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Concetti Chiave

  • "Vita Nova" is Dante's first organic work, highlighting his youthful innovation in style and was largely overshadowed by the "Commedia" but later gained recognition during the Romantic and Pre-Raphaelite movements.
  • The "Vita Nova," composed between 1293-1295, is the first example of a prosimetron in Italian, blending prose and verse to portray Dante's love for Beatrice, aimed at the "fedeli d'amore" of the Stilnovo.
  • The work is structured with 31 poems and 31 prose sections that provide context, episodes, and commentary, culminating in a promise for a future work to glorify Beatrice, later fulfilled in the "Commedia."
  • Major themes include Dante's love for Beatrice, the intertwining of love with reason and virtue, and symbolic elements like Beatrice's name, the number nine, and the color red representing theological virtues.
  • "Vita Nova" marks the invention of the Stilnovo and draws inspiration from Sicilian poets, Guittone, Guinizzelli, and Cavalcanti, as well as the autobiographical style of Augustine's "Confessions."

Indice

  1. L'opera giovanile di Dante
  2. Struttura e contenuto della Vita Nova
  3. Incontri e amori di Dante
  4. Modelli e ispirazioni di Dante
  5. Temi
  6. Stile e temi delle Rime
  7. Rime della maturità
  8. Tenzone e rime petrose
  9. Rime dell'esilio
  10. Epistole politiche di Dante
  11. Struttura e contenuto del Convivio
  12. Genere e lingua del Convivio
  13. De vulgari eloquentia e la lingua
  14. Struttura e contenuto del De monarchia

L'opera giovanile di Dante

È la prima opera organica di Dante, l'aggettivo nova sottolinea la giovane età dell'autore al componimento dell'opera e la novità stilistica del testo; non ebbe molta fortuna al suo tempo, offuscata dalla Commedia, ma fu riscoperta dal romanticismo e i preraffaelliti (pittori che si rifanno all’arte precedente a Raffaello Sanzio), dall’800/900 iniziò l’analisi approfondita del libro.

Alla fine del proemio Dante si riferisce all'opera chiamandola ‘libello’, dal latino libellus (libretto), in realtà per un'abitudine medievale il diminutivo - ello ha valenza neutra, ma potrebbe avere un valore vezzeggiativo.

Genere e lingua: La Vita Nova si presenta come una sorta di distillato poetico del ‘libro della memoria’ dal quale il poeta dice di attingere, è il primo esempio in volgare italiano di prosimetro (un testo in cui si alternano prosa e verso) e Dante attuò una selezione delle liriche composte fino a quel momento e le dispose in ordine cronologico a costruire un romanzo del suo amore per Beatrice. Dunque è concepita come un'autobiografia amorosa, indirizzata al pubblico formato dai ‘fedeli d'amore’, una selezionata élite di lettori e poeti dello Stilnovo

Struttura e contenuto della Vita Nova

Struttura: alternanza di 31 testi poetici e 31 parti in prosa; non tutte le liriche provengono dalla precedente attività poetica di Dante, alcune infatti sono scritte appositamente, il libro quindi racconta anche la storia della poesia dantesca. 

Le brevi prose tra le liriche servono a spiegare le circostanze della stesura di queste, a inserire episodi collocati tra esse, e a commentare i testi. 

L'opera si conclude con la promessa di un'opera futura nella quale parlerà in modo più degno di Beatrice, e nella quale spera di dire di lei ciò che non è mai stato detto di nessuna. Anni dopo infatti scriverà di lei nella Commedia, dove la santifica e la incontra nel Paradiso. 

Incontri e amori di Dante

Primi incontri con Beatrice: l’opera inizia con il primo incontro con Beatrice a 9 anni, segue col secondo a 18, in cui lei gli concede il suo saluto. La notte Dante sogna Amore che tiene la donna tra le braccia invitandola a cibarsi del cuore del poeta; al risveglio scrive del suo sogno in ‘A ciascun’alma presa e gentil core’

Le donne dello schermo: poiché una delle regole dell’amore cortese è nascondere l'oggetto del desiderio, Dante finge di non interessarsi di Beatrice, servendosi della cosiddetta ‘prima donna dello schermo’ (colei verso la quale il poeta finge di avere interesse), e poi si interessa a ‘la seconda donna dello schermo', ma le persone sparlano e Beatrice offesa gli toglie il saluto

L’episodio del ‘gabbo’ (scherno): Dante vuole manifestare il suo amore, ma trema alla presenza dell’amata e non riesce a parlare; per questo viene schernito da Beatrice

