Concetti Chiave
- Il diritto dell'Unione Europea si applica direttamente tramite regolamenti e richiede adeguamenti per le direttive, disapplicando il diritto italiano incompatibile.
- Il principio del primato del diritto dell'Unione, stabilito dalla Corte di giustizia europea, prevale anche su disposizioni nazionali di rango costituzionale.
- In Italia, l'articolo 11 della Costituzione permette limitazioni di sovranità per trattati internazionali, incluso l'integrazione europea, senza necessità di revisioni costituzionali.
- La riforma costituzionale del 2001 ha introdotto riferimenti espliciti ai vincoli comunitari nell'articolo 117 della Costituzione italiana.
- Articoli come il 97 e il 119 della Costituzione sono stati modificati nel 2012 per includere riferimenti ai vincoli UE sulle politiche di bilancio.
Applicazione del diritto comunitario
Le autorità amministrative e giurisdizionali italiane applicano il diritto dell’Unione in parte direttamente (nel caso dei regolamenti), in parte previo adeguamento dell’ordinamento interno (nel caso delle direttive); e lo fanno disapplicando (o meglio: non applicando) il diritto italiano eventualmente incompatibile. Ciò in forza del primato del diritto dell’Unione, affermato dalla Corte di giustizia europea che lo considera un principio fondamentale insito nella specifica natura dei trattati.
In talune sue sentenze il primato delle norme Ue è fatto valere persino rispetto a disposizioni nazionali di rango costituzionale (ad esempio, rispetto a disposizioni della Costituzione tedesca, nella sentenza Tanja Kreil, causa C-285/98, del 2000). Tenuto conto che la nostra Costituzione prevede un sistema chiuso di fonti primarie e tenuto conto che l’Italia ha ratificato e dato esecuzione ai trattati dell’Ue con legge ordinaria (come qualsiasi altro trattato), la domanda è: com’è possibile tutto ciò dal punto di vista dell’ordinamento giuridico italiano?A differenza di gran parte degli stati membri nei quali si è proceduto a periodiche revisioni costituzionali, nel nostro paese si è affermata, con l’avallo della Corte costituzionale, un’interpretazione secondo cui l’art. 11 Cost. sarebbe sufficiente a consentire di stipulare trattati con cui ci si obbliga a limitazioni di sovranità. Quest’articolo recita così: «l’Italia... consente, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Il costituente in realtà non pensava all’integrazione europea (e neppure poteva dati i tempi); pensava piuttosto alle appena nate Nazioni Unite. Sta di fatto che l’aggancio all’art. 11 è parso sufficiente anche rispetto al notevole approfondimento dei vincoli europei, specie dopo il Trattato di Maastricht. Solo nel 2001, con la riforma del titolo V, è intervenuta una nuova formulazione dell’art. 117 Cost. che ha introdotto il riferimento ai «vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario» e menzionato per la prima volta in Costituzione l’Unione europea (v. anche artt. 97 e 119, modificati nel 2012, con specifico riferimento ai vincoli Ue alle politiche di bilancio).
Domande da interrogazione
- Come applicano le autorità italiane il diritto dell'Unione Europea?
- Qual è il ruolo dell'articolo 11 della Costituzione italiana nell'applicazione del diritto comunitario?
- Quali modifiche costituzionali sono state introdotte per riconoscere i vincoli dell'Unione Europea?
Le autorità italiane applicano il diritto dell'Unione Europea direttamente nel caso dei regolamenti e previo adeguamento dell'ordinamento interno nel caso delle direttive, disapplicando il diritto italiano incompatibile.
L'articolo 11 della Costituzione italiana consente di stipulare trattati che comportano limitazioni di sovranità, permettendo l'integrazione del diritto comunitario senza necessità di revisioni costituzionali.
Nel 2001, la riforma del titolo V ha introdotto nell'articolo 117 il riferimento ai vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario, menzionando per la prima volta l'Unione Europea nella Costituzione italiana.