Concetti Chiave
- "Dialogo della Natura e di un Islandese" è un'opera di Leopardi che esprime il Pessimismo Cosmico.
- La storia è un dialogo tra la Natura e un Islandese, simbolo della ricerca inutile della felicità umana.
- L'Islandese viaggia per il mondo cercando di sfuggire alle sofferenze imposte dalla Natura.
- La Natura spiega che il suo agire è indifferente all'uomo, in un ciclo perpetuo di creazione e distruzione.
- Leopardi critica l'antropocentrismo, mostrando l'uomo come semplice materia in balia del caso.
Il Dialogo tra Natura e Islandese
Opera numero 12 delle “Operette Morali” nella quale si esprime al meglio il Pessimismo Cosmico. È scritta sotto forma di dialogo tra la Natura e un Islandese, scelto da Leopardi perché proviene da una terra fredda e inospitale e capì che l’uomo non potrà mai essere pienamente felice, cos’ iniziò a girare il mondo per non soffrire. Trovò però in ogni Paese qualcosa per cui soffrire. Un giorno arrivò al centro dell’Africa, in un posto in cui non vi fu mai stato nessun essere umano, e vide una donna gigantesca appoggiata al fianco di una montagna.
Ella ebbe gli occhi e i capelli nerissimi, metà faccia bellissima e metà terribile. Chiese all’Islandese chi fosse e cosa ci facesse in quel posto. Egli rispose che scappava dalla Natura (sofferenza). Lei disse che finì nel posto sbagliato perché era lei colei da cui egli stava scappando e le chiese perché scappasse da lei. L’Islandese le disse che ebbe capito che gli uomini sono stupidi perché combattono di continuo per essere felici ma più fanno così e più si allontanano dalla felicità. Per questo decise di vivere senza avere la speranza di essere felice, si accontentò solo di non soffrire.
La Natura Indifferente
Dopo che raccontò tutte le sue avventure alla Natura, ella gli disse che sbagliava se pensava che il mondo fosse stato creato per gli uomini. Tutto ciò che lei fa lo fa senza pensare di aiutare o far soffrire l’uomo, lo fa e basta. Potrebbe anche estinguere la razza umana e non se ne accorgerebbe neanche.
L’Islandese le chiese perché lo fece nascere in quel posto, lui non aveva chiesto di nascere. E poi disse che ormai l’uomo viveva sulla Terra e quindi la Natura avrebbe dovuto preoccuparsi di più per farlo stare bene come farebbe un buon padrone di casa con un ospite. La Natura disse che dimostrò di non aver capito che la vita sulla Terra è un continuo crearsi e distruggersi di materia e se tutto ciò dovesse fermarsi, il mondo smetterebbe di esistere. L’Islandese le chiese allora chi guadagna da questa continua distruzione: chi è distrutto soffre e chi distrugge non gode.
Il Destino dell'Islandese
Mentre i due conversarono, alcuni dicono che arrivarono due leoni affamati che ebbero giusto la forza di mangiare l’Islandese e poi si riposarono su una roccia. Altri invece dicono che una tempesta di sabbia seppellì l’Islandese, il quale fu ritrovato molti anni dopo da degli esploratori e ora si trova in qualche museo nel mondo.
Leopardi demolisce la teoria dell’antropocentrismo perché l’uomo è solo materia sottoposta ad un continuo meccanismo di creazione e distruzione dovuto al caso.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del dialogo tra la Natura e l'Islandese?
- Come descrive Leopardi la Natura nel dialogo?
- Qual è la critica dell'Islandese verso la ricerca della felicità umana?
- Qual è il destino finale dell'Islandese secondo il racconto?
Il dialogo esplora il Pessimismo Cosmico, evidenziando l'indifferenza della Natura verso l'uomo e la sua sofferenza.
Leopardi descrive la Natura come indifferente, che agisce senza considerare il benessere o la sofferenza umana, e che potrebbe estinguere l'umanità senza accorgersene.
L'Islandese critica l'umanità per la sua continua lotta per la felicità, affermando che più si cerca la felicità, più ci si allontana da essa, e decide di vivere senza speranza di felicità, accontentandosi di non soffrire.
Il destino dell'Islandese è incerto; alcuni dicono che fu mangiato da leoni affamati, mentre altri sostengono che fu sepolto da una tempesta di sabbia e ritrovato anni dopo da esploratori.