Concetti Chiave
- Dante Alighieri, cavaliere nella battaglia di Campaldino, era un importante esponente politico dei guelfi bianchi a Firenze, diventando Priore nel 1300.
- Durante il suo mandato, Dante esiliò vari capibanda, incluso l'amico Cavalcanti, e si oppose al controllo papale su Firenze, portando al suo esilio da parte dei guelfi neri.
- In esilio, Dante cercò di rientrare a Firenze ma fu condannato come barattiere; si dissociò dai guelfi bianchi e ghibellini per le loro azioni estreme contro la città.
- Durante l'esilio, Dante scrisse la Divina Commedia e sperava nel ritorno a Firenze con l'aiuto di Arrigo VII, ma il sogno fu infranto dalla morte prematura di quest'ultimo.
- Dante rifiutò un'amnistia umiliante e si proclamò "exul immeritus"; trascorse gli ultimi anni a Ravenna, morendo nel 1321 dopo un'ambasceria a Venezia.
Indice
- Dante e la Battaglia di Campaldino
- Carriera politica e fazioni a Firenze
- Esilio e opere di Dante
- Ultimi anni e famiglia di Dante
Dante e la Battaglia di Campaldino
In questo appunto di letteratura italiana viene descritto il percorso e l'orientamento politico definitosi nella figura di Dante Alighieri. Si descrive come Dante fosse cavaliere nell'ambito della celebre battaglia di Campaldino dove i guelfi si erano scontrati con i ghibellini. Si prendono in esame molti aspetti quindi dell'orientamento politico del grande poeta che realizzò la Divina Commedia.

Carriera politica e fazioni a Firenze
Dante Alighieri fu cavaliere durante la battaglia di Campaldino in cui i guelfi che comandavano Firenze combatterono contro i ghibellini di Arezzo. La sua carriera politica fu rapida: occupò diverse magistrature importanti e divenne Priore nel 1300; quel periodo fu critico perché la città era governata dai Guelfi ed era lacerata dalle lotte tra Guelfi bianchi e Guelfi neri. Dante faceva parte della fazione dei guelfi bianchi, l’amico Cavalcante invece era capobanda dei Guelfi bianchi.
Quando Dante era diventato priore, mandò in esilio tutti i capibanda dei suoi partiti, tra cui l’amico Cavalcanti che prese la malaria e morì a Sarzana (a nord di Lucca).
Dante Alighieri si recò a Roma per parlare con Bonifacio VIII che voleva sottoporre Firenze e la Toscana al controllo papale, quindi al pagamento delle tasse. Dante si oppose, mentre i guelfi neri favorirono il papa. Venne trattenuto a Roma con delle scuse; intanto Bonifacio VII mandò a Firenze Carlo di Valois, apparentemente come paciere, ma favorì la vittoria dei guelfi neri che mandarono in esilio i guelfi bianchi tra cui Dante (Dante fu condannato all'esilio per 17 anni).
Nel 1302 Dante provò a rientrare a Firenze, ma i guelfi neri lo condannarono come barattiere; in realtà Dante era innocente e cercò di dimostrarlo. Nel 1304 si unì ai Guelfi Bianchi e ai Ghibellini, ma poi si dissociò e rimase solo perché li riteneva scellerati, in quanto volevano incendiare Firenze che lui vedeva come madre.
Esilio e opere di Dante
Dante cominciò a chiedere ospitalità ai signori nell’Italia centro-settentrionale soprattutto a Verona (signoria degli Scaligeri) e a Ravenna.
Durante il periodo dell’esilio, Dante, ispirato soprattutto dalla credenza di essere investito da Dio della missione di ricondurre l’umanità alla salvezza, scrisse queste opere:
- Divina Commedia - Inferno (1307-1312)
- Divina Commedia - Purgatorio (1312-1316); ci dà la notizia della discesa di Arrigo VII in Italia. Dante lo incontrò e nutrì il sogno di poter rientrare a Firenze, ma gli si oppose la curia romana e Arrigo VII morì inaspettatamente a 25 anni con sua moglie.
- Divina Commedia - Paradiso(1316-1318)
Ultimi anni e famiglia di Dante
Nel 1315 Dante rifiutò un’amnistia che prevedeva il riconoscimento della propria colpevolezza ed un'umiliazione pubblica (doveva rientrare con il capo cosparso di cenere).
Si proclamò “exul immeritus” e non accettò compromessi. Anche i figli furono cacciati da Firenze; nel 1318 lo raggiunse Antonia che si fece suora prendendo il nome di Suor Beatrice. Pietro e Jacopo divennero commentatori della sua opera. La moglie Gemma non lo raggiunse mai, forse perché troppo arrabbiata per le dediche a Beatrice. Negli ultimi anni visse a Ravenna, presso i Da Polenta dove morì il 14 settembre 1321 di ritorno da un’ambasceria a Venezia.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo di Dante Alighieri nella Battaglia di Campaldino?
- Quali furono le conseguenze politiche per Dante dopo il suo incarico come Priore a Firenze?
- Come influenzò l'esilio la produzione letteraria di Dante?
- Quali furono le relazioni di Dante con la sua famiglia durante l'esilio?
- Dove trascorse Dante gli ultimi anni della sua vita e come morì?
Dante Alighieri partecipò come cavaliere nella Battaglia di Campaldino, dove i guelfi, di cui faceva parte, si scontrarono con i ghibellini.
Durante il suo incarico come Priore, Dante mandò in esilio i capibanda dei suoi partiti, tra cui l'amico Cavalcanti, e successivamente fu esiliato lui stesso dai guelfi neri.
Durante l'esilio, Dante scrisse la Divina Commedia, ispirato dalla sua missione divina di guidare l'umanità alla salvezza.
Durante l'esilio, i figli di Dante furono cacciati da Firenze e lo raggiunsero, mentre la moglie Gemma non lo seguì mai. La figlia Antonia divenne suora con il nome di Suor Beatrice.
Dante trascorse gli ultimi anni a Ravenna presso i Da Polenta e morì il 14 settembre 1321, di ritorno da un'ambasceria a Venezia.