Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il poemetto "La Nencia di Barberino" di Lorenzo de' Medici presenta un contrasto tra linguaggio colto e rustico, riflettendo l'ironia verso il mondo popolare.
  • Vallèra descrive la bellezza di Nencia usando metafore e paragoni tratti dal suo mondo contadino, conferendo un tono comico alle sue lodi.
  • L'opera evidenzia l'ingenuità del protagonista attraverso la sua visione limitata del mondo e i goffi tentativi di esprimere il suo amore.
  • Lorenzo de' Medici utilizza immagini tradizionali della letteratura amorosa, adattandole al contesto rustico per creare un effetto umoristico.
  • Il contesto e i riferimenti culturali di Vallèra mettono in risalto la distanza sociale tra il nobile autore e il suo semplice protagonista.

Ardo d’amore, e conviemme cantare

per una dama che me strugge el cuore;

ch’ogni otta ch’i’ la sento ricordare,

el cor me brilla e par ch’egli esca fuore.

Ella non truova de bellezze pare,

cogli occhi gitta fiaccole d’amore.

I’ sono stato in cittá e ’n castella,

e mai ne vidi ignuna tanto bella.

Questa è la prima ottava con cui inizia il poemetto La Nencia di Barberino. Il contadino Vallèra conta il suo amore per Nencia (diminutivo di Lorenza o Vicenza), una contadinella: “Brucio d’amore e sono costretto cantare per una dama che mi strugge il cuore; tutte le volte che ne sento ricordare il nome, mi turbina il cuore nel petto come se volesse uscire. Non esiste nessuno le cui bellezze siano uguali alle sue, con gli occhi sembra inviare delle fiaccole accese di amore. Ho frequentato tante città e tanti castelli, ma non ho visto mai nessuna donna così bella”. L’ambientazione è il Mugello, dove i Medici erano soliti andare a villeggiare.

Indice

  1. Contrasti di Linguaggio
  2. Bellezza e Goffaggine
  3. Paragoni Rustici
  4. Amore e Indifferenza
  5. Interesse per il Mondo Popolare

Contrasti di Linguaggio

Innanzitutto possiamo osservare come già nelle espressioni della prima ottava si mescolino due tipi di frasario: uno che riecheggia i toni letterari (= “Ardo d’amore, e conviemme cantare”) con un linguaggio più rozzo che richiama la vita di campagna (il cuore che brilla, cioè che gira come una trottola. Il verbo brillare/prillare significa girare di continuo), a cui si aggiungono le immagini dell’ottava successiva che ci presenta il contadino che fa il giro di tutti i mercati della zona dove, però, non ha mai incontrato una donna della stessa bellezza. Questi due modi disegnano la figura di un uomo di campagna che si atteggia a uomo colto. Contemporaneamente, essi anticipano il tono generale dell’opera: lo scrittore oscilla fra la simpatia e la lieve ironia per la goffaggine e la semplicità del mondo popolare. Da notare l’influenza dello Stilnovo e del Petrarca nell’immagine per definire la luminosità dello sguardo della donna amata. Il contadino ricorre alla metafora delle fiaccole infuocate per indicare gli occhi, un motivo tradizionale nella letteratura amorosa in cui la passione è sempre associata alla fiamma. Tuttavia, in Vallèra tale elemento acquista una portata comica. Anche l’ottava successiva ha un aspetto comico. Il contadino fa l’enumerazione di diverse città della Toscana dove egli è stato, come se fossero delle grandi metropoli e termina con il mercato di Barberino dove abita la Nencia

La 2.a strofa non viene commentata perché si tratta di una enumerazione di località della Toscana che Vallèra conosce, come se fossero delle grandi città

Non vidi mai fanciulla tanto onesta,

né tanto saviamente rilevata;

non vidi mai la più leggiadra testa,

né sì lucente, né sì ben quadrata;

con quelle ciglia che pare una festa,

quand'ella l'alza ched ella me guata;

entro quel mezzo è 'l naso tanto bello,

che par proprio bucato col succhiello.

