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Concetti Chiave

  • Armida è una maga musulmana che usa l'inganno per distrarre i cavalieri cristiani dai loro doveri, seducendo Rinaldo con i piaceri terreni.
  • Il giardino di Armida è un locus amoenus che inganna i cavalieri, rappresentando il male e il depistamento attraverso percorsi labirintici e magie.
  • La natura e i suoi suoni armoniosi riflettono un invito edonistico a cogliere i piaceri della vita, ma accompagnati da una malinconia per la sua brevità.
  • Rinaldo è descritto come un servitore d'amore, invertendo i tradizionali ruoli di genere, con Armida che domina e lavora mentre Rinaldo attende passivamente.
  • Il canto rappresenta una critica alla sottomissione ai piaceri terreni, con Rinaldo che si rispecchia nella vergogna e viene salvato dalla fede cristiana da Carlo e Baldo.

Indice

  1. Armida e il suo inganno
  2. Il giardino e la magia
  3. Natura e il canto del pappagallo
  4. Rinaldo e Armida: una scena
  5. Il capovolgimento dei ruoli
  6. Rinaldo e la sua trasformazione

Armida e il suo inganno

Armida è una maga musulmana che ha il compito di destabilizzare i cavalieri cristiani. Si intrufola nel campo cristiano e si finge una giovinetta in cerca di aiuto in modo da sottrarre le migliori forze ai nemici. Rinaldo viene condotto al giardino della maga dove cede ai piaceri d'amori scordandosi del suo ruolo.

A riportarlo sulla retta via saranno due cavalieri cristiani: Carlo e Baldo.

Il giardino e la magia

Il giardino è il luogo più interno del castello della maga, per raggiungerlo è necessario percorrere strade intricate e fallaci che rievocano la serva ariostesca. La magia viene utilizzata per ingannare e sviare i cristiani. Il castello è simile a quello di Atlante, tuttavia nella Gerusalemme liberata ciò che è magico è ordito dalla malvagità del demonio. In altri termini il giardino, pur essendo un locus amoenus, depista i cavalieri rispetto al cammino retto. In questo poema ciò che è labirintico è fallace, corrisponde al male. In questo canto vi è la contrapposizione fra i piaceri cui gli uomini indugiano volentieri e fra il loro dovere. Tali piaceri derivano dall'inganno e sono quindi esecrabili. Sono temi analoghi a quelli dell'Aminta.

Natura e il canto del pappagallo

La natura produce dei suoni che creano un'armonia orchestrata. Fra questi suoni vi è il canto di un pappagallo che sembra parlare. Tale uccello osserva sbocciare una rosa e la paragona a una fanciulla che tanto più è ammirata, tanto più si nasconde. I petali vengono paragonati al seno della donna. La rosa quando sfiorisce non sembra più quella di un tempo, ciò sta a significare che in un'instante la vita e la giovinezza passano. Vi è una contrapposizione fra il tempo ciclico della natura che ogni primavera rifiorisce e fra la vita dell'uomo, che una volta sfiorito non fiorisce più. Vi è un chiaro invito edonistico, a cogliere la rosa al mattino, nel pieno della sua fioritura; in particolare invita a cedere all'amore e vi è la stessa idea dell'amore che vi è nel canto di Paolo e Francesca: colui che ama viene necessariamente amato. La natura sembra accogliere l'invito, ma Tasso capisce di aver avuto una spinta centrifuga e dice che a questo atteggiamento si oppongono Carlo e Baldo, veri difensori della fede. Oltre all'invito edonistico vi è un sotteso velo di malinconia e di tristezza a causa della brevità della vita.

