Concetti Chiave
- Gli stati rivoluzionari della Primavera araba, come Tunisia ed Egitto, hanno visto la caduta dei regimi grazie alle proteste del 2011, spesso sostenute dall'esercito.
- Nei paesi rivoluzionari, i cambiamenti hanno incluso riforme costituzionali, con la Tunisia che rappresenta il modello più democratico tra gli stati arabi.
- I cambiamenti radicali nei paesi rivoluzionari hanno comportato costi elevati, con sparizioni e violenze significative, come illustrato dal caso di Giulio Reggemi in Egitto.
- I paesi riformisti, come Marocco e Giordania, hanno promesso riforme costituzionali per calmare le proteste, mantenendo però l'essenza del potere sovrano intatta.
- I cambiamenti nei paesi riformisti sono stati principalmente teorici, introducendo diritti e corti costituzionali senza intaccare il potere dei sovrani.
Indice
Paesi rivoluzionari e cambiamenti
I Paesi coinvolti nella Primavera araba sono stati distinti in Paesi rivoluzionari, riformisti e resistenti.
Gli stati rivoluzionari (Tunisia, Egitto, Libia, Yemen e Algeria) sono stati così definiti perché le proteste alimentate dal 2011 hanno determinato la caduta del regime politico in essi vigente. In molti di questi Paesi i dittatori riuscivano a governare grazie all’appoggio dell’esercito (soprattutto in Algeria e in Egitto). I cambiamenti realizzati negli stati rivoluzionari hanno riguardato anche l’assetto costituzionale.
Nella maggior parte di questi Paesi, infatti, si sta attualmente cercando di adottare costituzioni che si discostino dal modello autoritario caratteristico nella penisola arabica: la costituzione tunisina rappresenta il modello più democratico tra quello presente negli stati arabi.
Conseguenze dei cambiamenti radicali
Questi cambiamenti radicali, purtroppo, hanno avuto un prezzo molto alto. Essi, infatti, furono contraddistinti da numerose sparizioni, prigionie e uccisioni. In particolare, in Egitto la situazione sfuggì di mano a tal punto che lo stato di terrore interessò anche coloro che giungevano nel territorio statale per motivi ricreativi, di lavoro o di studio (si pensi al caso di Giulio Reggemi).
Paesi riformisti e continuità
I paesi riformisti (Marocco e Giordania) sono caratterizzati da una fortissima continuità con il modello vigente in passato. In seguito all’inizio delle proteste, i leader allora al potere hanno promesso l’adozione di nuovi testi costituzionali e il riconoscimento delle libertà fondamentali. Questa contromisura ha smorzato di gran lunga l’effetto della rivoluzione. In pratica, però, i sovrani di Marocco e Giordania introdussero un ampio novero di prerogative democratiche (rafforzamento delle Corti costituzionali, riconoscimento dei diritti fondamentali, protezione del cittadino), senza tuttavia mettere assolutamente in discussione i poteri del sovrano. In sostanza, dunque, i cambiamenti sono stati più teorici che sostanziali.