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Concetti Chiave

  • Preferenza per antiipertensivi parenterali che non causano tachicardia riflessa, come i nitrati, con dosaggi facilmente titolabili per il controllo della pressione arteriosa.
  • Il labetalolo, con effetti alfa e beta-bloccanti, può essere utilizzato in infusione o boli per gestire simultaneamente pressione e frequenza cardiaca.
  • La gestione del dolore richiede esperienza, utilizzando farmaci come paracetamolo, morfina e midazolam, in quanto possono causare depressione respiratoria.
  • Stabilizzazione del paziente grave con accessi venosi di grosso calibro è essenziale, soprattutto nei casi di dissecazione aortica.
  • L'Urapidil e il nitroprussiato sono utilizzabili in boli o infusione per il trattamento intensivo, ma il nitroprussiato necessita di attenzione per evitare intossicazione da cianuro.

Indice

  1. Controllo della pressione arteriosa
  2. Altri aspetti

Controllo della pressione arteriosa

Sono indicati tutti gli antiipertensivi parenterali, ma è preferibile usare quelli che non provocano tachicardia riflessa (es. nitrati), oppure prevedere di affiancare anche un controllo della frequenza cardiaca.
I nitrati a dosaggi medio-bassi possono non determinare significativa tachicardia riflessa, ma hanno un range di dosaggi terapeutici molto ampio:
Nitroglicerina 5 mg fl → dosaggio di partenza indicativo 25 mcg/min, incrementi di 5 mcg/min fino a max 200 mcg/min, fino a titolazione (ossia fino all’effetto desiderato) o fino a che non compaiono effetti avversi (tachicardia, cefalea).
Tradotto in “fiale a flebo”, 3 fiale in 250 cc di soluzione fisiologica = 15 mg in 200 ml Es.
25 mcg/min = 25 ml/h
30 mcg/min = 30 ml/h
Per necessità terapeutiche maggiori, è indicato aumentare le concentrazioni anche fino a 50 mg in 250 ml, naturalmente riducendo le velocità di infusione.
Molto spesso non è possibile mantenere separata la gestione della pressione e della frequenza cardiaca, per cui spesso si opta per farmaci che agiscono su entrambi i sistemi o per una combinazione di farmaci.
Il labetalolo è un farmaco caratterizzato da alfa-blocco (che determina vasoplegia) e beta-blocco non selettivo (con riduzione della tachicardia riflessa) (ratio 1:7), discreta maneggevolezza, utilizzabile da solo se c’è un buon controllo dei parametri:
    - Infusione: 2 mg/min, variazione di 1-4 mg/min;
    - Boli: 10-20 mg in 2 min, ripetibili ogni 10 min fino al dosaggio max (300 mg);
    - È possibile combinare boli+infusione.

Altri aspetti

È possibile costituire una soluzione di 100 mg (1 fiala) in 100 cc s.f. e quindi ottenere facilmente la velocità di infusione in ml/h moltiplicando x 60 il dosaggio indicato: 1 fl in 100 cc s.f. → 2 mg/min = 120 ml/h. Per evitare di dover ricostituire frequentemente la soluzione si può aumentare la concentrazione; quindi, 2 fl in 100 → si dimezzano le velocità, 3 fl si riducono a 1/3 (2 mg/min sono rispettivamente 60 e 40 ml/h). Il labetalolo ha un dosaggio cumulativo massimo da rispettare: 300 mg totali.
Non è possibile fornire qualche esempio di trattamento perché la gestione del dolore è estremamente personalizzata e dipende dai contesti clinici. Volendo presentare un’idea di trattamento si potrebbe considerare:
    - Paracetamolo 1000 mg in infusione ev (come potenziatore dell’effetto degli oppiacei);
    - Morfina 5-10 mg ev in bolo;
    - Midazolam 5-10 mg ev.
    Occorre molta esperienza nell’uso di questi farmaci perché possono indurre depressione respiratoria, in particolare quando la gestione del dolore è difficile e si tende a ripetere le somministrazioni. Inoltre, oppiacei e benzodiazepine interagiscono.
Si sottintende che un paziente grave ed instabile come quello affetto da dissecazione aortica venga stabilizzato con almeno due accessi venosi di grosso calibro (14-16-18G).
L’Urapidil è utilizzabile in boli, infusione o boli+infusione. È dotato di alfa-blocco selettivo:
    - Infusione: iniziale 2 mg/min, poi da titolare verso il basso fino a una media di circa 9 mg/h;
    - Boli: 10-50 mg.
Le fiale sono da 50 mg/10 ml, quindi i boli sono da 2-10 ml da scheda tecnica; solitamente sono efficaci 2-3 ml della fiala da somministrare pure (non va ulteriormente diluita nei boli). Il nitroprussiato, invece, è un farmaco da rianimazione e da usare solamente in ambiente intensivo. Infusione: 0,3-0,5 mck/kg/min. È un farmaco molto poco maneggevole, va evitato nell’insufficienza renale e nelle condizioni di ipertensione endocranica. Dosaggi elevati portano ad intossicazione da cianuro.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i farmaci antiipertensivi parenterali preferibili per evitare la tachicardia riflessa?
  2. Sono preferibili i nitrati, che a dosaggi medio-bassi possono non causare significativa tachicardia riflessa, e il labetalolo, che combina alfa-blocco e beta-blocco non selettivo.

  3. Come si gestisce la somministrazione della nitroglicerina per il controllo della pressione arteriosa?
  4. La nitroglicerina si somministra iniziando con 25 mcg/min, incrementando di 5 mcg/min fino a un massimo di 200 mcg/min, titolando fino all'effetto desiderato o fino alla comparsa di effetti avversi.

  5. Qual è il dosaggio massimo cumulativo del labetalolo e come si somministra?
  6. Il dosaggio massimo cumulativo del labetalolo è di 300 mg. Può essere somministrato in infusione a 2 mg/min o in boli di 10-20 mg ripetibili ogni 10 minuti.

  7. Quali sono le precauzioni nell'uso di oppiacei e benzodiazepine per la gestione del dolore?
  8. È necessaria molta esperienza poiché possono indurre depressione respiratoria, specialmente quando si tende a ripetere le somministrazioni.

  9. Quali sono le caratteristiche dell'uso dell'Urapidil e del nitroprussiato?
  10. L'Urapidil è utilizzabile in boli o infusione con alfa-blocco selettivo, mentre il nitroprussiato è usato in rianimazione, da evitare in insufficienza renale e ipertensione endocranica, poiché dosaggi elevati possono causare intossicazione da cianuro.

Domande e risposte