Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Gian Francesco Maia Materdona, poeta del XVII secolo, è noto per il suo stile barocco e l'ispirazione petrarchesca, rinnegò le sue opere diventando ecclesiastico.
  • Il sonetto segue lo schema metrico classico ABBA, ABBA, CDC, DCD, tipico per suscitare meraviglia nel lettore attraverso l'uso di artifici barocchi.
  • Nel componimento, il poeta si rivolge a una zanzara, usando perifrasi e metafore senza nominarla direttamente, creando un effetto di meraviglia.
  • Le quartine descrivono il volo e il ronzio della zanzara, mentre le terzine invitano l'insetto a disturbare una donna che non ricambia l'amore del poeta.
  • La zanzara è presentata tramite appellativi epici e retorica varia, suscitando nel lettore meraviglia e ilarità grazie a metafore e allitterazioni argute.

Indice

  1. Gian Francesco Maia Materdona
  2. Il sonetto barocco
  3. Interpretazione del sonetto
  4. Retorica e artifici stilistici

Gian Francesco Maia Materdona

Gian Francesco Maia Materdona è un poeta vissuto nella prima metà del XVII secolo. Per il gusto del gioco verbale e soprattutto della metafora, egli si colloca all’interno della letteratura barocca anche se non manca l’ispirazione petrarchesca. Ad un cero punto della sua vita, abbracciò la carriera ecclesiastica, rinnegando tutte le opere scritte fino ad allora. Di lui si perse ogni traccia, per cui la data della morte (forse 1650) è incerta.

Animato rumor, tromba vagante,

che solo per ferir talor ti posi,

turbamento de l’ombre e de’ riposi,

fremito alato e mormorio volante;

per ciel notturno animaletto errante,

pon freno ai tuoi susurri aspri e noiosi;

invan ti sforzi tu ch’io non riposi:

basta a non riposar l’esser amante.

Vattene a chi non ama, a chi mi sprezza

vattene; e incontro a lei quanto più sai

desta il suono, arma gli aghi, usa fierezza.

D’aver punta vantar sì ti potrai

colei, ch’Amor con sua dorata frezza

pungere ed impiagar non poté mai.

Il sonetto barocco

Dal punto vista metrico, si tratta di un sonetto il cui schema è il seguente: ABBA, ABBA, CDC, DCD. Il componimento è importante per capire la poetica della letteratura barocca, il cui scopo, con tutta una serie di artifici, è quello di suscitare la meraviglia nel lettore.

Interpretazione del sonetto

Il poeta si rivolge direttamente ad una zanzara:

“O rumore animato (riferimento al ronzio che fa l’insetto), o tromba vagante (anche in questo caso il riferimento al ronzio è evidente anche se in modo iperbolico e con una certa arguzia) che ti posi [su di una superficie] soltanto per pungere, turbamento delle ore notturne e del riposo, simile ad un fremito con le ali (riferimento alle vibrazioni tipiche delle ali della zanzara) e mormorio volante;

o piccolo animale vagante nell’aria notturna, metti un freno al tuo ronzio aspro e noioso; inutilmente ti sforzi affinché io non possa riposare: l’essere innamorato è già sufficiente per passare notti insonni.

Va a molestare coloro che non amano, coloro che mi disprezzano; e verso di lei dirigiti, alzando, il più possibile il volume del tuo ronzio, rendi acuminato il tuo pungiglione, usa il tuo vigore.

Così, ti potrai vantare [ottenere maggiore gloria] di aver punto colei che l’Amore con le freccia dorata non ha mai potuto né pungere, né ferire.”

Retorica e artifici stilistici

Come si può facilmente notare, la zanzara non è mai nominata, se non nel titolo. Secondo un suggerimento di G.B. Marino, essa viene designata con una serie di artifici retorici e perifrasi, iperboli, allitterazioni, metafore arricchite spesso da un tono arguto. L’effetto di meraviglia ed anche una certa ilarità, suscitati nel lettore, derivano dall’accumularsi di procedimenti retorici che sui susseguono, variando di volta in volta l’immagine della zanzara. Gli aggettivi associati alla zanzara sono altisonanti e sembrano quasi modellati su appellativi tipici dei poemi epici: tromba, fierezza, armare, dorata.

Per quanto riguarda le allitterazioni, da notare la ripetizione della sibilante che ci richiama il ronzio della zanzara: “sussurri aspri e noiosi”, “,,,ti sforzi….. non riposi…basta…..non riposar…”, “…sprezza…..sai….. desta il suono…. usa fierezza”, “sua dorata frezza”.

Le due quartine e le due terzine si distinguono per ragioni tematiche:

• 1.a quartina: descrizione fisica della zanzara, il suo volo e il suo

ronzio

• 2.a quartina: la zanzara sembra accanirsi la notte contro il poeta che

non riesce, per questo ad addormentarsi

• 1.a terzina: la zanzara viene invitata ad allontanarsi e ad andare a

disturbare la donna che non contraccambia l’amore del poeta

• 2. terzina: simile ad un guerriero che riesce a vincere l’invincibile,

la zanzara colpendo la donna, ne potrà uscire orgogliosa e coperta di

gloria

Domande da interrogazione

  1. Chi era Gian Francesco Maia Materdona e in quale periodo visse?
  2. Gian Francesco Maia Materdona fu un poeta del XVII secolo, noto per il suo stile barocco e l'ispirazione petrarchesca. Abbracciò la carriera ecclesiastica, rinnegando le sue opere precedenti.

  3. Qual è la struttura metrica del sonetto analizzato e quale importanza ha nella letteratura barocca?
  4. Il sonetto segue lo schema metrico ABBA, ABBA, CDC, DCD, ed è significativo per comprendere la poetica barocca, mirata a suscitare meraviglia nel lettore attraverso vari artifici retorici.

  5. A chi si rivolge il poeta nel sonetto e con quali figure retoriche?
  6. Il poeta si rivolge a una zanzara, utilizzando artifici retorici come perifrasi, iperboli, allitterazioni e metafore, senza mai nominarla direttamente, creando un effetto di meraviglia e ilarità.

  7. Quali sono i temi principali delle quartine e delle terzine del sonetto?
  8. Nelle quartine si descrive fisicamente la zanzara, il suo volo e ronzio, e come disturba il poeta di notte. Nelle terzine, la zanzara è invitata a disturbare la donna che non contraccambia l'amore del poeta, ottenendo gloria se riesce a pungere colei che Amore non ha mai potuto ferire.

  9. Come viene rappresentata la zanzara nel sonetto e quali effetti suscita nel lettore?
  10. La zanzara è rappresentata con appellativi epici e attraverso un accumulo di procedimenti retorici che variano l'immagine dell'insetto, suscitando meraviglia e ilarità nel lettore grazie all'uso arguto di metafore e allitterazioni.

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