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Concetti Chiave

  • I test viscoelastici, come la tromboelastometria e la tromboelastografia, offrono una valutazione dettagliata del processo di coagulazione in pazienti traumatizzati, superando i limiti temporali dei test tradizionali.
  • Questi test analizzano parametri come tempo di coagulazione, tasso di coagulazione, forza e stabilità del coagulo, permettendo di identificare e trattare specifiche alterazioni coagulative.
  • La gestione delle alterazioni coagulative può includere somministrazione di piastrine, fibrinogeno o acido tranexanico, a seconda del tipo di disfunzione rilevata.
  • Il dolore è un'esperienza soggettiva legata a fattori psicologici e sociali, diverso dalla nocicezione, che è una risposta biologica misurabile.
  • Neonati presentano un sistema del dolore più attivo rispetto agli adulti, con sistemi anti-nocicettivi endogeni meno efficaci, influenzando la loro risposta al dolore.

Indice

  1. Test viscoelastici
  2. Altri aspetti

Test viscoelastici

Il paziente traumatizzato può sviluppare una discoagulopatia grave che può evolvere in un circolo vizioso. In clinica di solito si utilizzano aptt, Pt ma questi necessitano 40 minuti ed in un paziente traumatizzato è un tempo insostenibile.
I test viscoelastici sono:
    1. Tromboelastometria
    2. Tromboelastografia
Studiano in maniera più dettagliata e semplice la fase di formazione di un coagulo, la sua consistenza, la sua fase di stabilità e la fase di fibrinolisi.
I parametri identificati sono:
    1. Tempo di coagulazione, (NdS: il tempo che ci mette il coagulo ad iniziare a formarsi)
    2. Tasso di coagulazione (NdS: il tempo che ci mette
    il coagulo a formarsi completamente, dopo il tempo di coagulazione)
    3. Forza del coagulo (NdS: corrisponde a quanto resistente è il coagulo formato / consistenza del coagulo)
    4. Stabilità del coagulo(NdS: corrisponde a quanto il coagulo dura e quindi quanto il sistema fibrinolitico è più o meno attivato)
Un’alterazione in ciascuno di questi punti è riconducibile ad uno o più carenze di fattori della coagulazione o dell’aggregazione. In base a come viene conformata la curva si può quindi qualificare e quantificare se il paziente ha in corso specifiche patologie. In questo modo si possono somministrare fattori specifici. se si ha alterazione della forza del coagulo serve somministrare piastrina e fibrinogeno. se il paziente ha una iperfibrinolisi si somministra acido tranexanico, bloccante della fibrinolisi. Fase della stabilizzazione dell’emorragia e del paziente. Si vuole ora riportare il paziente alle condizioni fisiologiche:
    1. Normopressione
    2. Normovolemia
    3. Approfondire anestesia/sedazione

Altri aspetti

Si è fuori dalla fase del protocollo della trasfusione massiva (Nds: il prof ha citato anche qui questo punto. Probabilmente prima si è sbagliato, nelle sbobine dell’anno precedente viene chiuso il protocollo di trasfusione massiva nella fase 3 e Non nella fase due.).
Il dolore è quindi espressione di una lesione o di una malattia che colpisce l’organismo, si può esprimere in modo potenziale o reale a seconda del danno ed è qualcosa di provato a livello corticale con diversissime sfumature anche dal punto di vista comportamentale e affettivo, seppur descritto quasi sempre come spiacevole.
Non tutti gli stimoli sono però realmente lesionali, alcuni sono unicamente potenziali, questo perché il corpo ha delle reazioni automatiche per evitare il “dolore” come ad esempio togliere la mano da una superficie troppo calda.
Il dolore è un’esperienza personale ed è connesso alla condizione psicologica e sociale, seguendo il modello biopsicosociale, bisogna inoltre ricordare che esiste una differenza tra nocicezione (che è l’aspetto oggettivo, biologico e anatomico che è testabile sperimentalmente) e il dolore, che è una somma di fattori a cui si aggiunge l’aspetto affettivo e non può essere dedotto esclusivamente dall’attività dei neuroni sensoriali. L’esperienza del dolore è costruita nel tempo, ed è diversa per ogni individuo.
I neonati hanno un sistema del dolore molto più attivo rispetto a quello degli adulti, invece i sistemi anti- nocicettivi endogeni, che modulano la risposta del dolore, sono meno efficaci.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i test viscoelastici utilizzati per valutare la coagulazione nei pazienti traumatizzati?
  2. I test viscoelastici utilizzati sono la tromboelastometria e la tromboelastografia, che studiano la formazione, consistenza, stabilità e fibrinolisi del coagulo.

  3. Quali parametri vengono identificati nei test viscoelastici?
  4. I parametri identificati sono il tempo di coagulazione, il tasso di coagulazione, la forza del coagulo e la stabilità del coagulo.

  5. Come si può intervenire in caso di alterazione della forza del coagulo o iperfibrinolisi?
  6. In caso di alterazione della forza del coagulo, si somministrano piastrine e fibrinogeno; in caso di iperfibrinolisi, si somministra acido tranexanico.

  7. Qual è la differenza tra nocicezione e dolore secondo il modello biopsicosociale?
  8. La nocicezione è l'aspetto oggettivo e biologico del dolore, mentre il dolore è un'esperienza personale che include fattori affettivi e sociali, non deducibile solo dall'attività neuronale.

Domande e risposte