Concetti Chiave
- Le ghiandole mammarie sono divise in cinque quadranti anatomici con percentuali variabili di strutture ghiandolari.
- I segni clinici di una patologia mammaria includono alterazioni del profilo ghiandolare, cutanee, tumefazioni e dolore continuo.
- L'autopalpazione è fondamentale per le donne, preferibilmente da eseguire la settimana dopo il ciclo mestruale.
- Durante l'esame obiettivo mammario, è importante valutare la simmetria ghiandolare, le alterazioni cutanee e le secrezioni dal capezzolo.
- Le tecniche di palpazione includono l'uso dei polpastrelli con movimenti circolari e longitudinali per rilevare tumefazioni.
Anatomia chirurgica mammaria
Le ghiandole mammarie sono due organi pari paramediani che si trovano a destra e a sinistra della linea mediana. Anatomicamente le mammelle vengono divise in cinque quadranti: un quadrante superoesterno, uno inferoesterno, uno superointerno, uno inferointerno, e un quadrante centrale o mediano a seconda della posizione rispetto all’areola. Ognuno di questi quadranti presenta normalmente delle diverse percentuali di strutture ghiandolari.
Clinica
Varie caratteristiche possono mettere in evidenza la presenza di una patologia mammaria:-
1. L’alterazione del profilo ghiandolare, ovvero della morfologia e della simmetria;
2. La presenza di alterazioni cutanee: retrazioni cutanee, alterazioni della colorazione, ispessimenti o ulcerazioni;
3. La presenza di tumefazioni ghiandolari, a discapito della morfologia normale del profilo ghiandolare;
4. La presenza di tumefazioni ascellari, che possono essere un’indicazione di una localizzazione linfonodale
di malattia;
5. La presenza di secrezioni dal capezzolo;
6. La presenza di dolore, riferito da parte della paziente come sintomo. Mentre un dolore ciclico a livello mammario nella fase premestruale può essere considerato come fisiologico, la presenza di un dolore continuo deve essere intesa come un aspetto patologico. Il dolore continuo di origine neoplastica insorge poiché vi è un’alterazione del drenaggio linfatico o un edema mammario.
Esame obiettivo
L’aspetto più importante dell’esame obiettivo è rappresentato dall’autopalpazione, manovra che tutte le donne dovrebbero praticare. Il momento migliore è la settimana subito dopo il ciclo mestruale, poiché rappresenta il momento in cui la ghiandola è più sgonfia e quindi è più facilmente evidenziabile la presenza di anomalie alla palpazione. Inoltre, l’esame non deve riguardare esclusivamente la ghiandola ma anche il cavo ascellare.L’esame deve essere fatto con i polpastrelli, poiché sono la parte più sensibile delle dita: si procede alla palpazione prima in maniera circolare e poi longitudinale, andando a schiacciare delicatamente fra le dita o verso la parete toracica la ghiandola mammaria per rilevare eventuali tumefazioni.
È da ricordare che quando la ghiandola è giovane (soggetto adolescente, nullipara o con meno di 40 anni) questa può essere particolarmente trofica e quindi presentare una difficile gestione con la sola palpazione.
L’ esame obiettivo mammario fatto dal clinico procede in maniera molto simile, valutando:
-
1. Cambiamenti nell’aspetto, nella morfologia e nella simmetria ghiandolare;
2. Presenza di alterazioni e discromie cutanee e nodulazioni palpatorie;
3. Secrezione spontanea o indotta a livello del capezzolo. Nelle secrezioni spontanee si può notare una fuoriuscita di liquido mammario senza premitura della ghiandola. Invece, nel caso in cui ci sia un sospetto patologico prevalentemente a livello di qualche quadrante, si può effettuare in maniera molto delicata una premitura della ghiandola dalla periferia verso il capezzolo per vedere se a questa corrisponde poi una secrezione indotta.
Domande da interrogazione
- Quali sono i quadranti anatomici delle ghiandole mammarie?
- Quali segni clinici possono indicare una patologia mammaria?
- Quando è consigliato eseguire l'autopalpazione delle mammelle?
- Quali sono le tecniche di palpazione durante l'esame obiettivo mammario?
Le ghiandole mammarie sono divise in cinque quadranti: superoesterno, inferoesterno, superointerno, inferointerno e centrale o mediano rispetto all'areola.
Segni clinici includono alterazioni del profilo ghiandolare, alterazioni cutanee, tumefazioni ghiandolari e ascellari, secrezioni dal capezzolo e dolore continuo.
L'autopalpazione è consigliata nella settimana subito dopo il ciclo mestruale, quando la ghiandola è più sgonfia e le anomalie sono più facilmente rilevabili.
La palpazione deve essere eseguita con i polpastrelli, in maniera circolare e longitudinale, schiacciando delicatamente la ghiandola mammaria per rilevare eventuali tumefazioni.