La poesia della lode gratuita: privato del saluto della donna, il poeta cade nella prostrazione e solo nel lodare la donna trova appagamento amoroso; apre la poesia della lode con ‘Donne ch’avete intelletto d’amore’

La morte di Beatrice e la missione di Dante: dopo la morte del padre dell’amata Dante si dispera perchè pensa che lei possa morire, egli si ammala e ha la visione della morte della donna, ma viene consolato da un ‘donna pietosa’; Beatrice muore davvero e il poeta parla della propria angoscia, non della sua morte effettiva. Dopo un anno, si sente confortato dal sentimento per una nuova donna, ma Beatrice gli appare e lo riporta sulla retta via dandogli la missione di esaltarla dicendo di lei ciò che non è mai stato detto di nessuna.

Modelli e ispirazioni di Dante

Modelli d'ispirazione: Per la parte poetica l'ispirazione è dai poeti siciliani, da Guittone, Guinizzelli e Cavalcanti, per l'autocommento dal modello provenzale, dove ai componimenti erano accostate le razos, prose che spiegavano il testo. Per l'impostazione autobiografica si ispira alle Confessioni di Sant'Agostino, per il prosimetro dal De consolatione philosophiae di Severino Boezio, per il tema del ‘libello’ dal De amore di Andrea Cappellano, e ha attinto dal dialogo De amicitia di Cicerone e dalla Sacra Scrittura

Vita Nova: segna l'invenzione dello Stilnovo, e ispira il Canzoniere di Petrarca

Temi

 

Storia dell’amore di Dante per Beatrice: 

Amore, per Dante è inscindibile sia dalla ragione sia dalla virtù, per mezzo della donna porta verso l'alto, è strumento di elevazione morale e spirituale

Valori simbolici, 3 elementi: il nome di Beatrice (‘colei che dispensa beatitudine’); il numero 9, che rappresenta la Trinità moltiplicata per sé stessa e conferisce un valore sacro alla vicenda; il rosso, colore dell'abito della donna, simbolo della carità, una delle virtù teologali (fede, speranza, carità) 

Da poetica del saluto dell'amata, che porta salvezza e beatitudine ed è per l'innamorato l'unica ricompensa alla sua fedeltà dell'amore che lei gli porta; a poetica della lode, da Guinizzelli, rappresenta la novità della Vita nova (perché gratuita): tessendo le lodi della donna, non si rivolge direttamente all’amata, ma a un pubblico di ‘esperti in cose amorose’, la donna non è fisicamente presente, tanto che nemmeno la morte impedisce il canto d'amore, l'elogio delle sue virtù è l'unica ricompensa che il poeta desidera e chiede. È un sentimento ormai completamente spiritualizzato

Stile: nelle liriche abbiamo uno stile ‘dolce’ stilnovista, con scelta di parole e suoni dolci, linguaggio scorrevole, sintassi semplice e lineare. La prosa è caratterizzata dalla presenza di parti poetiche più vaghe e indeterminate e parti esegetiche più strutturate e rigide.

Stile e temi delle Rime

Composizione: raccolta non organica di liriche dantesche che non confluirono né in Vita nova né in Convivio, di varia forma (canzoni, sonetti, ballate) degli anni 1282/83-1307/08; il titolo è convenzionale, attribuito dai critici, e secondo l'edizione critica di Domenico De Robertis, le liriche sicuramente attribuibili a Dante sono 73.

Struttura: suddivisione convenzionale in varie tipologie di Rime.

Stile: comprendono i testi dell’apprendistato poetico di Dante, di influenza cortese e guittoniana. Troviamo l'influenza di Cavalcanti a livello formale per la levigatura del lessico e i termini mutati della filosofia aristotelica, poi superato con la Vita Nova con la poesia della lode.

Temi: risentono dell'interpretazione tragico-dolorosa dell'amore di Cavalcanti; riprende il tema guinizzelliano dell'amore legato alla nobiltà morale e la donna come creatura angelica, e utilizza la poesia della lode.

Rime della maturità

 

Stile: rime della piena maturità dantesca, cannonate da sperimentalismo tematico, stilistico, metrico, che segna il superamento della poetica stilnovista

Tenzone e rime petrose

1293-1296, Tenzone con Forese Donati, episodio poetico in cui sperimenta il linguaggio tipico del filone comico e giocoso; è uno scambio di sonetti, 3 ciascuno, nei quali i 2 autori si scambiano pesantissimi insulti in un gioco poetico che riprende la pratica del vituperium medievale e provenzale. 

