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Concetti Chiave

  • Dante nel "De Vulgari Eloquentia" sostiene la superiorità del volgare sul latino, definendolo una lingua naturale che si apprende senza studio.
  • Dopo la Torre di Babele, l'umanità si frammenta in lingue diverse, con l'ebraico come residuo della lingua sacra originaria.
  • Dante analizza i volgari italiani, riconoscendo il fiorentino e il toscano come più vicini al concetto di volgare illustre.
  • Il volgare illustre è definito come una lingua illustre, cardinale, regale e curiale, destinata a dare lustro e centralità agli scritti.
  • Solo i poeti di cultura possono utilizzare il volgare illustre per temi elevati, con la canzone e l'endecasillabo come forme più nobili.

Indice

  1. La nobiltà del volgare
  2. La storia delle lingue
  3. La diffusione delle lingue
  4. Le lingue artificiali e volgari
  5. Analisi dei volgari italiani
  6. Definizione del volgare illustre
  7. Uso del volgare illustre

La nobiltà del volgare

Il “De Vulgari Eloquentia” doveva essere in 4 libri, ma rimase incompiuto. Il primo libro è suddiviso il 19 capitoli e dimostra la nobiltà del volgare che è superiore al latino, perché esso è considerato da Dante una lingua artificiale.

Infatti il volgare è una lingua naturale che si apprende dalla nascita senza bisogno di studiare.

La storia delle lingue

Per sostenere la sua tesi, Dante ci fa una storia universale delle lingue. Dio ha fatto nascere negli uomini una lingua sacra che parlavano tutti gli uomini del tempo; dopo la costruzione della Torre di Babele (che era il monumento della superbia umana, perché, attraverso quella torre l’uomo voleva arrivare fino a Dio), Dio per punire gli uomini la distrusse e confuse le lingue. Alighieri, Dante - De Vulgari Eloquentia articolo

La diffusione delle lingue

Da quel momento gli uomini non si capirono più perché parlavano lingue diverse, e qualcosa della lingua sacra rimase solo nell’ebraico. I popoli che parlavano i 3 linguaggi fondamentali si sparpagliarono in zone geografiche diverse e diedero vita ad altre lingue ancora.

Le lingue artificiali e volgari

Nell’area greca, attraverso la koinè (la lingua comune), si creò la lingua artificiale del greco; nell’area latina si creò la lingua artificiale del latino. Nell’Europa Meridionale si stabilirono, poi, popoli parlanti 3 lingue diverse ma imparentate fra di loro. La lingua d’oil e la lingua d’oc, parlate in Francia e la lingua del si, parlata in Italia. Proprio per queste diversità si erano create le lingue artificiali (la cui lingua principale era il latino). A questo punto Dante comincia a definire le caratteristiche di questi 3 volgari a cui corrispondono altrettante letterature. Un’analisi particolareggiata è rivolta al volgare italiano.

Analisi dei volgari italiani

In Italia si parlavano una miriade di dialetti locali, scartati i meno qualificati, Dante analizza 14 volgari italiani, facendo una classificaAppennini, analizza 7 volgari a destra e 7 a sinistra. Nessuno di questi volgari lo soddisfa anche se riconosce che il fiorentino e il toscano sono quelli che si avvicinano di più alla sua idea di volgare illustre.

Definizione del volgare illustre

A questo punto ci dà la definizione del volgare. Questo deve essere: illustre, cardinale, regale, curiale. Illustre perché deve dare lustro e fama a chi ne fa uso nei suoi scritti; cardinale perché deve essere il cardine intorno a cui ruotano tutti gli altri volgari; regale perché se in Italia vi fosse una regia dovrebbe essere la lingua della regia; curiale perché risponde alle norme stabilite dagli italiani più prestigiosi che sono i dotti, gli intellettuali e i poeti e che rappresentano in mancanza della curia effettiva la curia ideale.

Uso del volgare illustre

Il secondo libro è una specie di “grammatica” cioè un trattato di retorica, dove vengono illustrati gli usi possibili del volgare. Solamente i poeti di cultura e di ingegno elevati sono degni di fare uso del volgare illustre e solo nella trattazione di temi elevati (politici, amorosi o morali). La forma più degna del volgare è quella di maggiore nobiltà, cioè la canzone e il verso più adatto è l’endecasillabo a volta alternato ad un settenario. Poi ci fa la teoria degli stili: comico, medio, aulico. In teoria Dante non creò il volgare illustre, ma ci dice che ogni volgare se depurato dai suoi limiti provinciali può essere illustre; infatti i migliori poeti italiani lo hanno fatto, e cita siciliani, toscani, bolognesi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la tesi principale di Dante riguardo al volgare nel "De Vulgari Eloquentia"?
  2. Dante sostiene che il volgare è superiore al latino perché è una lingua naturale appresa dalla nascita, mentre il latino è considerato una lingua artificiale.

  3. Come descrive Dante l'origine delle lingue secondo la storia universale?
  4. Dante descrive che inizialmente esisteva una lingua sacra parlata da tutti gli uomini, ma dopo la costruzione della Torre di Babele, Dio confuse le lingue, portando alla nascita di lingue diverse.

  5. Quali sono le caratteristiche del volgare illustre secondo Dante?
  6. Il volgare illustre deve essere illustre, cardinale, regale e curiale, conferendo lustro e fama, fungendo da cardine per gli altri volgari, essendo la lingua della regia e rispettando le norme degli intellettuali.

  7. Qual è l'analisi di Dante sui volgari italiani?
  8. Dante analizza 14 volgari italiani, riconoscendo che il fiorentino e il toscano si avvicinano di più alla sua idea di volgare illustre, ma nessuno lo soddisfa completamente.

  9. Chi è degno di utilizzare il volgare illustre e in quali contesti?
  10. Solo i poeti di cultura e ingegno elevati sono degni di usare il volgare illustre, e solo per trattare temi elevati come quelli politici, amorosi o morali.

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