Concetti Chiave
- Nel 2018, Governo e Parlamento hanno cercato un compromesso per stabilizzare i mercati finanziari e recepire le indicazioni europee.
- Si voleva evitare il ricorso all'esercizio provvisorio del bilancio per prevenire percezioni negative sui mercati finanziari.
- La Legge di bilancio 2019 ha visto un ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
- La minoranza parlamentare ha contestato il maxi-emendamento governativo con voto di fiducia e la compressione dei tempi di discussione.
- È stata lamentata la violazione delle prerogative parlamentari e dei principi costituzionali nei procedimenti legislativi.
Compromesso politico ed economico
Nel 2018 Governo e Parlamento cercarono di raggiungere un compromesso per recepire le indicazioni delle Istituzioni europee e stabilizzare i mercati finanziari in un momento di particolare tensione politica e economica, ed evitare così di ricorrere all’esercizio provvisorio del bilancio per timore che questo (benché in sé consista in un istituto giuridico assolutamente neutro dal punto di vista politico) potesse essere percepito negativamente dai mercati e avesse ulteriori negative ripercussioni sull’andamento dell’economia e del costo del debito pubblico italiano.
Conflitto di attribuzione
Addirittura proprio in occasione dell’approvazione della Legge di bilancio per il 2019, una minoranza parlamentare del Senato ha presentato un ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, lamentando che la pratica del maxi-emendamento governativo con voto di fiducia, insieme alla compressione delle tempistiche che era stata imposta alla discussione parlamentare in Commissione e in aula, avesse violato le prerogative del Parlamento, avesse cioè impedito ai senatori di partecipare consapevolmente alla discussione e alla votazione, in violazione dei principi costituzionali stabiliti in materia di procedimento di formazione delle leggi e di quello di leale collaborazione tra poteri.