Concetti Chiave
- Nel canto finale della Divina Commedia, Dante, guidato da san Bernardo, cerca la grazia di Maria per contemplare Dio nell'Empireo, meta ultima del suo viaggio spirituale.
- San Bernardo elogia Maria per la sua bontà e pietà, esaltandone il ruolo di mediatrice tra Dio e gli uomini, fondamentale per ottenere la visione divina.
- La preghiera esalta il paradosso dell'incarnazione di Cristo in Maria, sottolineando la coesistenza della sua verginità e maternità, un grande dogma della fede cristiana.
- Lo stile della preghiera di san Bernardo è caratterizzato da una sublime semplicità, ricca di figure retoriche, riflettendo la tradizione biblica nel comunicare verità supreme.
- Dante, pur giunto all'apice del suo viaggio, è ricordato nella sua umanità e vulnerabilità, con san Bernardo che prega per la sua forza contro le tentazioni terrene al ritorno sulla Terra.
Indice
L'Empìreo e la Grazia Divina
Siamo nell’Empìreo, il punto più alto del paradiso, sede di Dio e dei beati, qui disposti in forma di «candida rosa». Dante è sul punto d’immergere lo sguardo in Dio, ma è un uomo vivo e i suoi occhi non possono sostenere una simile visione: ha bisogno di una grazia speciale.
Prende allora la parola san Bernardo, guida di Dante in questa fase finale del viaggio: è lui a pregare la Vergine Maria, affinché chieda a Dio di concedere al poeta la suprema visione.
● Maria, mediatrice di ogni grazia;
● la grazia suprema: vedere Dio;
● il mistero dell’incarnazione.
● Terzine di endecasillabi a rima incatenata (schema:ABA BCB CDC ecc.).
La Preghiera di San Bernardo
Il viaggio di Dante è giunto vicinissimo alla mistica visione di Dio, che corrisponde, nella cultura medievale, al bene più alto concepibile. Il poeta però è un uomo vivo: per conquistare quella visione gli occorre una grazia speciale, che solo Maria – la mediatrice di ogni grazia divina – può concedergli. A pregare la Vergine, affinché interceda presso Dio per il poeta pellegrino è san Bernardo, terza e ultima guida di Dante nell’oltretomba. La sua preghiera può essere suddivisa in due momenti:
• l’elogio di Maria (vv. 1-21), in cui Bernardo loda la bontà e la pietà della Vergine per procurarsi la sua benevolenza;
• la supplica vera e propria (vv. 22-39), in cui Bernardo chiede a Maria di pregare Dio affinché conceda a Dante di contemplare il «sommo piacer» (v. 33). Al termine della preghiera, Maria esaudisce la richiesta rivolgendo un semplice sguardo all’«etterno lume» (v. 43).
Il Mistero dell'Incarnazione
Al centro della preghiera alla Madonna vi è un paradosso: la verginità di Maria convive con l’incarnazione, in lei, di Cristo, il «fattore» (Dio) che diventa «sua fattura» (Gesù). È il mistero dell’incarnazione, uno dei grandi dogmi della fede cristiana. E mentre Dio si fa creatura, il pellegrino Dante, all’opposto, supera la sua natura mortale, nel senso che dalla carne umana risale fino a Dio: è il movimento a cui alludono i versi 22-23 («Or questi, che da l’infima lacuna / de l’universo infin qui ha vedute»). Ma in nessuno dei due protagonisti viene negata l’umanità di partenza: in entrambi, al contrario, c’è il compimento dell’umanità. Maria non cessa in nessun momento di restare donna («Donna, se’ tanto grande », v. 13), creatura di questo mondo e madre. In particolare, nella terza terzina (vv. 7-9) san Bernardo (e Dante poeta, per bocca sua) esalta la dimensione materna di Maria, che è «ventre», calore (anzi, più concretamente «caldo»), e “germinazione” di vita.
L'Umanità e la Tentazione
Dante, il pellegrino che è salito fino all’Empìreo, dovrà presto ritornare sulla Terra: e lì sarà ancora sottoposto alla tentazione. Perciò san Bernardo prega Maria di conservare «sani, / dopo tanto veder, li affetti suoi» (vv. 35-36), affinché Dante non ceda alla superbia una volta tornato nel mondo dei vivi e possa vincere, con la protezione di Maria, i «movimenti umani» (v. 37), le passioni terrene. Neppure qui, nel più alto dei cieli, viene dimenticata l’umanità.
Stile e Semplicità della Preghiera
La preghiera di san Bernardo è, contemporaneamente, «umile e alta». La coppia di aggettivi con cui egli definisce Maria al verso 2 rispecchia anche lo stile delle sue parole, ispirate alla sublime semplicità della Bibbia. La preghiera è umile sia perché utilizza vocaboli abbastanza comuni (come «ventre», «caldo», «fiore», «fontana», «ali», «nube», «mani») sia perché riprende espressioni e immagini appartenenti al repertorio tradizionale delle lodi di Maria, come la fiaccola di carità (vv. 10-11) o la preghiera a mani giunte (v. 39). In effetti, non avrebbe senso rivolgersi alla Vergine con eccessiva dottrina o retorica: san Bernardo sta parlando con colei che nel Magnificat – la preghiera riferita dal Vangelo di Luca – loda Dio in quanto «ha rovesciato i potenti dai troni, ha esaltato gli umili». Lo stile umile di questa preghiera è però finalizzato a comunicare le supreme verità della fede cristiana; per questo motivo il linguaggio dell’orazione di san Bernardo non può essere affatto dimesso o trascurato. La semplicità del testo è solo apparente: si tratta di una semplicità costruita, frutto di una sapiente elaborazione letteraria. Incontriamo infatti numerose figure retoriche, che elevano lo stile.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Maria nell'Empìreo secondo il testo?
- Come si articola la preghiera di San Bernardo?
- Qual è il paradosso centrale nel Mistero dell'Incarnazione?
- Quali sono le preoccupazioni di San Bernardo riguardo al ritorno di Dante sulla Terra?
- Come viene descritto lo stile della preghiera di San Bernardo?
Maria è descritta come la mediatrice di ogni grazia divina, essenziale per concedere a Dante la visione suprema di Dio.
La preghiera si divide in due momenti: l'elogio di Maria e la supplica affinché interceda presso Dio per Dante.
Il paradosso è la convivenza della verginità di Maria con l'incarnazione di Cristo, Dio che diventa uomo.
San Bernardo prega affinché Dante non ceda alla superbia e possa vincere le tentazioni terrene con l'aiuto di Maria.
Lo stile è descritto come "umile e alto", ispirato alla semplicità della Bibbia, ma ricco di figure retoriche che elevano il testo.