Concetti Chiave
- La stipulatio poteva includere la causa nella formula, ma la mancanza di una causa necessaria poteva essere contestata tramite l'exceptio doli.
- Il pretore disciplinava i casi in cui una stipulatio valida secondo il ius civile mancava di una causa economico-sociale.
- La difesa della stipulatio prevedeva l'actio ex stipulato incerti per prestazioni indeterminate, mentre per prestazioni determinate si usava l'actio certae creditae pecuniae o la conductio certae rei.
- Il consenso delle parti era fondamentale per la validità della stipulatio, anche se la forma verbale era rigorosa.
- Nel 472, l'imperatore Leone ha reso la stipulatio più flessibile, permettendo l'uso di qualunque tipo di parole, non solo quelle solenni latine.
Indice
La stipulatio e la sua causa
Nulla impediva che la stipulatio fosse causale, perché le parti potevano concordare di fare menzione della causa nella formula stipulatoria. FU il pretore a disciplinare i casi in cui, pur in presenza di una pretesa validamente esperibile secondo il ius civile in quanto derivante da una stipulatio conclusa nel rigoroso rispetto della formula orale, mancava una causa, cioè una ragione economica-sociale in forza della quale si era conclusa la stipulatio stessa. In tali casi il pretore consentiva al promittente di paralizzare l’azione del reus stipulandi concedendogli l’exceptio doli.
La difesa della stipulatio
La difesa della stipulatio si attuava mediante la concessione dell’actio ex stipulato incerti quando la prestazione avesse ad oggetto un dare cose indeterminate o consistesse in un facere o in un non facere. Al contrario, quando la prestazione avesse ad oggetto un dare cose determinate, si poteva avere l’actio certae creditae pecuniae o la conductio certae rei.
Il consenso nella stipulatio
Sebbene la stipulatio fosse prettamente basata sulla forma (certa et solennia verba) il consenso delle parti era prerogativa fondamentale per la stipulazione di qualsivoglia contratto verbale. Pertanto, la formula stipulatoria era espressiva del consenso delle parti ed essa poteva operare i suoi effetti solo se impegnata in questa funzione. Sesto pedio scrisse che «anche la stipulatio che si perfeziona con la pronuncia di parole, se non contiene un accordo è nulla».
La riforma di Leone
Nel 472, l’imperatore Leone («ve lo ricorderete sicuramente perché si chiama come il figlio di Chiara Ferragni e Fedez!») ha deformalizzato la stipulatio, introducendo un principio in base al quale si poteva fare una stipulatio quibus qunque verbis (con qualunque tipo di parole): ciò determinò il venir meno della forma rigorosa della stipulatio, che non prevedeva più l’uso esclusivo di solenni parole latine.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo del pretore nella stipulatio quando mancava una causa?
- Come si difendeva la stipulatio in caso di prestazioni indeterminate?
- Quale cambiamento ha introdotto la riforma di Leone nella stipulatio?
Il pretore disciplinava i casi in cui mancava una causa economica-sociale nella stipulatio, consentendo al promittente di paralizzare l'azione del reus stipulandi tramite l'exceptio doli.
La difesa della stipulatio per prestazioni indeterminate avveniva tramite l'actio ex stipulato incerti, mentre per prestazioni determinate si utilizzava l'actio certae creditae pecuniae o la conductio certae rei.
La riforma di Leone nel 472 ha deformalizzato la stipulatio, permettendo di utilizzare qualunque tipo di parole, eliminando così la necessità di usare esclusivamente solenni parole latine.