Concetti Chiave
- La valutazione del rischio biologico viene eseguita quando il personale sanitario è esposto a fluidi biologici, strumenti contaminati o aerosol respiratori.
- Il processo di valutazione include l'identificazione dei rischi, la gravità e probabilità, le misure preventive e il monitoraggio continuo.
- I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) sono essenziali per proteggere gli operatori sanitari, classificati in tre categorie in base alla complessità e al livello di rischio.
- La gestione del rischio biologico prevede il trattamento immediato delle esposizioni e il coordinamento per analisi urgenti su pazienti fonte.
- Il follow-up per esposizioni a virus come HCV, HIV e HBV è strutturato con controlli e test a intervalli specifici per garantire la salute dell'operatore.
Indice
Valutazione del rischio biologico
La valutazione del rischio biologico viene operata quando l'operatore sanitario è esposto al contatto con fluidi biologici, aerosol respiratori, materiali oppure strumenti contaminati.
La valutazione utilizzata è quella di Inail Prime Cure in cui le malattie infettive vengono inquadrate come malattie-infortunio. Gli agenti biologici possono essere contratti per:
- contatto con oggetti taglienti
- contatto con mucose
- trasmissione parenterale
Tutte queste trasmissioni sono sotto-denunciate.
Gli obiettivi della valutazione sono:
- attuazione di corrette procedure
- adozione e miglioramento dell'utilizzo dei DPI
- progettazione di un'idonea attività formativa
Step della valutazione
La valutazione del rischio biologico è composta da diversi step:1. identificazione del rischio biologico e delle persone esposte
2. gravità e probabilità del rischio (R = P x D)
3. identificazione delle misure appropriate
4. attuazione delle misure di prevenzione e protezione
5. monitoraggio periodico
Viene utilizzato il Metodo Bio-ritmo per conoscere nel dettaglio il tipo di attività. Vengono effettuati dei sopralluoghi per compilare in seguito delle schede di raccolta dati per identificare i luoghi, le mansioni e le attrezzature, di conseguenza anche i pericoli derivanti da questi fattori.
La formula operata per questa valutazione è quella tradizionale: R = P x D.
D--> Danno: la quantificazione fa riferimento al gruppo di appartenenza (Allegato 46 del Decreto Legislativo 81/08). Il danno è pari al gruppo più alto di quelli possibili individuato.
P--> Probabilità: è la possibilità che un individuo esposto venga contaminato e possa sviluppare una patologia.
Nella formula riportata nell'immagine, la C sta per contaminazione presunta ed esprime la carica microbica che si può rilevare sulla fonte del rischio. Invece Fi sono i fattori che sono in grado di influenzare l'esposizione al rischio di ciascuno degli i "elementi".
I fattori che possono influenzare l'esposizione sono:
F1 --> quantità: quanti pazienti con cui è venuto in contatto
F2 --> frequenza di contatto: tipologia di contatto e frequenza con cui vedo un paziente
F3 --> caratteristiche strutturali dell'ambiente: si risponde ad un questionario si 10 domande con "Si" o "No" e si ottengono i risultati della valutazione del luogo di lavoro.
F4 --> procedure/buone pratiche: le procedure possono essere formalizzate, attuate oppure non presenti.
F5 --> presenza di DPI: guanti monouso, facciali filtranti, occhiali, camici, mascherine.
F6 --> formazione: la formazione al rischio biologico deve essere svolta da tutti i lavoratori al 100%.
DPI rischio biologico
I DPI sono attrezzature utilizzate con lo scopo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Sono utili per proteggere diverse parti del corpo: occhi, mani e vie respiratorie.
Sono classificati in 3 categorie:
1. progettazione semplice, rischio basso
2. non inclusi nella I e III categoria
3. progettazione complessa, rischio alto (lesione grave, morte)
N.B. per i DPI di III categoria è obbligatorio l'addestramento
Gestione rischio biologico
Il rischio biologico può essere gestito attuando questi step:1. provocare sanguinolento della ferita attraverso la spremitura, lavare e disinfettare
2. in caso di contaminazione bisogna lavare la zona interessata
3. informare dell'accaduto la figura di riferimento della struttura (preposto)
Di fondamentale importanza è, anche, il coordinarsi con la struttura per il prelievo di urgenza per il paziente fonte, attraverso delle analisi:
- Anti-HCV
- HBsAg e Anti-HbsAg
- Anti-HIV
- AST, ALT, GGT
Chi viene colpito si deve recare al pronto soccorso e svolgere le stesse analisi entro le 24 ore dal contatto e perciò un prelievo a tempo zero.
Follow up
HCV- Positivo --> 6 sett, 3, 6 e 12 mesi dall'evento
- Negativo --> 3, 6, 12 mesi dall'evento
HIV
- Positivo --> profilassi farmacologia post-esposizione
- Negativo --> 3, 6, 12 mesi dall'evento
HBV
- se l'operatore è vaccinato si procede al controllo del titolo anticorporale
- se l'operatore non è vaccinato si consiglia la somministrazione delle immunoglobuline.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale della valutazione del rischio biologico?
- Quali sono gli step della valutazione del rischio biologico?
- Come vengono classificati i DPI per il rischio biologico?
- Quali sono le misure da adottare in caso di esposizione al rischio biologico?
- Qual è il protocollo di follow-up per l'HCV in caso di esposizione?
L'obiettivo principale è attuare corrette procedure, migliorare l'uso dei DPI e progettare un'idonea attività formativa.
Gli step includono l'identificazione del rischio e delle persone esposte, la valutazione della gravità e probabilità del rischio, l'identificazione e attuazione delle misure di prevenzione e protezione, e il monitoraggio periodico.
I DPI sono classificati in tre categorie: progettazione semplice (rischio basso), non inclusi nella I e III categoria, e progettazione complessa (rischio alto).
Le misure includono spremere e disinfettare la ferita, lavare la zona contaminata, informare il preposto e coordinarsi per il prelievo di urgenza per analisi specifiche.
Se positivo, il follow-up avviene a 6 settimane, 3, 6 e 12 mesi dall'evento; se negativo, a 3, 6 e 12 mesi.