1296-1298, rime ‘petrose’, canzoni dedicate a una ‘bella petra’, una donna che rifiuta con durezza l'amore del poeta, che rappresentano un rovesciamento dello Stilnovo, poiché nei testi ci sono fantasie sessuali e violente con uno stile duro e aspro.

Rime dell'esilio

 

Temi: rime allegoriche e dottrinali, della fase lirica più matura sul piano concettuale; sono canzoni in origine destinate al Convivio, caratterizzate da temi civili e morali, in cui prevalgono gli accenti negativi. Tuttavia Dante non abbandona la poesia amorosa, nell'ultimo testo lirico, chiamato dall'autore ‘montanina’ e scritto prima di dedicarsi alla composizione del poema, tratta del dolore per un amore non ricambiato e dello struggimento per la lontananza di

Epistole politiche di Dante

13 lettere redatte in latino scritte da Dante nel corso della sua vita, di contenuti spesso politici:

Epistula V, indirizzata ‘ai Signori d'italia’, invita i detentori del potere ad accogliere la discesa di Arrigo VII di Lussemburgo e li esorta a sottomettersi alla sua autorità 

Epistula VI, lancia un violente attacco ‘ai fiorentini’ che si sono opposti all'imperatore 

Epistula VII, ‘ad Arrigo’ invita l'imperatore a non temporeggiare al nord Italia e a marciare contro Firenze

Epistula XI, ‘ai cardinali italiani’ chiede di eleggere un papa italiano

Epistula XII, ‘a un amico fiorentino’, piega i motivi del rifiuto dell'armistizio concesso da Firenze

Epistula XIII, ‘a Cangrande della Scala’, dedica la 3°cantica della Commedia e alcuni canti del Paradiso al signore di Verona; l’autenticità di questa lettera è messa in discussione e rappresenta un’importante chiave di lettura della Commedia, parla dell’argomento, le finalità, il titolo, lo stile e i temi.

Struttura e contenuto del Convivio

Composizione: 1303/04-1308, perché incompleto non lo rese mai pubblico, e ce ne fu una circolazione molto ristretta dopo la sua morte.

Struttura: è un’opera a carattere dottrinario, finalizzata alla divulgazione del pensiero filosofico, ed e’ inconclusa; il progetto originario prevedeva 15 trattati, uno introduttivo e 14 a commento ciascuno di una canzone. E’ quindi un prosimetro, ma sia nella parte in prosa, di carattere filosofico e scientifico, sia nei testi in versi (tutte canzoni) più impegnativi, si differenzia dalla Vita nova. Dante interrompe la composizione dopo il 4° trattato, probabilmente per la scrittura della Commedia.

I trattato: di carattere proemiale, l’autore spiega l’argomento dell’opera e il titolo; il Convivio è metaforicamente un banchetto nel quale sono servite delle vivande, cioè le canzoni, accompagnate dal pane, cioè il commento, che è diviso in 2 parti: la spiegazione letterale e poi allegorica del testo

II trattato: commenta ‘voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete’, che rappresenta il passaggio dalla Vita nova a Convivio, e tratta della passione per un'altra donna, che in realtà è la filosofia; infatti l’autore aveva iniziato a frequentare scuole filosofiche dopo la morte di Beatrice. 

Tratta la questione dei quattro sensi delle canzoni:

- letterale, si ferma al significato delle parole;

- allegorico, rivela i significati nascosti;

- morale, mostra l'insegnamento da trarre dal testo;

- anagogico, interpreta i fatti come verità spirituali.

III trattato: commenta ‘amor che nella mente mi ragiona’; la donna è metaforicamente la filosofia, ne loda l'amore per la sapienza e sottolinea i limiti umani nel cogliere il rapporto casuale dell’universo creato da Dio

IV trattato: commenta ‘le dolci rime d’amor ch’i’ solia’, non allegorica, tratta del tema della nobiltà (o gentilezza), che non dipende dal sangue perché è elargita da Dio ai singoli individui. Si presenta come confutazione di una tesi di Federico II, che sosteneva la nobiltà di sangue; secondo Dante l’autorità imperiale ha lo scopo di provvedere alla felicità terrena dell’uomo e perciò voluta da Dio.

Fonti: Il Convivio fu composto durante i primi anni dell'esilio, ed era difficile avere a disposizione per Dante i testi di cui necessitava per scrivere l'opera, a volte infatti cita le sue fonti a memoria. Si rifà alle ‘Confessioni’ di Agostino, per l’immagine personificata della filosofia al ‘De consolatione philosophiae' di Boezio, attinge alle ‘Etymologiae’ di Isidoro di Siviglia, allo ‘Speculum’ di Beauvais, al ‘Tresor’ di Brunetto Latini, e alla opere di

Genere e lingua del Convivio

Genere e lingua: prima prosa filosofica in volgare, è fondamentale per la maturazione del pensiero dantesco e affinamento del volgare.

