Concetti Chiave
- La febbre mediterranea familiare (FMF) è una malattia genetica autosomica recessiva descritta per la prima volta nel 1945, caratterizzata da peritoniti ricorrenti e dolori lancinanti.
- È causata da mutazioni nel gene Mefv sul cromosoma 16, con la mutazione M694V nell'esone 10 che risulta essere la più comune, e codifica per la proteina pirina.
- I sintomi includono febbre, dolore addominale e toracico, manifestazioni cutanee, mialgie, e complicanze come l'amiloidosi renale se non trattata adeguatamente.
- Il trattamento di prima scelta è la colchicina, mentre in caso di mancata risposta viene utilizzato l'antagonista del recettore IL-1, anakinra.
- La diagnosi si basa sull'esclusione di altre cause di flogosi e sull'osservazione di episodi infiammatori ricorrenti che coinvolgono la cute, le sierose e le articolazioni.
Indice
Descrizione iniziale della Fmf
Il primo medico a descrivere la Fmf fu Sheperd nel 1945: osservò che alcuni pazienti presentavano delle peritoniti ricorrenti che descrisse come peritoniti parossistiche benigne. Nello specifico i soggetti presentavano dei lancinanti dolori e spesso venivano sottoposti a laparotomia esplorativa che però erano inconcludenti e non diagnostica
I pazienti potevano anche presentare versamento pleurico, pericardico e spesso durante l’attacco acuto le caviglie si presentavano gonfie e dure alla palpazione, caratterizzate dalla presenza di eritema erisipela-like
Si tratta di una malattia genetica Ar.
Sono note più di 20 mutazioni del gene Mefv (cromosoma 16), di cui la più frequente è la M694V che interessa l’esone 10. Il gene codifica per una proteina chiamata pirina o marenostrina.Sintomi e manifestazioni cliniche
I sintomi sono i seguenti:
• Attacco febbrile (39-40°C) che ha una durata compresa tra le 6 e le 96 ore;
• Dolore addominale, spesso con versamento peritoneale;
• Dolore toracico da pleurite;
• Interessamento articolare (tipicamente monoarterite);
• Manifestazioni cutanee, come follicolite o erisipela;
• Mialgie;
• Pericardite;
• Orchite acuta;
• Afte orali;
• Splenomegalia;
• Meningite asettica;
• Proteinuria ed ematuria episodiche.
Trattamento e complicanze
Durante l’attacco acuto si riscontra un aumento degli indici di flogosi e leucocitosi neutrofila. Nell’intervallo tra un attacco e un altro i pazienti godono di buona salute, con normalizzazione degli indici di flogosi e risoluzione della leucocitosi.
Il trattamento di prima scelta è la colchicina; se non c’è risposta si usa l’antagonista ricombinante umano del recettore per Il-1 (anakinra). La complicanza più grave è l’amiloidosi, soprattutto renale, che generalmente compare dopo molti anni dall’esordio della sintomatologia se la malattia non viene curata in maniera adeguata (spesso, infatti, in pazienti vengono trattati con antiepilettici o cortisonici, poiché la patologia viene misconosciuta)
Diagnosi e tecniche genomiche
Possiamo desumere quindi che l’azione combinata dei meccanismi citati spiega l'eterogeneità clinica e il mancato rispetto dell’ereditarietà mendeliana che hanno reso necessario l’impiego di tecniche di sequenziamento genomico come, ad esempio, la next generation sequencing o la whole genome sequencing. Quest’ultima permette lo studio anche delle sequenze introniche in cui possono cadere mutazioni responsabili dell’alterazione dell’espressione di regioni esoniche, quindi codificanti.
Si ricorda che il sospetto diagnostico deve insorgere quando sono escluse cause più probabile di flogosi come quelle infettive, reumatologiche, neoplastiche e autoimmuni.
Episodi infiammatori ricorrenti
Sono tipici di queste condizioni episodi infiammatori ricorrenti che coinvolgono cute, sierose e articolazioni e in alcuni casi si può avere interessare dell’apparato gastrointestinale e del Snc. In questi casi si ha sempre un rialzo degli indici di flogosi.
Gli episodi si possono ripetere con regolarità ad esempio ogni 28 giorni o ogni 2-3 settimane e possono essere innescati da forti stress, esposizione al freddo, interventi chirurgici, vaccinazioni, ciclo mestruale
Domande da interrogazione
- Chi fu il primo medico a descrivere la Febbre Mediterranea Familiare (FMF)?
- Quali sono i sintomi principali della Febbre Mediterranea Familiare?
- Qual è il trattamento di prima scelta per la Febbre Mediterranea Familiare?
- Qual è la complicanza più grave della Febbre Mediterranea Familiare se non trattata adeguatamente?
Il primo medico a descrivere la FMF fu Sheperd nel 1945, osservando peritoniti ricorrenti nei pazienti.
I sintomi principali includono attacchi febbrili, dolore addominale, dolore toracico, interessamento articolare, manifestazioni cutanee, mialgie, pericardite, orchite acuta, afte orali, splenomegalia, meningite asettica, proteinuria ed ematuria episodiche.
Il trattamento di prima scelta è la colchicina; se non c'è risposta, si utilizza l'antagonista ricombinante umano del recettore per Il-1 (anakinra).
La complicanza più grave è l'amiloidosi, soprattutto renale, che può comparire dopo molti anni dall'esordio della sintomatologia se la malattia non viene curata adeguatamente.