Concetti Chiave
- In passato, la legge distingueva tra figli legittimi, illegittimi e adulterini, legando la genitorialità al matrimonio.
- Prima del 1974, il matrimonio era indissolubile e gerarchico, con il padre che deteneva il potere sulla famiglia.
- I figli adulterini, considerati una contraddizione al matrimonio, potevano essere riconosciuti solo dalla madre.
- Nel 1975, una riforma abolì le categorie di figli illegittimi e adulterini, ma la distinzione tra figli legittimi e naturali rimase fino al 2012.
- Fino al 2012, i figli naturali avevano gli stessi diritti verso i genitori, ma non legami di parentela con i loro parenti.
Evoluzione della genitorialità legale
Per lungo tempo la legge ha operato una distinzione tra figli legittimi, figli illegittimi e figli adulterini. Prima degli anni settanta dello scorso secolo, la genitorialità non poteva esprimersi in modo legittimo se non in una famiglia fondata sul matrimonio. Prima della legittimazione del divorzio (approvata dagli italiani tramite il primo referendum abrogativo nel 1974) il matrimonio era indissolubile e basato sul primato gerarchico del capo famiglia. I genitori, dunque, non erano in posizione di parità: la potestà era quella del padre, che la esercitava anche sulla moglie e aveva il diritto di correggere il comportamento di figli e moglie qualora esso si discostasse dal modello di vita familiare da lui stabilito.
Distinzioni legali tra figli
I figli adulterini non erano semplicemente illegittimi (cioè concepiti al di fuori del matrimonio: essi erano i figli di genitori non sposati. Essi erano considerati una contraddizione vivente con lo stesso concetto di matrimonio: per questo motivo non potevano essere riconosciuti dal padre nemmeno se questi lo voleva. Essi potevano ottenere esclusivamente il riconoscimento da parte della madre, e avevano rapporti solo con lei perché la parentela sorgeva solo attraverso il matrimonio dei genitori. Nel 1975 venne attuata una riforma tramite cui furono abolite le categorie di figli illegittimi e adulterini. Fino al 2012 perdurò però la distinzione tra figli legittimi (nati nel matrimonio) e figli naturali (nati fuori del matrimonio). Nell’intervallo di tempo compreso tra il 1975 e il 2012 la legge sanciva che i figli naturali (prima definiti adulterini) avevano verso i loro genitori gli stessi diritti che avrebbero se i genitori fossero sposati. Essi, però, non potevano vantare alcun rapporto di parentela con i parenti dei loro genitori. Ciò era dovuto al fatto che, dal punto di vista giuridico, i vincoli di parentela sorgevano solo attraverso il matrimonio. Per esempio, due fratelli biologici nati da genitori non sposati non erano considerati fratelli dalla legge.
Domande da interrogazione
- Quali erano le categorie di figli riconosciute dalla legge prima della riforma del 1975?
- Come cambiò la legge sulla genitorialità nel 1975?
- Qual era la situazione giuridica dei figli naturali tra il 1975 e il 2012?
Prima della riforma del 1975, la legge distingueva tra figli legittimi, illegittimi e adulterini, con i figli adulterini che non potevano essere riconosciuti dal padre.
Nel 1975, una riforma abolì le categorie di figli illegittimi e adulterini, garantendo ai figli naturali gli stessi diritti verso i genitori come se fossero nati nel matrimonio.
Tra il 1975 e il 2012, i figli naturali avevano gli stessi diritti verso i genitori come i figli legittimi, ma non avevano rapporti di parentela con i parenti dei loro genitori, poiché tali vincoli sorgevano solo attraverso il matrimonio.