Concetti Chiave
- Lo sviluppo del lavoro sul web ha facilitato nuovi modi di confronto tra datori e dipendenti, permettendo proteste più rapide ed efficienti.
- Piattaforme come Facebook e Instagram sono diventate strumenti cruciali per le lotte sindacali, favorendo l'ubiquità delle rappresentanze sindacali online.
- Il "netstrike" è una pratica recente che coinvolge l'occupazione simultanea di un sito web da parte di molti utenti, rendendolo inaccessibile.
- Il netstrike può essere considerato illegale ai sensi dell’art. 617 c.p., che sanziona l'interruzione fraudolenta delle comunicazioni informatiche.
- I lavoratori che partecipano a un netstrike rischiano di perdere il diritto alla retribuzione, destinata invece a un fondo di solidarietà.
Indice
Nuove forme di confronto
Lo sviluppo del lavoro sul web ha dato spazio a nuove forme di confronto fra datori e dipendenti. Esso consente anche di veicolare in modo più rapido e dinamico i conflitti collettivi: il 25 marzo 2020, ad esempio, è stato implementato un corteo digitale dei lavoratori contro l’epidemia Covid19. Il web ha consentito loro di esternare efficacemente la propria protesta contro il rallentamento delle attività produttive.
Ubiquità delle rappresentanze sindacali
Il lavoro digitale riesce a creare un’inedita ubiquità delle rappresentanze sindacali: così si affermano nuove forme di conflitto collettivo, sfruttando le potenzialità della rete internet e dei social network. Piattaforme come Facebook e Instagram si consolidano come luoghi efficaci presso cui alimentare e svolgere la lotta sindacale.
Proteste ingegnose e netstrike
Proteste e rimostranze sono fomentate in modi sempre più ingegnosi: negli anni recenti, ad esempio, si è diffusa la pratica del cosiddetto «netstrike». Questa si concretizza in una vera e propria occupazione di un sito web da parte di più utenti nello stesso momento, così da renderlo inaccessibile e inutilizzabile.
Conseguenze legali del netstrike
Il netstrike è perseguibile ai sensi dell’art. 617 c.p., il quale punisce chiunque intercetti fraudolentemente comunicazioni relative a un sistema informatico, le impedisca o ne causi l’interruzione. In alternativa, la fattispecie può essere qualificata come un picchettaggio. Nel diritto del lavoro il termine indica l’azione, promossa dai lavoratori di un’azienda, volta a impedire l’ingresso ai luoghi di lavoro durante lo svolgimento di uno sciopero. Infine, il netstrike può essere considerato un sabotaggio: si definisce tale ogni azione finalizzata a danneggiare l’azienda e i beni in essa presenti. I lavoratori responsabili del netstrike perdono il diritto alla retribuzione, la quale verrà devoluta a un fondo di solidarietà.
Domande da interrogazione
- Quali nuove forme di confronto sono emerse con lo sviluppo del lavoro sul web?
- Come si manifesta l'ubiquità delle rappresentanze sindacali nel contesto digitale?
- Quali sono le conseguenze legali del netstrike?
Lo sviluppo del lavoro sul web ha permesso nuove forme di confronto tra datori e dipendenti, come il corteo digitale dei lavoratori contro l'epidemia Covid19, che ha facilitato l'espressione rapida e dinamica dei conflitti collettivi.
L'ubiquità delle rappresentanze sindacali nel contesto digitale si manifesta attraverso l'uso di internet e social network come Facebook e Instagram, che diventano luoghi efficaci per alimentare e svolgere la lotta sindacale.
Il netstrike è perseguibile ai sensi dell’art. 617 c.p. per l'intercettazione fraudolenta o l'interruzione di comunicazioni informatiche, e può essere qualificato come picchettaggio o sabotaggio, con la perdita del diritto alla retribuzione per i lavoratori responsabili.