di giustizia europea (1996) in materia di monopolio pubblico del collocamento, fu realizzato il decentramento delle funzioni amministrative legate ai servizi di collocamento. In particolare, già a partire dal 1997 venne garantita l’apertura dei servizi di collocamento anche agli enti privati. Il mercato iniziò dunque ad essere soggetto alla concorrenza tra servizi pubblici per l’impiego, presenti a livello provinciale ed enti privati, che attuano attività lavorative a scopo di lucro.

L’apertura dei servizi lavorativi ai privati divenne ancora più significativa e ampia nel 2003, mediante la pubblicazione della cosiddetta «Legge Biagi», così definita perché varata poco tempo dopo la morte del professore Marco Biagi (legge 276/2003). I primi articoli della stessa hanno favorito l’ingresso di operatori privati nel mercato del lavoro.
Tutti gli enti privati possono, previa autorizzazione, svolgere i servizi per il lavoro generalmente demandati agli enti pubblici. Il sistema delineato dalla legge Biagi è caratterizzato da apertura e concorrenza nel mondo del lavoro.
Una delle principali riforme del mondo del lavoro è avvenuta, negli anni recenti, per volere del governo Renzi, il quale ha innovato le politiche attive del lavoro, cioè la ricerca attiva dell’occupazione tramite il decreto legislativo 150/2015. Esso ha tentato di realizzare una vera e propria rivoluzione in materia di politiche attive, prevedendo l’istituzione di un’agenzia nazionale per il lavoro (ANPAL) e di una serie di agenzie decentrate.
Contestualmente alla creazione dell’ANPAL, la riforma del titolo V della Costituzione ha assegnato alle regioni (art. 117) la potestà legislativa in materia di organizzazione e gestione del mercato del lavoro.
Le politiche attive del lavoro sono state recentemente collegate al reddito di cittadinanza, i cui beneficiari sono anche tenuti a recepire le politiche attive del lavoro relative all’occupabilità.
L’espressione «mercato di lavoro» attiene a tutti i lavoratori in maniera indistinta. Questa precisazione risulta fondamentale perché è diffusa l’idea secondo cui essa riguardi esclusivamente i lavoratori maggiormente colpiti dalle fluttuazioni delle esigenze del mercato. Questa convinzione, però, è erronea: la stagnazione e la depressione del mondo del lavoro accomunano tutti i cittadini dell’Unione europea a prescindere dalle dinamiche lavorative in cui ognuno è proiettato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'impatto della sentenza della Corte di giustizia europea del 1996 sul mercato del lavoro in Italia?
  2. La sentenza ha portato al decentramento delle funzioni amministrative legate ai servizi di collocamento, aprendo il mercato alla concorrenza tra servizi pubblici e privati.

  3. In che modo la "Legge Biagi" del 2003 ha influenzato il mercato del lavoro?
  4. La "Legge Biagi" ha favorito l'ingresso di operatori privati nel mercato del lavoro, promuovendo un sistema caratterizzato da apertura e concorrenza.

  5. Quali sono state le principali innovazioni introdotte dal governo Renzi nelle politiche attive del lavoro?
  6. Il governo Renzi ha introdotto il decreto legislativo 150/2015, istituendo l'ANPAL e agenzie decentrate, e ha collegato le politiche attive del lavoro al reddito di cittadinanza.

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