Concetti Chiave
- Il Dialogo della Natura e di un Islandese esplora la relazione tra l'uomo e la natura, evidenziando l'infelicità umana di fronte alla sua potenza.
- L'Islandese, viaggiatore alla ricerca di pace, scopre che la natura, vista come un'entità mostruosa e indifferente, è una forza inevitabile e crudele.
- La natura critica l'antropocentrismo umano e sottolinea la sua indifferenza verso le sofferenze e le aspirazioni dell'uomo.
- Il dialogo evidenzia la concezione della natura come matrigna, che offre una vita caratterizzata da sofferenza e mancanza di piaceri.
- Il finale simbolico, con la morte dell'Islandese, riflette l'irrilevanza del singolo nell'universo e la crudele indifferenza della natura.
È una delle più famose tra le Operette, scritta nel 1824 e pubblicata nel 1827 con la prima edizione.
L'Islandese e la Natura
Il Dialogo ha un ruolo centrale per poter esporre le riflessioni sulla natura e sull'infelicità dell’uomo. Qui l’uomo si trova in terre sconosciute dove può misurarsi direttamente con la natura. L’Islandese viene subito descritto come povero per l’esperienza della natura che si ha alle latitudine dove vive.
Ha esplorato il mondo fino ad arrivare presso l’Equatore, dove più si manifesta la potenza della natura. Essa è come un mostro, gigantesca e minacciosa, ha il volto mezzo bello e mezzo terribile, occhi e capelli neri.Filosofia e Solitudine
Quando la natura chiede all'islandese chi è, lui risponde narrando che la vita umana trascorre alla ricerca di piaceri che non soddisfano e sotto il peso di dolori derivati dalla natura e dagli altri uomini in un’inutile ricerca della felicità. Poi spiega che ha deciso di vivere solo, secondo le regole di una filosofia stoico epicurea, per perseguire un’umanità superiore, rinunciando al piacere nella speranza di raggiungere almeno la pace, però si rese conto che a lui si opponevano le condizioni climatiche, è scappato di nuovo ma fallì ancora, capendo che la natura è crudele anche con chi non ha colpa.
Critica all'Antropocentrismo
La sua vita è caratterizzata da molti giorni senza piacere, per questo la natura è matrigna e che la vita dopo la giovinezza è solo declino nell'assenza di speranze. La natura risponde criticando l’antropocentrismo che pone l’uomo al centro di tutto e chiarendo che lei è indifferente. L’islandese così fa un paragone tra l’invitato trascurato e messo in pericolo di vita dall’ospite, e l’uomo che messo al mondo senza il suo volere, non è solo lasciato a se stesso ma anche perseguitato, la natura così risponde che il meccanismo tra vita e morte è il motore dell’universo.
Sberleffo Finale
SBERLEFFO FINALE:Quando l’islandese chiederà a chi piace questa vita in felicissima dell’universo, muore. Due ipotesi: è mangiato da un leone affamato, oppure coperto da una tempesta di sabbia e mummificato per entrare a far parte di un museo. Simbolo di irrilevanza della sorte del singolo nell’universo.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del dialogo nell'opera "L'Islandese e la Natura"?
- Come viene criticato l'antropocentrismo nell'opera?
- Qual è il significato dello "Sberleffo Finale"?
Il dialogo è centrale per esporre le riflessioni sulla natura e sull'infelicità dell’uomo, permettendo all'Islandese di confrontarsi direttamente con la natura.
L'antropocentrismo viene criticato attraverso la natura che chiarisce la sua indifferenza verso l'uomo, paragonando la vita umana a un invitato trascurato e messo in pericolo.
Lo "Sberleffo Finale" simboleggia l'irrilevanza della sorte del singolo nell'universo, rappresentata dalla morte dell'Islandese, che avviene in modo insignificante.