Concetti Chiave
- L'arresto in flagranza e il fermo di indiziati devono essere comunicati e convalidati dall'autorità giudiziaria entro quarantotto ore.
- L'habeas corpus moderno impone la presentazione tempestiva del detenuto al giudice, con motivazione del provvedimento restrittivo.
- La Costituzione permette restrizioni alla libertà personale per motivi di sicurezza, sotto il principio di legalità.
- Le misure di sicurezza mirano a neutralizzare la pericolosità del soggetto e accompagnano le pene retributive.
- Le misure di prevenzione, a differenza delle misure di sicurezza, possono essere applicate senza il verificarsi di un reato precedente.
Arresto in flagranza e fermo di indiziati
Nelle ipotesi dell’arresto in flagranza di reato e del fermo di indiziati di reato (v. artt. 380-384 c.p.p.), la giurisprudenza ritiene necessario che queste siano immediatamente comunicate entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria» e convalidati dalla medesima nelle successive quarantotto ore, pena la revoca e la perdita d’efficacia (art. 13.3). È questa la versione moderna dell’habeas corpus (principio risalente in Inghilterra alla Magna Charta Libertatum del 1215 e riaffermato dall’Habeas Corpus Act del 1679): l’ordine impartito dal giudice all’autorità di polizia di presentargli, entro un termine perentorio, chi si trovi in stato di restrizione, indicando i motivi del provvedimento.
La garanzia della riserva di giurisdizione è corredata dal requisito della motivazione del provvedimento restrittivo, in attuazione del principio in base al quale «tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati» (art. 111.6); inoltre la persona colpita da misura limitativa della libertà personale può sempre ricorrere in cassazione «per violazione di legge» (art. 111.7).
La Costituzione consente anche restrizioni alla libertà personale giustificate da esigenze di sicurezza. Infatti, l’art. 25 contempla, accanto alle pene, le misure di sicurezza, sottoponendo anch’esse al principio di legalità. Le misure di sicurezza (detentive o non detentive: v. art. 215 c.p.) sono volte a neutralizzare la pericolosità del soggetto e svolgono perciò una funzione di difesa sociale. Si affiancano alle pene, nelle quali è preminente la funzione retributiva (siccome hai fatto questo, ti infliggo una certa pena). La pericolosità è tuttavia agganciata al fatto-reato dal quale è desunta.
Altra cosa sono le misure di prevenzione, previste dalle leggi di polizia. Anch’esse sono volte a impedire la commissione di reati da parte di soggetti ritenuti socialmente pericolosi, ma diversamente dalle misure di sicurezza prescindono da un precedente reato (sono ante o praeter delictum).