La novità del Convivio è l'uso del volgare per scrivere un'opera filosofica, perché secondo Dante, riprendendolo da Aristotele, tutti gli uomini desiderano sapere, poiché la filosofia rappresenta la perfezione dell'anima. Dante vuole raggiungere un pubblico più vasto; i destinatari della sua opera sono le classi elevate della società, persone spiritualmente nobili, la borghesia cittadina e anche le donne.

Stile: Sintassi rigorosa a dimostrare la duttilità del volgare e la sua validità paritetica al latino, lessico e sintassi modellati sul latino.

Composizione: 1303-1305, essendo incompleto ebbe poca fortuna, abbiamo solo 3 manoscritti, divenne importante nel rinascimento grazie alla traduzione in italiano di

Struttura: sarebbero dovuti essere 4 libri, ma si interrompe al capitolo XIV del secondo; 

1° libro: traccia una storia della lingua: Dio diede agli uomini l’ebraico come lingua universale, ma per l’orgoglio del genere umano che volle edificare la Torre di Babele, alta fino al cielo, punì gli uomini introducendo lingue diverse, così da non capirsi e non completare la torre. La lingua arrivata in Europa si distinse in germanico, greco e romanzo, che è triforme: comprende la lingua del sì (l’italiano), quella d’oc (il provenzale) e quella d’oil, diverse ma molto simili. Dante si concentra sulla lingua del sì, alla ricerca del volgare illustre, la lingua adatta a scrivere un’opera di stile elevato (o tragico, come si diceva nel Medioevo). Dopo aver analizzato tutte le varietà dialettali d’Italia giunge alla conclusione che nessuna può avere un ruolo del genere.

Il volgare illustre infatti deve essere:

- cardinale, il punto di riferimento delle lingue locali;

- aulico, deve essere la lingua parlata nella corte regia;

- curiale, deve rispondere a criteri di ragione e misura, come nella curia.

La corte regia e la curia però non esistono più all’epoca di Dante, e il volgare illustre sopravvive solo nelle opere e i grandi poeti, che formano una curia ideale (i siciliani e gli stilnovisti, ma non i siculi-toscani, accusati di aver usato una lingua troppo municipale).

2° libro: trattato di retorica e stilistica; segue 2 principi basilari della retorica medievale: deve esserci corrispondenza tra la materia trattata e il registro linguistico/stilistico, in base al precetto della convenientia: esiste una gerarchia di stili, per cui in basso c’è l’elegiaco, in mezzo il comico, in alto quello tragico, a cui si addice il volgare illustre, la canzone in endecasillabi e deve trattare argomenti elevati con un lessico selezionato e una sintassi ben costruita.

De vulgari eloquentia e la lingua

Genere e lingua: è scritto in latino, perché si rivolge ai letterati, con lo scopo di approntare una  sorta di manuale per insegnare a poetare in volgare secondo regole ben precise, come quelle per la poesia in latino. E’ convinto infatti, che il latino sia costruito a tavolino dai dotti per contrastare la pluralità delle lingue materne (i volgari); è la lingua della cultura, e meno nobile del volgare perché artificiale. Dante si risolve a favore del volgare letterario scritto in opposizione al latino, costituisce una vera e propria storia della poesia in volgare; il trattato presenta la prima riflessione completa sulla situazione linguistica italiana: Dante sulla base di un confronto lessicale intuisce che italiani, spagnoli e francesi parlano lingue imparentate perché discendenti dallo stesso idioma, e che le lingue si evolvono nel tempo e si presentano variazioni diatopiche (da zona a zona). Con il Convivio e il De vulgari eloquentia pone per primo la questione della lingua italiana difendendola, e per questo ne è ritenuto il padre.

Fonti: ‘Ars poetica’ di Orazio, ‘De inventione’ di Cicerone, ‘Rhetorica ad Herennium’ di Cornificio, ‘ars dictandi’, enciclopedie di Isidoro di Siviglia, Vincenzo di Beauvais, Latini. I trattati in volgare prima di Dante in lingua d’oc: ‘razos de trobar’ di Vidal, ‘Donat proensal’ di Uc Faidit.

Composizione: ci sono 4 ipotesi: l’ha composta nel 1308, per sviluppare gli accenni all’impero nel Convivio.

