Concetti Chiave
- Il serpente rappresenta la cupidigia e conduce l'uomo a diventare schiavo di se stesso, creando idoli dalle proprie creazioni.
- Gli idoli, come i vitelli d'oro, sono simboli di desideri incontrollati e paure umane, opponendosi alla vera fede in YHWH.
- La creazione di idoli nasce da una mancanza di fiducia in Dio e la volontà di colmare un vuoto, causando idolatria.
- Le immagini scolpite di divinità, come il vitello d'oro, limitano la comprensione di Dio a una visione parziale e riduttiva.
- L'adorazione di idoli porta a venerare se stessi, riflettendo le proprie paure e aspettative, piuttosto che il vero dio.
Serpente e Schiavitù
In realtà le parole del serpente lo tradiscono fin dall’inizio, quando incentra tutto sul limite e lo fa percepire come una frustrazione, dimostra di essere dalla parte della cupidigia, così chi ascolta il serpente diventa schiavo di se stesso, ecco perché l’AT afferma che gli idoli sono opera degli umani che finiscono per prostrarsi davanti a ciò che hanno prodotto loro stessi. Il salario della cupidigia è la morte, non quella fisica ma piuttosto quella dell’umano in quanto essere relazionale, gli altri dei che si contrappongono a YHWH sono quindi una produzione del desiderio non controllato o dell’angoscia degli esseri umani, ma c’è un’altra forma di idolo che ha una radice simile, ovvero le immagini scolpite di YHWH. Esse sono oggetto del secondo divieto, nelle religioni del vicino Oriente antico si tratta quasi sempre di animali o di atri, anche gli israeliti hanno conosciuto questa deviazione quando il re Geroboamo ha fatto installare due vitelli d’oro per impedire al suo popolo di andare a Gerusalemme, capitale del regno di Giuda.Queste sculture ricordano il famoso torello o “vitello d’oro” di cui si racconta in Esodo 32: da 40 giorni Mosè si trova sul monte Sinai, dove YHWH gli comunica istruzioni per edificare una tenda dove potrà venire ad abitare in mezzo al popolo con il quale ha concluso l’alleanza, ai piedi del monte il popolo perde la pazienza e pensa che Mosè sia scomparso. Il popolo chiede ad Aronne di fargli un dio “che cammini alla nostra testa” per guidarlo nel deserto, il fratello allora raccoglie i pendenti d’oro degli israeliti, li fonde e modella un vitello davanti al quale si prega e poi Aronne indice anche una festa in onore di YHWH segno che il vitello per lui rappresenti il proprio dio. Ciò che ha dato luogo a questa idolatria è una mancanza insopportabile che si vuole colmare per sfuggire all’angoscia, questo mostra però un’assenza di fiducia in Lui e nella sua parola, il torello simboleggia inoltre una potenza arbitraria e ambivalente [forza di fecondazione e quindi di vita, forza di distruzione e quindi di morte] e quindi rivela la concezione che avevano del loro dio. Il problema però non è tanto l’adeguatezza dell’immagine quanto invece il fatto che una volta scolpita, è irrigidita, per cui il dio è interamente confinato in quella sola e unica immagine, quindi anche parziale e riduttivo, nella potenza del torello ad esempio vengono a meno altre immagini come il perdono, la tenerezza o la passione. Guardando l’immagine di questo dio, Israele vede solo se stesso, quindi non vede dio ma ciò che ha fabbricato la paura e proprio come il serpente, anche questo è frutto di cupidigia, genera nel credente l’illusione di pensare di venerare il proprio dio senza rendersi conto che in realtà si chiude in se stesso, schiavo della propria paura e delle proprie aspettative, quindi invece che adorare il suo dio finisce per adorare se stesso.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato delle parole del serpente nel contesto del testo?
- Come viene rappresentata l'idolatria nel testo?
- Qual è il problema principale con le immagini scolpite di YHWH secondo il testo?
- Qual è l'effetto dell'idolatria sul credente secondo il testo?
Le parole del serpente rappresentano la cupidigia e portano chi le ascolta a diventare schiavo di se stesso, trasformando gli idoli in opere umane che finiscono per dominare chi le ha create.
L'idolatria è rappresentata attraverso la creazione di immagini scolpite, come il vitello d'oro, che simboleggiano una mancanza di fiducia in YHWH e una fuga dall'angoscia, confinando il divino in immagini parziali e riduttive.
Il problema principale è che una volta scolpite, queste immagini irrigidiscono e confinano il dio in una sola rappresentazione, limitando la comprensione del divino e riducendolo a ciò che è stato fabbricato dalla paura umana.
L'idolatria genera l'illusione di venerare il proprio dio, ma in realtà chiude il credente in se stesso, rendendolo schiavo della propria paura e delle proprie aspettative, portandolo ad adorare se stesso anziché il divino.