Concetti Chiave
- Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265 da famiglia nobile guelfa, ricevette un'educazione raffinata frequentando le migliori scuole cittadine.
- Partecipò come soldato alla battaglia di Campaldino e, successivamente, si associò all'arte dei medici e speziali per entrare nella politica fiorentina.
- Nel 1300, come priore, tentò di moderare i conflitti tra le fazioni dei Bianchi e dei Neri esiliando i capi di entrambe, incluso l'amico Guido Cavalcanti.
- Condannato all'esilio nel 1302 per baratteria, cercò inizialmente di rientrare a Firenze con la forza, ma successivamente si distaccò da tali metodi.
- La sua poesia iniziale seguiva lo stile guittoniano, ma evolse verso il "Dolce stil Novo", caratterizzato da uno stile più dolce e leggiadro, influenzato da Guido Cavalcanti.
Infanzia e formazione di Dante
Nacque a Firenze nel 1265, da famiglia di piccole nobiltà guelfa. Le condizioni economiche della famiglia erano assai modeste, ma ciò non impedì al poeta di procurarsi una formazione raffinata e cavalleresca, frequentando le più importanti scuole fiorentine: fu elevato alla filosofia dai domenicani e dai francescani, alla retorica da Brunetto Latini, e divenne amico e compagno di studi e di vita culturale di Guido Cavalcanti e dei nuovi poeti stilnovisti.
Soldato della Lega guelfa, fu presente alla battaglia di Campaldino contro gli Aretini ed alla presa del castello pisano di Caprona.
Carriera politica e esilio
Dopo il 1295 fu permesso anche agli esponenti della nobiltà di accedere agli incarichi pubblici purché fossero iscritti ad un'arte; Dante con Guido si associò all'arte dei medici e speziali, così entrò nella scena politica.
Priore nel 1300 e si trovò ad esercitare direttamente il priorato nel bimestre 15 giugno – 15 agosto, in cui i dissidi tra Bianche e Neri sfociarono in lotta aperta: fedele al suo programma moderatore, egli mandò in esilio i capi delle due fazioni, tra cui lo stesso amico Guido Cavalcanti.
Dante era uno dei tra ambasciatori fiorentini inviati a Roma nel 1301 per placare il risentimento del pontefice (Bonifacio VIII); Carlo di Valois consegnò a tradimento la Signoria a Corso Donati, capo dei Neri; i capi dei Bianchi dovettero lasciare la città, Dante condannato (accusato di baratteria) a due anni di esilio, una multa ed alla esclusione dei pubblici uffici; non si presentò per accettare la pena e la condanna al rogo se fosse caduto in potere della Signoria (1302).
Vita in esilio e opere
Dapprima cercò, con altri fiorentini esiliati, di rientrare a Firenze con la forza, ma poi si staccò dai compagni di cui non approvava né i metodi né i progetti.
1304 Verona, Bartolomeo della Scala, 1306 Lunigiana presso i Malaspina, 1307 a Lucca, poi Arezzo, nel Cosentino ecc....
Le sue prime prove riprendono il modello Guittoniano e ne ripetono gli schemi psicologici convenzionali.
Clima spirituale del “Dolce stil Novo” si riflette nel sonetto “Guido, 'i vorrei che tu Lapo e io....”
La svolta implica l'adozione di uno stile diverso da quello guittoniano, uno stile “dolce e leggiadro”, la sintassi e il ritmo si fanno più piani e scorrevoli.
Influsso di Cavalcanti: morivo d'amore come tormento e sofferenza e sull'analisi esclusiva dell'io dolente.
Domande da interrogazione
- Quali furono le influenze principali nella formazione di Dante durante la sua infanzia?
- Come iniziò la carriera politica di Dante e quali furono le conseguenze delle sue azioni come priore?
- Quali furono le circostanze che portarono all'esilio di Dante?
- Come si evolse lo stile letterario di Dante durante il suo esilio?
Dante ricevette una formazione raffinata e cavalleresca, influenzato dai domenicani e francescani per la filosofia, da Brunetto Latini per la retorica, e fu amico di Guido Cavalcanti e dei poeti stilnovisti.
Dante entrò nella politica associandosi all'arte dei medici e speziali. Come priore nel 1300, mandò in esilio i capi delle fazioni Bianche e Neri, inclusi amici come Guido Cavalcanti, per mantenere la pace.
Dante fu inviato a Roma come ambasciatore nel 1301, ma fu tradito da Carlo di Valois e condannato a due anni di esilio e una multa per baratteria. Non accettò la pena e fu condannato al rogo se catturato.
Durante l'esilio, Dante si distaccò dallo stile guittoniano, adottando uno stile "dolce e leggiadro" del "Dolce stil Novo", influenzato da Cavalcanti, con un focus sull'analisi dell'io dolente e l'amore come tormento.