Concetti Chiave
- L'articolo 2113 del Codice civile tutela i lavoratori subordinati e parasubordinati, simile al "diritto di ripensamento" per i consumatori.
- Le norme dello statuto dei lavoratori sono inderogabili, ma il Jobs Act ha permesso alcune deroghe attraverso accordi individuali tra datore e lavoratore.
- Il contratto collettivo ha forza di legge, rendendolo inderogabile e indisponibile come le norme legislative.
- La categoria di invalidità degli atti include nullità, annullabilità e inefficacia, richiedendo un'impugnazione da parte del lavoratore.
- Il lavoratore ha sei mesi per impugnare un atto e cinque anni per avviare un'azione legale, con decorrenza dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Articolo 2113 del Codice civile
La norma giuridica posta a tutela dei lavoratori subordinati e parasubordinati, costituita dall’articolo 2113 del Codice civile, è stata mutuata dal cosiddetto «diritto di ripensamento», che consente al consumatore di restituire entro un lasso di tempo (15 giorni) la merce acquistata, ottenendo la contestuale resa del prezzo.
Tutte le norme dello statuto dei lavoratori sono inderogabili, con particolare riferimento alle disposizioni relative ai controlli a distanza e ai poteri datoriali in generale.
Anche il contratto collettivo, pur essendo un atto di autonomia privata collettiva, ha, nei fatti, forza di legge. Esso, pertanto, ha la medesima efficacia normativa delle disposizioni di legge: entrambe sono inderogabili e indisponibili (contravvenzione rispetto ai canoni classici del diritto privato, che in via generale consentono un’ampia autonomia contrattuale).
La categoria dell’invalidità comprendere la nullità, l’annullabilità e l’inefficacia dell’atto. Il lavoratore è tenuto a impugnare l’atto dispositivo invalido: qualora il lavoratore indotto a consentire la deroga dei propri diritti, si mostra acquiescente, l’atto si consolida in maniera provvisoria. La legge consente peraltro al lavoratore un ampio lasso di tempo legato al diritto di ripensamento (più considerevole dei 15 giorni concessi al consumatore). Il termine di decadenza, in questo caso, è pari a sei mesi, che decorrono all dalla cessazione del rapporto di lavoro oppure da un momento successivo, nel caso in cui la rinuncia o la transazione è successiva all’estinzione del rapporto di lavoro. Egli ha inoltre 5 anni di tempo per esercitare l’azione legale.
Dunque, il termo di impugnazione è pari a sei mesi; il termine entro cui l’azione legale può essere presentata è di cinque anni.
Domande da interrogazione
- Qual è la funzione principale dell'articolo 2113 del Codice civile?
- Quali sono le disposizioni del Jobs Act in relazione all'articolo 2103 del Codice civile?
- Quali sono i termini per impugnare un atto dispositivo invalido secondo l'articolo 2113?
L'articolo 2113 del Codice civile protegge i lavoratori subordinati e parasubordinati, permettendo loro di impugnare atti dispositivi invalidi entro un certo periodo di tempo, simile al "diritto di ripensamento" dei consumatori.
Il Jobs Act ha introdotto la possibilità di accordi individuali tra lavoratore e datore di lavoro, innovando l'articolo 2103 del Codice civile che disciplina il potere direttivo del datore di lavoro.
Il lavoratore ha sei mesi per impugnare un atto dispositivo invalido e cinque anni per esercitare l'azione legale, a partire dalla cessazione del rapporto di lavoro o da un momento successivo.