Concetti Chiave
- L'Umanesimo a Roma è strettamente collegato alle politiche culturali dei papi e della Curia, influenzato dall'alternanza dei pontefici e dall'afflusso di intellettuali provenienti dall'esterno.
- Niccolò V ha avuto un ruolo fondamentale nella risistemazione della Roma monumentale, mentre Giulio II e Leone X hanno portato artisti come Michelangelo, Raffaello e Bramante a lavorare a Roma.
- L'Umanesimo romano si caratterizza per l'uso del latino e un classicismo filologico e antiquario, con l'obiettivo di mantenere una continuità con le tradizioni antiche e cristiane.
- Flavio Biondo è noto per la sua narrazione storiografica che ricostruisce un millennio di storia italiana, mentre Lorenzo Valla è celebre per il suo contributo alla ricerca linguistica e filologica, confutando l'autenticità della Donazione di Costantino.
- A Roma emerge un filone artistico dedicato allo studio dell'antiquaria, dell'epigrafia e della topografia antica, con rappresentazioni delle rovine ispirate dall'esperienza degli umanisti e artisti come Andrea Mantegna.
Indice
L'Umanesimo a Roma e i Papi
L’Umanesimo a Roma è alimentato, fin dall’ascesa al trono pontificio Martino V (1420), da intellettuali provenienti dall’esterno ed è legato alle politiche culturali dei papi e della Curia. Sugli sviluppi dell’Umanesimo romano incide infatti l’alternarsi dei pontefici: ad Eugenio IV (1431-47) si deve il primo afflusso di intellettuali fiorentini; a Niccolò V (1447-55) la risistemazione della Roma monumentale, affidata a Leon Battista Alberti.
Intellettuali e Monumenti Romani
I grandi fasti della Roma rinascimentale hanno, invece, per protagonisti Giulio II (1503-13) e Leone X (1513-21) che chiamano a lavorare in città artisti del calibro di Michelangelo, Raffaello e Bramante. Per quello che riguarda l’esperienza umanistica, gli indirizzi prevalenti dell’Umanesimo romano sono l’utilizzo del latino e un classicismo di carattere filologico e antiquario che rivela la volontà della curia pontificia di porsi in continuità rispetto alla tradizione antica – greca e latina – e cristiana.
Contributi di Flavio Biondo e Lorenzo Valla
Protagonisti dell’Umanesimo romano nella prima metà del Quattrocento sono due intellettuali settentrionali: Flavio Biondo e Lorenzo Valla. A Flavio Biondo (1392-1463) si deve una narrazione storiografica che affronta per la prima volta la ricostruzione storica di un millennio di vicende italiane, procedendo a ritroso dai suoi tempi (1441) f ino al sacco di Roma da parte dei Goti (412). Il contributo decisivo di Lorenzo Valla (1405-57) riguarda, invece, l’ambito della ricerca linguistica, filologica e critica. Fondamentali sono le sue Elegantiae: una grammatica latina imperniata sulla ricostruzione del significato di parole e costrutti secondo i vari contesti storici e linguistici del loro uso. A lui si deve inoltre la confutazione dell’autenticità della cosiddetta Donazione di Costantino.
Arte e Archeologia nell'Umanesimo Romano
In diretto rapporto con la ricerca filologica e classicistica, si distingue a Roma un filone artistico attento alla riscoperta e allo studio delle testimonianze archeologiche dell’antichità, ovvero allo studio dell’antiquaria, dell’epigrafia (le iscrizioni su pietra) e della topografia antica (la ricostruzione dei siti urbanistici). Diventa allora ricorrente la rappresentazione delle “rovine”, in gran parte legata all’esperienza degli umanisti o degli artisti che, come ad esempio Andrea Mantegna, soggiornano a Roma o la attraversano.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo dei papi nello sviluppo dell'Umanesimo a Roma?
- Chi sono stati i principali intellettuali dell'Umanesimo romano nel Quattrocento?
- In che modo l'arte e l'archeologia si sono intrecciate con l'Umanesimo romano?
I papi hanno avuto un ruolo cruciale nello sviluppo dell'Umanesimo a Roma, influenzando le politiche culturali e promuovendo l'afflusso di intellettuali e artisti, come evidenziato dall'ascesa di Martino V e dai contributi di Eugenio IV e Niccolò V.
Flavio Biondo e Lorenzo Valla sono stati protagonisti dell'Umanesimo romano nel Quattrocento, con Biondo che ha contribuito alla narrazione storiografica e Valla che ha dato un contributo decisivo nella ricerca linguistica e filologica.
L'arte e l'archeologia nell'Umanesimo romano si sono intrecciate attraverso la riscoperta e lo studio delle testimonianze archeologiche dell'antichità, con un'attenzione particolare all'antiquaria, all'epigrafia e alla topografia antica, come dimostrato dall'interesse per le "rovine".