francycafy93
Sapiens
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Concetti Chiave

  • Il contratto di lavoro a tempo determinato prevede un termine finale stabilito per la conclusione del rapporto lavorativo.
  • Grazie al Decreto legislativo 368 del 2001, questo tipo di contratto è stato liberalizzato, consentendo assunzioni temporanee per ragioni tecniche, produttive o organizzative.
  • È vietato utilizzare contratti a termine per sostituire lavoratori in sciopero o in caso di licenziamenti collettivi recenti nella stessa unità produttiva.
  • Il contratto può essere prorogato una sola volta se la durata iniziale è inferiore a tre anni, senza superare un limite totale di tre anni.
  • Il mancato rispetto delle regole di durata e proroga comporta la trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.

Indice

  1. Contratto a tempo determinato
  2. Proroga e trasformazione

Contratto a tempo determinato

Il contratto di lavoro a tempo determinato è il contratto in cui è stato prefissato un termine finale del rapporto di lavoro ( viene perciò chiamato anche contratto a termine). Il Decreto legislativo 368 del 2001, in attuazione della Direttiva europea numero 70 del 1999, ha liberalizzato il ricorso a questo tipo di contratto. Infatti, i datori di lavoro possono ora assumere dipendenti temporanei non già soltanto in alcuni casi tassativi, ma ogni qualvolta sussistano ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo secondo quanto stabilito dal Decreto legislativo 368 del 2001.

Il contratto di lavoro a tempo determinato è stato vietato soltanto quando e diretto a sostituire lavoratori in sciopero oppure quando nella stessa unità produttiva si sia proceduto nei sei mesi precedenti a licenziamenti collettivi o se vi è in corso una riduzione degli orari lavorativi, con mezza in cassa integrazione di lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si dice il contratto a termine.

Proroga e trasformazione

Il termine fissato nel contratto può essere prorogato una sola volta e soltanto quando il termine iniziale sia inferiore ai tre anni. La durata complessiva tuttavia non può essere superiore a tre anni. Se il datore di lavoro non rispetta queste regole, il contratto di lavoro si trasforma direttamente a tempo indeterminato.

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