Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • "La Secchia rapita" ambienta la sua narrazione nell'Italia del XIII secolo, incentrata sulla guerra tra Modenesi e Bolognesi scatenata dal furto di una semplice secchia di legno.
  • L'opera presenta un mix di figure eroiche e grottesche, come Renoppia, una guerriera valorosa, e il Conte di Culagna, personaggio vigliacco e oggetto di derisione.
  • Dei dell'Olimpo come Marte e Venere sostengono Modena, mentre Minerva e Apollo sono dalla parte dei Bolognesi, contribuendo a una narrazione che mescola mitologia e storia.
  • L'opera parodia i poemi eroici del Cinquecento, alternando stili solenni e comici per trattare argomenti sia nobili che di poca importanza.
  • La descrizione del Conte di Culagna è ironica e impietosa, mettendo in risalto le sue presunte virtù cortesi e umanistiche, ribaltate da dettagli che ne sottolineano la vigliaccheria.

Indice

  1. La Guerra tra Modenesi e Bolognesi
  2. Intervento degli Dei e Conclusione
  3. Caratteristiche del Poema Eroicomico
  4. Il Conte di Culagna

La Guerra tra Modenesi e Bolognesi

La vicenda, che ha per sfondo l’Italia del XIII secolo, narra la guerra fra i Modenesi e i Bolognesi, in seguito al furto di una vecchia secchia di legno, durante un’incursione. I tentativi diplomatici di arrivare ad un accordo sono vani per cui la guerra scoppia, coinvolgendo anche il re Enzo, figlio di Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero. A fianco dei Modenesi combattono anche Renoppia, una valorosa guerriera, a capo di un esercito di donne, e il conte di Culagna, dal comportamento vigliacco e le cui imprese si guerra, amorose e familiari occupano una gran parte dell’opera. Nella guerra intervengono anche gli dei dell’Olimpo: Marte, Venere e Bacco parteggiano per Modena, mentre Minerva e Apollo appoggiano i Bolognesi.

Intervento degli Dei e Conclusione

Dopo tutta una serie di vicende, le due parti arrivano a concludere la pace: Modena si tiene la secchia e i Bolognesi trattengono il re Enzo come prigioniero.

Caratteristiche del Poema Eroicomico

L’opera, scritta nel 1621, ricorrendo alla parodia e alla dissacrazione, costituisce una forte reazione ai poemi eroici del Cinquecento, senza, però dimenticare il gusto per l’eccentrico e per il bizzarro, molto diffuso nel Seicento. I caratteri più evidenti del poema eroicomico sono, il trattamento solenne, in uno stile molto elevato di una materia umile e di scarsa importanza, oppure il trattamento umile e comico di un argomento nobile. Questa seconda modalità è quella preferita nel XVII secolo anche se, spesso nel corso delle opere, le due modalità si alternano. Nell’ opera, le imprese audaci e valorose o iriti solenni vengono accostati a imprese irrisorie e comiche e a situazioni tipiche della quotidianità più banale. In modo analogo, a personaggi seri, virtuosi e valorosi si alternano ad altri goffi e meschini, come nel caso del Conte di Culagna, che per il suo comportamento arriva ad essere oggetto di pubblica derisione.

Il Conte di Culagna

Le ottave 11-12 e 13 del canto III ci presentano il conte di Culagna, durante la rassegna dell’esercito modenese, nelle vicinanze del fiume Panaro. Egli viene definito coraggioso, galante, filosofo e poeta: quindi è dotato delle tradizionali doti della civiltà cortese, a cui si aggiungo virtù umanistiche poiché sa trattare di temi filosofici e comporre poesie. Fin qui la descrizione del conte è seria, ma alla fine troviamo un altro aggettivo che capovolge la situazione - “bacchettone” - che devia il ritratto in una dimensione ironica, quando avremmo potuto attenderci un contesto così serio che egli fosse “religioso”, “fervente”, “ credente”. La descrizione continua con un’antitesi: “in tempo di pace, quando non c’erano pericoli da correre, era valoroso come Sacripante (un personaggio dell’ Orlando furioso), mentre sul campo di battaglia si mostrava vile, molliccio come un pezzo di polmone. Si vantava con tutti di aver sconfitto dei giganti, ma, alla fine si veniva a scoprire che si trattava di un cappone: addirittura dei monelli erano soliti gridargli che era un vigliacco [Martano è un personaggio dell’Orlando furioso, prototipo della vigliaccheria] Diceva anche di aver al proprio seguito duemila terribili guerrieri, ma in realtà il suo esercito era soltanto una schiera di duecento uomini mal equipaggiati e poco capaci di combattere.. Per indicare i suoi soldati viene utilizzato il termine “scrocchi” che nel significato etimologico significa “mangiatori a ufo”. Come insegna aveva un pavone ma sull’elmo portava anche delle piume e delle corna. Quest’ultimo dettaglio, che al tempo erano simbolo di nobiltà, in realtà fa allusione alle disavventure coniugali del conte. In sintesi si può dire che la descrizione del Conte è veramente impietosa e di essa un lontano modello potrebbe essere costituito dal Miles gloriosus di Plauto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'evento scatenante della guerra tra Modenesi e Bolognesi?
  2. La guerra tra Modenesi e Bolognesi è scatenata dal furto di una vecchia secchia di legno durante un'incursione.

  3. Quali divinità dell'Olimpo intervengono nella guerra e da che parte si schierano?
  4. Marte, Venere e Bacco parteggiano per Modena, mentre Minerva e Apollo appoggiano i Bolognesi.

  5. Come si conclude la guerra tra Modenesi e Bolognesi?
  6. La guerra si conclude con la pace, dove Modena mantiene la secchia e i Bolognesi trattengono il re Enzo come prigioniero.

  7. Quali sono le caratteristiche principali del poema eroicomico?
  8. Il poema eroicomico si caratterizza per il trattamento solenne di una materia umile o il trattamento comico di un argomento nobile, alternando situazioni serie e comiche.

  9. Come viene descritto il Conte di Culagna nel poema?
  10. Il Conte di Culagna è descritto come coraggioso e galante, ma anche come un vigliacco e oggetto di derisione, con un esercito mal equipaggiato e una reputazione esagerata.

Domande e risposte

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