Concetti Chiave
- La Repubblica riconosce il diritto al lavoro a tutti i cittadini, promuovendo le condizioni necessarie affinché sia effettivo.
- Ogni cittadino ha il dovere di contribuire al progresso della società attraverso un'attività o funzione scelta, sia materiale che spirituale.
- Nonostante l'assenza di punizioni per chi non lavora, il lavoro è considerato il diritto sociale più importante, essenziale per la protezione sociale.
- La Repubblica italiana è indivisibile, ma promuove le autonomie locali e il decentramento amministrativo per un maggiore controllo democratico.
- Le Regioni hanno potere legislativo su materie proprie, e la riforma del Titolo V del 2001 ha conferito autonomia sanitaria e finanziaria.
Il diritto al lavoro
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Si è discusso molto se mettere un dovere del lavoro ma alla fine si è giunti alla conclusione che tutti si giovano dello Stato e, di conseguenza, tutti devono fare la loro parte per come possono per restituirgli qualcosa sia in termini materiali che spirituali anche se non c’è punizione per chi non vuole o non può lavorare.
Il lavoro, però, è il più importante dei diritti sociali, riconosciuti dallo stato come forma di protezione sociale alla persona, e deve renderlo effettivo, facendo in modo che tutti i cittadini possano lavorare
Autonomie locali e decentramento
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Nasce dal compromesso tra i costituenti che sostenevano le autonomie locali (es liberale Einaudi) perché fonte di un maggiore controllo democratico dei cittadini sulle istituzioni e quelli che sostenevano la necessità di mantenere unito il paese (es liberale Nitti).
L’articolo afferma che in Italia non possono esserci secessioni ma tutela le autonomie locali.
Regioni, comuni e province
Regioni: istituite come corpi medi, sono dotate di potere legislativo su materie di propria competenza. Sono 20 quelle istituite per la prima volta nella Carta ma per quelle ordinarie le prime elezioni si tennero nel 1970
Comuni e Province: sono di antica esistenza e hanno autonomia amministrativa
La riforma del Titolo V del 2001 ha dato alle Regioni autonomia sanitaria e finanziaria: di bilancio e imposizione delle tasse.
Lo scopo del decentramento amministrativo è quello di soddisfare bisogni e caratteristiche dei territori locali ma prevale l’unità ed indivisibilità dell’Italia.
Domande da interrogazione
- Qual è il diritto fondamentale riconosciuto dalla Repubblica secondo l'Articolo 4?
- Come la Repubblica gestisce le autonomie locali secondo l'Articolo 5?
- Quali sono le competenze delle Regioni secondo la riforma del Titolo V del 2001?
L'Articolo 4 riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni per renderlo effettivo, sottolineando l'importanza del lavoro come diritto sociale fondamentale.
L'Articolo 5 afferma che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali, attuando un ampio decentramento amministrativo per soddisfare le esigenze locali, pur mantenendo l'unità e l'indivisibilità del paese.
La riforma del Titolo V del 2001 ha conferito alle Regioni autonomia sanitaria e finanziaria, permettendo loro di gestire il bilancio e l'imposizione delle tasse su materie di propria competenza.