Concetti Chiave
- Nietzsche inizia come schopenhaueriano, abbracciando il pessimismo che vede il mondo come luogo di dolore e illusione sotto una Volontà cieca.
- Contrappone il suo pessimismo tragico all'ottimismo socratico, che crede nella governabilità della vita attraverso la razionalità e la virtù morale.
- Introducendo la forza dionisiaca, Nietzsche vede il mondo come una manifestazione di forza che attraversa la distruzione degli individui ma garantisce l'indistruttibilità della vita.
- Il pessimismo dionisiaco di Nietzsche trova gioia nell'appartenere al Tutto, dimenticando l'oscurità mortale attraverso l'ebbrezza e la religione di Dioniso.
- Nietzsche cerca una via d'uscita positiva al pessimismo tragico, evitando il rimedio "indiano" della negazione della volontà, puntando su un'arte che consola senza risolvere.
Indice
Nietzsche e il pessimismo
Come filosofo, Nietzsche nasce schopenhaueriano, quindi pessimista. Il pessimismo di Schopenhauer configura la presenza del mondo soltanto di dolore, ignoranza e illusione, il quanto il mondo è nel campo di azione di una Volontà cieca e implacabile. Per cui la felicità e il benessere dei viventi non conta assolutamente nulla.
Gli uomini si affannano, anche in modo ridicolo, nella speranza di poter conseguire questi ultimi, con però anche un conseguente sentimento di noia e disincanto.Contrapposizione tra Socrate e Nietzsche
Il giovane Nietzsche è su questa stessa posizione: contrappone il (suo) pessimismo tragico all’ottimismo socratico, cioè la convinzione che la vita umana fosse governabile da parte della razionalità, quindi si deve perseguire la virtù morale: è più ragionevole essere onesti perché così si soffre di meno interiormente, e anche conferire felicità all’esistenza dell’uomo. Socrate che, in contrapposizione a Cristo, anche nella morte è felice. La tragedia invece giudica la società umana come impossibile, perché il mondo è manifestazione di forza dionisiaca, che garantisce sì l’indistruttibilità della vita universale, passando però attraverso la distruzione degli individui. Il mondo è l’epifania di una forza dionisiaca.
Differenze con Schopenhauer
Anche in questo primo momento però, c’è comunque un elemento di diversità, di differenziazione da Schopenhauer: Nietzsche attribuisce al pessimismo tragico la gioia di appartenere al Tutto, nonostante l’inevitabile distruzione della singolarità. Per questo è pessimismo “dionisiaco”: nell’ebbrezza della fusione con il grande Tutto si dimentica il lato oscuro mortale dell’esistenza, la grande consolazione che offre la religione di Dioniso. Ad essa poi si aggiunge la dimensione appollinea, quella della bellezza artistica, che è un secondo modo di rimedio (non risolutivo) al pessimismo derivato dalla conoscenza tragica della verità.
Ulteriore differenza: il rimedio al pessimismo tragico non è il terapeutico rimedio “indiano”, cioè la via dell’estasi e della compassione, negazione della volontà. Nietzsche, pur pessimista tragico, cerca fin dall’inizio una via d’uscita positiva.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza principale tra il pessimismo di Nietzsche e quello di Schopenhauer?
- Come Nietzsche contrappone il suo pessimismo tragico all'ottimismo socratico?
- Quali sono i rimedi che Nietzsche propone al pessimismo tragico?
Nietzsche differisce da Schopenhauer attribuendo al pessimismo tragico una gioia dionisiaca, che deriva dall'appartenenza al Tutto, nonostante la distruzione dell'individualità.
Nietzsche contrappone il suo pessimismo tragico all'ottimismo socratico, che crede nella governabilità della vita umana tramite la razionalità e la virtù morale, mentre il pessimismo tragico vede la vita come manifestazione di una forza dionisiaca.
Nietzsche propone la fusione con il grande Tutto attraverso l'ebbrezza dionisiaca e la bellezza artistica apollinea come rimedi al pessimismo tragico, evitando la negazione della volontà tipica del rimedio "indiano".