1312-1313, sotto la spinta di ottimismo dei ghibellini alla discesa in Italia di Arrigo VII di Lussemburgo; lo stimolo per la composizione del trattato infatti, venne al poeta dalla situazione storica di conflitto delle 2 potenze e alla condizione di esule in conseguenza della politica di Bonifacio VIII, in un periodo di crisi e decadenza del papato e dell’impero

Composta intorno al 1317, dopo l’inizio della stesura del Paradiso (per la presenza di un inciso del Paradiso)

1320-1321

Ebbe fortuna soprattutto tra i sostenitori dell’impero, e fu condannato al rogo e inserito nell’indice dei libri proibiti dalla chiesa.

Struttura e contenuto del De monarchia

Struttura: un trattato di 3 libri di argomento politico;

1° libro: tratta della necessità di una monarchia universale; la felicità e il benessere sono desideri naturali dell’uomo, che Dio vuole si avverino, ma che sono raggiungibili solo all’interno della società umana, non individualmente, perché ‘l’uomo è un animale sociale’ (Aristotele). Ma la convivenza provoca discordia, e affinchè questa sia placata c’è bisogno di una monarchia universale, con l’imperatore come garante di pace e giustizia.

2° libro: tratta della legittimazione dell'impero romano; Roma conseguì il primato perché era stabilito nel disegno provvidenziale di Dio; nel sostenere questa tesi Dante si basa sul racconto evangelico e sull’Eneide di Virgilio (interpretato nel Medioevo come prefigurazione del cristianesimo).

3° libro: tratta del rapporto tra Chiesa e impero; secondo la teoria dei 2 soli, il papato e impero non dipendono l’uno dall’altro, sono autonomi e complementari perché derivano da Dio, si affiancano sul governo del mondo, uno sul piano spirituale, uno su quello temporale. Contesta anche la legittimazione della ‘donazione di Costantino’, un antico documento per cui l’imperatore Costantino avrebbe donato a papa Silvestro I la giurisdizione dell'impero romano d’occidente, conferendo alla chiesa potere temporale; infatti Costantino non avrebbe potuto farlo, perchè il suo titolo lo obbligava a salvaguardare l’unità dell’impero, e il papa non avrebbe dovuto accettare il dono perché non può possedere beni terreni.

Il compito della Chiesa dunque, è provvedere alla felicità eterna dell’uomo attraverso la predicazione della parola di Dio, mentre l'impero deve provvedere alla felicità terrena mantenendo la pace nel mondo.

Genere e lingua: E’ l’unica opera dottrinaria portata a termine da Dante, scritto in latino perché pensato per un pubblico internazionale di persone colte.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la prima opera organica di Dante e quali sono le sue caratteristiche principali?
  2. La prima opera organica di Dante è la "Vita Nova", caratterizzata dall'uso del volgare italiano in una struttura di prosimetro, dove si alternano prosa e verso. L'opera, concepita come un'autobiografia amorosa, narra l'amore di Dante per Beatrice e segna l'invenzione dello Stilnovo.

  3. Quali sono i temi principali trattati nella "Vita Nova"?
  4. I temi principali della "Vita Nova" includono la storia dell'amore di Dante per Beatrice, considerato inscindibile dalla ragione e dalla virtù, e l'evoluzione della poesia dantesca, che passa dalla poetica del saluto a quella della lode gratuita. Viene inoltre esplorato il valore simbolico di elementi come il nome di Beatrice, il numero 9 e il colore rosso.

  5. Quali sono le fonti di ispirazione di Dante per la composizione della "Vita Nova"?
  6. Dante si ispira ai poeti siciliani, a Guittone, Guinizzelli e Cavalcanti per la parte poetica, e al modello provenzale per l'autocommento. Per l'impostazione autobiografica, si rifà alle "Confessioni" di Sant'Agostino e al "De consolatione philosophiae" di Severino Boezio, tra gli altri.

  7. Come si conclude la "Vita Nova" e quale promessa fa Dante al termine dell'opera?
  8. La "Vita Nova" si conclude con la promessa di Dante di dedicare un'opera futura a Beatrice, nella quale spera di parlare di lei in modo più degno e di dire di lei ciò che non è mai stato detto di nessuna. Questa promessa si realizza nella "Commedia", dove Beatrice viene santificata e incontrata nel Paradiso.

  9. Qual è il significato del titolo "Vita Nova" e come viene utilizzato il termine "libello" da Dante?
  10. Il titolo "Vita Nova" sottolinea la giovane età di Dante al momento della composizione e la novità stilistica del testo. Dante si riferisce all'opera chiamandola "libello", termine che, pur avendo un valore neutro, potrebbe assumere un significato vezzeggiativo, indicando un'affettuosa diminuzione.

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