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Concetti Chiave

  • L'islandese rappresenta il pessimismo cosmico leopardiano, cercando invano un luogo adatto a sé per sfuggire all'infelicità.
  • Nel suo viaggio, l'islandese incontra la Natura e la paragona a un ospite tirannico, incapace di comprendere il suo operato.
  • La Natura afferma di operare al di là del bene e del male, seguendo un ciclo di conservazione superiore alle vite individuali.
  • Il duplice finale, con l'islandese divorato dai leoni o sepolto da una tempesta di sabbia, riflette il nichilismo leopardiano.
  • Leopardi utilizza la tecnica dell'accumulo e figure retoriche come litote e antitesi per enfatizzare il suo messaggio.

Indice

  1. L'insofferenza dell'islandese
  2. Il viaggio e l'incontro con la Natura
  3. Il dialogo con la Natura
  4. Il duplice finale e il nichilismo
  5. Stile e figure retoriche

L'insofferenza dell'islandese

Dalle Operette Morali, componimento che esprime al meglio il pessimismo cosmico leopardiano.

Un islandese è insofferente e infelice e inizialmente crede che questo suo stato d’animo sia dovuto ai mali rapporti con i vicini. Per questo motivo decide di isolarsi ulteriormente.

Ma ancora un a volta è insofferente e attribuisce la sua infelicità al clima.

In casa è costretto a stare vicino al fuoco ma qui soffre per l’ambiente secco e pieno di fumo, all’esterno invece il clima è troppo rigido.

Il viaggio e l'incontro con la Natura

Decide dunque di girare il mondo convinto di trovare un luogo adatto a lui.

Ma trova luoghi troppo caldi, troppo freddi, troppo piovosi, troppo freddi, con venti forti, terremoti.

Il dialogo con la Natura

Arrivato in Africa, incontra la Natura (la quale ha sembianze di donna enorme appoggiata a una montagna) a cui rivolge domande esistenziali circa l’uomo, dopo averle mostrato la sua incomprensione e contraddizione verso il suo comportamento (della Natura).

La paragona inoltre a un ospite pazzo che costringe colui che ospita a stare in luoghi scomodi, lo tiranneggia e lo danneggia, impedendogli di andare via.

Quindi l’islandese chiede alla Natura il senso del suo operare contro i viventi ma lei asserisce di essere al di là del bene e del male e di operare seguendo un ciclo di conservazione ben al di sopra delle vite.

Il duplice finale e il nichilismo

Ma quando alla fine l’islandese chiede a chi giova questa vita infelice dell’universo, conservata con il danno e con la morte delle cose che lo compongono.

1. passano due leoni e lo divorano.

2. una tempesta di sabbia lo seppellisce rendendolo una mummia da esposizione.

Quest’opera fu scritta tra il 21 e il 30 maggio 1824.

Leopardi si ispira alla storia di Jenni Voltaire in cui si parla dei flagelli a cui sono sottoposti gli islandesi.

- Islandese: simbolo dell’infelicità dell’uomo.

- Emerge la cultura cosmopolita di Leopardi (Vasco de Gama, isola di Pasqua, Lapponia, Tropici…)

- È ateo ma conosce bene i testi sacri.

- È nichilista: tutto è nulla ( non esiste nulla di trascendentale ma tutto è immanente)- (N.B.

nichilismo: atteggiamento anarchico di chi nega i valori della vita e propone l’abbattimento dell’ordine costitutivo.)

- Il duplice finale si ricollega a questa teoria per cui “nulla si crea, nulla si distrugge”…infatti…

Mummia: oggetto di studio, serve agli studiosi.

Mangiato dai leoni: se mangiato è utile per la sopravvivenza di altre specie.

Stile e figure retoriche

A livello metrico e stilistico all'interno del testo poetico Un dialogo della natura e di un islandese viene utilizzata tantissimo la cosiddetta tecnica dell'accumulo che consiste nell'elencare tutta una serie di disgrazie e sofferenze successe all'interno della composizione poetica. descrizione de Dialogo della natura e di un islandeseNella seconda parte della lirica invece vengono fatte tutta una serie di vere e proprie accuse contro la natura. A livello linguistico viene utilizzata tantissimo e in maniera ripetitiva la negazione.

Sono presenti all'interno di questa celebre Operetta Morale del Leopardi alcune figure retoriche importanti, come ad esempio la litote che riscontriamo in questi versi: "non ignori...di non poco momento" e l'antitesi che riscontriamo in questi versi: "non finta ma viva...".

Per approfondimenti, vedi anche:

Dialogo della natura islandese

"Dialogo della Natura e di un Islandese"

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale dell'opera "L'insofferenza dell'islandese"?
  2. Il tema principale è il pessimismo cosmico leopardiano, che si manifesta attraverso l'infelicità e l'insofferenza dell'islandese nei confronti della Natura e del mondo.

  3. Come viene rappresentata la Natura nell'opera?
  4. La Natura è rappresentata come una donna enorme e indifferente, che opera al di là del bene e del male, seguendo un ciclo di conservazione superiore alle vite umane.

  5. Qual è il significato del duplice finale dell'opera?
  6. Il duplice finale, con l'islandese divorato dai leoni o sepolto da una tempesta di sabbia, simboleggia il nichilismo leopardiano, dove nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto è immanente.

  7. Quali figure retoriche sono utilizzate nel testo?
  8. Nel testo sono utilizzate figure retoriche come la litote e l'antitesi, oltre alla tecnica dell'accumulo per elencare disgrazie e sofferenze.

  9. In che modo Leopardi esprime la sua visione cosmopolita nell'opera?
  10. Leopardi esprime la sua visione cosmopolita attraverso riferimenti a diverse culture e luoghi, come Vasco de Gama, l'isola di Pasqua, la Lapponia e i Tropici.

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