Concetti Chiave
- Il testo è tratto dall'opera di F.F. Frugoni, che narra le vicende di Aurelia Spinola, duchessa del Valentinois e principessa di Monaco, mettendo in evidenza l'inconsistenza delle azioni umane.
- Frugoni utilizza una serie di metafore per descrivere l'uomo e le sue azioni come illusioni e oggetti inconsistenti, sottolineando la vanità della condizione umana.
- L'autore descrive la Morte come una figura cieca e indifferente alle distinzioni sociali, che inevitabilmente colpisce tutti con equità.
- Il testo esprime una visione pessimista e critica della società umana, in contrasto con l'ottimismo rinascimentale e il nascente pensiero scientifico, evidenziando la fragilità e l'illusorietà della vita.
- Dal punto di vista stilistico, il testo presenta un uso eccessivo e meccanico della metafora, tipico della prosa barocca avanzata, per esprimere la vanità delle azioni umane.
Il testo è tratto dall’opera di F.F. Frugoni, uno scrittore vissuto nel XVII secolo, L’Eroina intrepida in cui vengono narrate le vicende di Aurelia Spinola, duchessa del Valentinois e principessa di Monaco, dopo il matrimonio con Ercole Grimaldi, figlio di Onorato II, principe di Monaco.
[Lo scrittore si rivolge alle azioni umane che, in senso metaforico, definisce “macchinazioni”].
Indice
Metafore dell'illusione umana
Partendo dall’affermazione che le azioni umane non sono altro che illusioni, lo scrittore, elenca una serie di asserzioni in cui, nella prima parte definisce l’uomo e la seconda costituisce una conseguenza che caratterizza le azioni, secondo il modello. “se l’uomo non è altro che, voi siete…..”
uomo = ombra / azioni = fumo
uomo = sogno / azioni = fantasmi
uomo = tomba / azioni = vermi
uomo = pianta /azioni = fronde
uomo = tavolo / azioni = scacchi
uomo = pellegrino / azioni = ostacoli di percorso
uomo = commedianti / azioni = tragedie
uomo = ragno / azioni = mosche
uomo = fingo /azioni = profumo
uomo = oggetto di vetro / azioni = rottami
uomo = ampolla / azioni = esalazioni di vapore
uomo = immagine = scuri delle finestre che impediscono la visione delle immagini
uomo = polvere / azioni = atomi
uomo = cane da caccia / azioni = lepri
uomo = onda / azioni = schiuma
uomo = funambolo / azioni = corde
uomo = fantasma / azioni = illusioni
uomo = razzo / azioni = scintille
uomo = vento /azioni = naufragio
uomo = sospiro / azioni = svenimento
uomo = uno zero / azioni = tanti puntini
uomo = un punto / azioni = tanti zeri (= delle nullità)
[Da notare che in questa enumerazione, il secondo termine è sempre inferiore come valore e funzione rispetto al primo. Tutti i termini sono in qualche modo da mettere in relazione con il concetto di illusione, di inconsistenza, di inutilità, di evanescenza, di disvalore. Gli unici due oggetti che assolvono una funzione negativa sono gli “inciampi” che il pellegrino incontra durante il suo viaggio e gli “scuri” che impediscono alla luce di entrare in una stanza e quindi di vedere l’immagine].
L'uomo e le sue chimere
In questo modo, l’uomo da ingegnere che realizza imprese senza ingegno, che gli rovinano la ragione prima che si consolidino e l’opprimono prima ancora che esse trovino un fondamento, si trasforma un vano e pensieroso artefice di chimere oggetto di sogno e in architetto di castelli in aria. Quanti sono, ah quanti sono coloro che innalzano un edificio di marmo su di un punto di fango, senza mai utilizzare la squadra del Tempo, che non affida a chicchessia il suo archipendolo [l’archipendolo è uno strumento che serve per verificare che un piano sia orizzontale; si chiama anche “livello”]. Faremo, faremo…..sono termini che se collegati alla speranza non hanno termine, se relazionati all’efficienza, sono, invece, inconsistenti.
