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Concetti Chiave

  • La creazione biblica si articola in una struttura narrativa con un inizio, sei giorni di creazione e il riposo finale del settimo giorno.
  • Il racconto biblico della creazione ha somiglianze con le narrazioni sumero-babilonesi, ma si distingue per il monoteismo degli Ebrei.
  • La Genesi rappresenta Dio come unico creatore, il cui comando porta all'esistenza del mondo, senza personificazioni divine.
  • La creazione avviene in sette giorni, introducendo il concetto di settimana e culminando nello shabbath, giorno di riposo e preghiera.
  • Nella Genesi, la creazione di piante e animali è descritta in dettaglio, evidenziando l'intenzione divina di affidare all'uomo il dominio sulla terra.

Indice

  1. Struttura narrativa del racconto biblico
  2. Affinità con miti sumero-babilonesi
  3. Monoteismo e peculiarità della Genesi
  4. Creazione e ordine divino
  5. Dominio dell'uomo e creazione

Struttura narrativa del racconto biblico

È riconoscibile nell'impianto del brano la struttura base tipica dei testi narrativi:

> il racconto si apre con la presentazione della situazione iniziale contrassegnata da due elementi: Dio, che esiste da sempre, e il mondo da lui creato, che è ancora allo stato di massa informe;

> a questa seguono sei mutamenti, corrispondenti ai sei giorni della creazione;

> il riposo del settimo giorno costituisce lo scioglimento dell'azione.

Affinità con miti sumero-babilonesi

Affinità e originalità del racconto biblico della creazione

Il racconto biblico della creazione presenta somiglianze con quelli sumero-babilonesi riguardo

all'origine del mondo. In effetti, reali condizioni storiche rendono legittimo l'accostamento tra loro: il popolo ebraico, dal punto di vista linguistico, presenta affinità con i popoli della Mesopotamia (le loro lingue appartengono tutte al gruppo semitico) e proveniva da quella stessa regione.

Monoteismo e peculiarità della Genesi

Gli Ebrei, però, si differenziano per un aspetto di grande rilievo: nel mondo antico, furono per molti secoli gli unici monoteisti. Adorarono cioè un unico Dio, che è chiamato elohim e adonai, "dio, signore", ma il cui nome proprio, scritto mediante le consonanti «YHWH», non viene mai pronunciato, neppure mentalmente, in segno di rispetto per la superiorità divina. Da questa concezione monoteista derivano le peculiarità della Genesi.

Creazione e ordine divino

> Nel testo biblico protagonista assoluto è il creatore del mondo e di tutte le cose, senza il cui intervento e la cui volontà niente sarebbe mai esistito. Il mondo, quindi, prende forma man mano che Dio ne comanda l'esistenza mediante la sua parola («Iddio disse: "Sia la luce": e la luce fu».

Gli elementi naturali che vengono creati sono individuati e definiti nella loro reale concretezza (il cielo, la terra, la luce, le acque, il firmamento) e non, come nelle altre mitologie, mediante personificazioni divine.

Dal caos iniziale Dio ordina e organizza tutto il creato per tappe successive: la designazione del tempo non è generica, come nelle altre narrazioni della creazione, ma segue una definizione concreta e una suddivisione in giorni, che è una misura del tempo facilmente comprensibile a tutti. L'atto della creazione è compiuto in sette giorni, nell'ultimo dei quali Dio «cessò da ogni opera da lui fatta»: è così che, tra gli ebrei, nasce il concetto della settimana, che culmina e si conclude nello shabbath, il sabato, giorno designato da Dio, mediante la sua benedizione e santificazione, per il riposo e la preghiera.

Dominio dell'uomo e creazione

Un'altra grande novità è l'attenzione rivolta al mondo vegetale e animale, oltre che all'uomo.

Diversamente da altre mitologie, come quelle mesopotamica e greca, nella Genesi vi sono specifici atti creativi per le piante e per gli animali, ben distinti tra acquatici, terrestri e del cielo.

Ciò per un verso rispecchia una visione ampia e approfondita degli aspetti del mondo, per l'altro, sottolinea l'intenzione divina di affidare all'uomo un grande dominio: Dio infatti, mostra all'uomo e alla donna tutte le piante e tutti gli animali, e glieli consegna come cibo e risorsa di vita per tutti i loro discendenti. È l'uomo, dunque, il fine ultimo e vero della creazione divina, è per lui che Dio ha dotato di piante e animali il mondo, con lo scopo che il genere umano prolifichi, si moltiplichi, riempia e assoggetti il mondo. Il Dio creatore della Bibbia, dunque, è privo delle connotazioni di egoismo, litigiosità e violenza che caratterizzano gli dèi nelle altre mitologie. Questo Dio, unico e senza limiti di spazio e di tempo, crea il mondo in funzione non di se stesso, ma di altri, frutto della sua opera: gli uomini, plasmati a sua immagine e somiglianza, e cioè arricchiti delle medesime, seppur più limitate, doti spirituali del loro creatore.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura narrativa del racconto biblico della creazione?
  2. Il racconto si apre con la presentazione della situazione iniziale, seguita da sei giorni di creazione e si conclude con il riposo del settimo giorno.

  3. In che modo il racconto biblico della creazione si differenzia dalle mitologie sumero-babilonesi?
  4. Gli Ebrei furono gli unici monoteisti, adorando un unico Dio, e il racconto biblico non personifica gli elementi naturali come divinità.

  5. Qual è il ruolo di Dio nel racconto della creazione secondo la Bibbia?
  6. Dio è il creatore assoluto del mondo, che prende forma attraverso la sua parola, e senza il cui intervento nulla esisterebbe.

  7. Come viene rappresentata la creazione del mondo vegetale e animale nella Genesi?
  8. La Genesi descrive specifici atti creativi per piante e animali, distinti tra acquatici, terrestri e del cielo, riflettendo una visione ampia del mondo.

  9. Qual è l'intenzione divina riguardo all'uomo nella creazione biblica?
  10. Dio affida all'uomo il dominio su piante e animali, con l'intento che l'umanità prolifichi e assoggetti il mondo, essendo l'uomo il fine ultimo della creazione.

Domande e risposte

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