Rinaldo e Armida: una scena

I due cavalieri si accorgono dei due e osservano una scena che rievoca quella di Marte e Venere, del De rerum natura: Rinaldo è sdraiato sul grembo di Armida, che ha dinanzi al seno un velo scomposto, con una profonda scollatura. I capelli della maga, elemento tentatore, sono scombinati e mossi dal vento. La donna dai capelli sciolti, rappresenta un'immagine diversa da quella della santa: conferiscono alla donna l'idea della scompostezza, della libertà. Il cavaliere pende dalle sue labbra. Armida si specchia in uno specchio e Rinaldo si specchia negli occhi di Armida, entrambi stanno quindi contemplando la bellezza della donna. Lo specchio è un elemento tipico del manierismo, del baracco, da l'idea di qualcosa che sia realtà ma che al contempo sia finzione. Tasso attribuisce allo specchio l'aggettivo “estranio” in quanto è singolare che il cavaliere lo possieda.

Il capovolgimento dei ruoli

Ad Armida viene attribuito il termine “beata”. Non è un termine neutro: da un lato è un chiaro rimando a Beatrice, dall'altro è un'antitesi perchè Armida non ha nulla a che vedere con tale figura e perchè la beatitudine in questo brano è terrena, sensuale e non spirituale. Armida è una dominatrice, Rinaldo un servo d'amore. Nel canto vi è il capovolgimento dei consueti ruoli fra uomo e donna: Rinaldo diventa la donna della situazione, non è necessario nemmeno che faccia i lavori di casa. L'unica occupazione di Rinaldo è di aspettare Armida; invece Armida esce e lavora. Rinaldo viene da lei concepito come un giocattolo, le cose serie per la maga sono il lavoro e gli incantesimi.

Rinaldo e la sua trasformazione

Arrivano Carlo e Baldo, Rinaldo si specchia nei loro scudi e osserva la sua trasformazione in un essere femmineo. Questo specchio è di altro tipo rispetto al precedente, è motivo di vergogna. Al termine del canto Rinaldo esce dal giardino-labirinto in cui si trovava. Nel labirinto di Ariosto i cavalieri errano, ma coincide anche con il luogo delle infinite opportunità. Non vi è alcun giudizio morale, il labirinto è la rappresentazione della complessità della vita dell'uomo. Tasso lo concepisce negativamente perchè a causa del labirinto l'uomo si perde e travia. Il poeta vorrebbe stare nel giardino, che simboleggia i piaceri terreni, in particolare l'amore; ma la controriforma lo costringe ad uscire.

Vi è un rimando al sonetto proemiale di Petrarca perchè l'amore e i piaceri sono ornamenti in adatti a un cavaliere. Vi è anche un rimando al II canto dell'Inferno dantesco: in Dante tutti andavano a dormire e lui solo si accingeva a compiere il faticoso viaggio; qui è il contrario: mentre tutti si affaticano per sconfiggere gli infedeli Rinaldo si sottrae a questo compito.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Armida nel poema?
  2. Armida è una maga musulmana incaricata di destabilizzare i cavalieri cristiani, ingannandoli e allontanandoli dal loro dovere.

  3. Come viene descritto il giardino di Armida?
  4. Il giardino è un luogo magico e ingannevole, simile a un labirinto, che devia i cavalieri dal loro cammino retto, rappresentando il male e i piaceri ingannevoli.

  5. Qual è il significato del canto del pappagallo?
  6. Il canto del pappagallo simboleggia l'armonia della natura e invita a cogliere i piaceri della vita, pur sottolineando la brevità della giovinezza e della vita stessa.

  7. In che modo viene rappresentata la scena tra Rinaldo e Armida?
  8. La scena tra Rinaldo e Armida è descritta con elementi di seduzione e bellezza, con Rinaldo che pende dalle labbra di Armida, riflettendo un capovolgimento dei ruoli tradizionali tra uomo e donna.

  9. Come avviene la trasformazione di Rinaldo?
  10. Rinaldo si specchia negli scudi di Carlo e Baldo, riconoscendo la sua trasformazione in un essere femmineo, e alla fine esce dal giardino-labirinto, simbolo dei piaceri terreni e della complessità della vita.

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