La Morte e la sua falce
La Morte viene rappresentata come uno scheletro, per dimostrare che l’uomo è fatto di una struttura fragile, di esso non rimane che una struttura scarnificata, serve come gabbia ai topi e ai piccoli ragni come nido. La Morte è cieca perché incapace di prevedere il futuro; e porta in mano la falce per recidere anche le piante rigogliose prima che esse non si trasformino in fieno. Con lo stesso piede privo di energia, ma non indebolito, perché è in grado di calcare le rustiche vesti da camera quanto i regali drappi di porpora, bussa alla porta delle case dei grandi uomini, come dei più umili, dei poveri come dei ricchi e fa di tutto un fascio ginestre e gigli, giunchi e papaveri, con la stessa mano destra in modo sempre uniforme. La sua falce non ha alcun rispetto per la ricchezza., il taglio della lama non fa distinzione di condizioni sociali, ma con la sua mano arida tira su dalla vasta urna in cui si rivoltano, in modo confuso, i nomi mescolati degli incerti esseri viventi e quelli che restano sul fondo non sono esenti dalla sorte riservata agli altri, perché, alla fine l’urna si capovolge e tutti, proprio tutti ne sono estratti.[…]
Disordine e vana apparenza
Nel mondo umano tutto è disordine e vana apparenza e qualsiasi sforzo con l’obiettivo di costruire qualcosa, si trasforma in crolli e rovina. Di saldo rimangono soltanto il Tempo e la Morte. Nella visione dello scrittore esiste alcun barlume di speranza. Siamo molto distanti dal concetto rinascimentale secondo cui l’uomo è artefice del proprio destino, ma anche lontano dagli sforzi degli studiosi per dar vita ad un pensiero scientifico moderno. Infatti, in un altro passo, Frugoni ha delle parole sprezzanti nei confronti della teoria eliocentrica, vista come una fantasia di Copernico e un capriccio di Galileo Galilei. Il suo pensier è pertanto estremamente pessimista: in tal senso, l’uomo rappresentato come “ingegniero di macchine scongegnate” è molto significativo. Molti termini appartengono al campo semantico dell’illusione o di ciò che nella realtà è insignificante e di pochissimo valore, quasi inesistente: chimerici, sogno, ombra, fumi, vapori, fiati, immagini, fantasmi, zeri. E anche nella seconda parte, lo scrittore fa riferimento a cose inconsistenti come aerei castelli, crete, svanibili.
Conclusione e riflessioni finali
In sintesi, si può affermare che sul piano tematico, questo testo rappresenta l’instabilità del reale, del disordine e del disfacimento del mondo sociale e morale, tipico del periodo del barocco avanzato. In pratica si tratta di un topos letterario di taglio religioso: vanitas vanitatum, cioè la vanità dei beni terreni e delle azioni umane che solo apparentemente sono consistenti e saldi.
Sul piano stilistico, abbiamo un uso esasperato e meccanico della metafora, cavallo di battaglia della prosa barocca.
1) Che giudizio esprime lo scrittore dell’uomo e delle sue azioni
2) Che genere di metafora usa per rappresentare tale giudizio?
3) Quali caratteristiche attribuisce alla Morte?
4) Da quali elementi riusciamo a capire che il testo è stato prodotto in epoca barocca?
Domande da interrogazione
- Qual è il giudizio dello scrittore sull'uomo e le sue azioni?
- Che tipo di metafore utilizza lo scrittore per rappresentare il suo giudizio sull'uomo?
- Quali caratteristiche attribuisce lo scrittore alla Morte?
- Quali elementi indicano che il testo è stato prodotto in epoca barocca?
- Come viene rappresentato il disordine nel mondo umano secondo lo scrittore?
Lo scrittore esprime un giudizio pessimista sull'uomo e le sue azioni, considerandole illusioni, inconsistenti e di poco valore.
Lo scrittore utilizza metafore che associano l'uomo a elementi evanescenti e di scarso valore, come ombre, sogni, e fantasmi, per sottolineare l'inconsistenza delle azioni umane.
La Morte è rappresentata come uno scheletro cieco e imparziale, che non distingue tra ricchi e poveri, e che recide la vita con la sua falce senza riguardo per le condizioni sociali.
L'uso esasperato e meccanico della metafora, il tema della vanitas vanitatum, e il pessimismo verso la condizione umana sono tipici del periodo barocco avanzato.
Il disordine nel mondo umano è rappresentato come una vana apparenza, dove ogni sforzo di costruzione si trasforma in crolli e rovina, con solo il Tempo e la Morte che rimangono saldi.