Concetti Chiave
- Federico della Valle è considerato oggi uno dei principali scrittori dell'età barocca, nonostante sia stato poco riconosciuto dai suoi contemporanei.
- Nato nelle Langhe intorno al 1560, ha trascorso gran parte della sua vita alla corte di Carlo Emanuele I, dove ha scritto opere significative come l'Adelonda di Frigia.
- Le sue opere principali includono tre tragedie: Iudit, Ester e la Reina di Scozia, quest'ultima basata sulla storia di Maria Stuarda.
- Le tragedie di Della Valle si distaccano dalla tradizione classicistica rinascimentale, avvicinandosi più all'oratorio per temi e struttura.
- L'autore ha vissuto a Milano, dove ha continuato a scrivere e pubblicare le sue opere fino alla sua morte nel 1628.
Indice
Federico della Valle: Un Genio Incompreso
Fra le congerie di opere dallo scarso rilievo spiccano quelle di Federico della Valle, che passò quasi inosservato agli occhi dei contemporanei, ma che a noi oggi sembra uno dei maggiori scrittori dell’età barocca.
La Vita e le Opere di Federico
Nato intorno al 1560 nelle Langhe in Piemonte, visse lungamente alla corte di Carlo Emanuele I, folta di letterati; lì compose una tragicommedia, l’Adelonda di Frigia (1595).
Poco prima del 1608 lasciò Torino per Milano, al seguito degli Spagnoli; a Milano compose alcune orazioni funebri ufficiali, stampò le sue tragedie, morì nel 1628.Le Tragedie di Federico della Valle
Del Della Balle restano, oltre all’Adelonda citata e a vari scritti minori (alcuni sonetti; l’inizio di un poema sull’impresa di Rodi compiuta dal Conte Verde; orazioni funebri per Filippo III di Spagna e per il governatore di Milano), tre tragedie: Iudit ed Ester, composte fra il 1590 e il 1600 circa; la Reina di Scozia (una prima redazione risale al 1591, fu rifatta nel 1594, pubblicata nel 1628). Queste tragedie –due, come si vede, di argomento biblico; una di argomento tratto dalla storia contemporanea: la morte di Maria Stuarda a opera di Elisabetta di Inghilterra- sono lontane, sia per i temi, sia per la struttura, dalla tragedia classicistica rinascimentale e si ricollegano piuttosto all’oratorio. Il poeta vi rispetta l’unità di azione e di tempo, ma spesso non di luogo.