Bellezza e Goffaggine

Vallèra continua a celebrare la bellezza di Nencia, calando qua e là nel suo linguaggio espressioni colte tratte dal mondo della letteratura. Il verso “ Non vidi mai fanciulla tanto onesta,” è ripreso da la Vita Nova di Dante “Tanto gentile tanto onesta pare”. La testa della donna è associata all’aggettivo “quadrata”, cioè di proporzioni ben equilibrate, ma il termine rivela un modo di esprimersi contadinesco e goffo. Il tono popolaresco continua quando Vallèra dice che nel momento in cui la donna alza le ciglia per lui è una festa perché essa gli rivolge gli occhi. Il penultimo verso dell’ottava sembrerebbe quasi portare il lettore verso un tono lirico più elevato che però, immediatamente riconduce la lode versoi un’atmosfera rustica (il naso è talmente perfetto che sembra quasi che sia stato bucato col succhiello, cioè uno strumento quotidiano usato dagli artigiani falegnami. Abbiamo di nuovo un alternarsi di linguaggi, uno elevato e l’altro popolare: tale contrasto è utile per disegnare con più precisione il personaggio e l’ambiente in cui esso vive.

Paragoni Rustici

Le labbra rosse paion di corallo,

ed havvi drento due filar di denti,

che son piú bianchi che quei di cavallo,

e d’ogni lato ella n’ha piú di venti.

Le gote bianche paion di cristallo

sanz’altri lisci, ovver scorticamenti,

ed in quel mezzo ell’è come una rosa,

Nel mondo non fu mai sí bella cosa.

Per i suoi paragoni finalizzati a celebrare la bellezza della donna, il pastore attinge al suo mondo, ha un codice di riferimento che deriva dalla sua condizione di vita: i denti sono più bianchi di quelli di un cavallo. I denti costituiscono un “filare”, cioè sono indicati con un termine in uso nell’agricoltura e il fatto che “da ogni lato ce n’ha più di venti” denota l’ignoranza dell’uomo. L’immagine dei denti accentua di nuovo la goffaggine e la canzonatura di Lorenzo, dotto umanista nei confronti del popolano

Amore e Indifferenza

Ell’ha due occhi tanto rubacori,

ch’ella trafiggere’ con essi un muro.

Chiunque la ve’, convien che s’innamori;

ell’ha il suo cuore, piú che un ciottol, duro,

e sempre ha seco un migliaio d’amadori,

che da quegli occhi tutti presi fûro;

ma ella guarda sempre questo e quello

per modo tal, che mi strugge il cervello.

In questa ottava è da sottolineare la contrapposizione seguente: la Nencia non disdegna il codazzo di spasimanti, anzi li lusinga e guarda questo e quello. Vallèra, invece, non sa come fare per riuscire ad incontrarne lo sguardo. L’immagine del cuore trafitto è un topos letterario, soprattutto tradizionale nella letteratura del tempo. Vallèra trasferisce l’immagine nel suo mondo privo di cultura per cui a gli occhi luminosi della donna amata fa trafiggere un muro. Al quarto verso il cuore è più duro e quindi più insensibile di un ciottolo; quest’ultimo corrisponde al termine “pietra” già usato tante volte da Dante e Petrarca per indicare la mancanza di sensibilità dell’essere amato. Con Lorenzo de’ Medici, tenuto conto dello strato sociale del protagonista la pietra diventa “ciottolo”.

Interesse per il Mondo Popolare

La Nencia non è l’unica manifestazione d’interesse di Lorenzo de’ Medici e della sua epoca per il mondo popolare. Anche il Pulci con la Beca di Dicomano si era avvicinato al mondo dei popolani. Questo non significa che fra i due mondi esistesse nel Quattrocento un’identità di sentire. Pur rappresentando un mondo rustico e primitivo, Lorenzo de’ Medici resta sempre il signore di Firenze, raffinato, letterato di spicco, che il mondo popolare fa divertire. E come se fra i due mondi così diversi, esistesse un diaframma, che invece Ruzzante (con la nobiltà veneziana) riuscì a superare, come riuscì anche il Verga, quando, pur essendo immerso nella società milanese, riesce a parlare dell’umile popolo della Sicilia. Quando, invece, Lorenzo de’ Medici rappresenta Vallèra e il suo innamoramento non corrisposto,, la sua rappresentazione presenta un carattere bonario, paternalistico.

Come sottolineato nel commento alle precedenti ottave,, nella rappresentazione di Vallèra, Lorenzo de’ Medici sembra sorridere, in modo bonario e paternalistico. Qualche esempio: Vallèra elenca i posti che conosce, sembra che abbia viaggiato tanto, ma in realtà si tratta di luoghi tutti molto vicini a Firenze e l’autore sorride di tanta ingenuità.

La celebrazione dei denti di Nencia da un lato fa risaltare il carattere rozzo del giovanotto e dall’altro riprende i suoi codici di riferimento che sono legati alla campagna e agli animali (cavalli, capretta, le bestie mie). Lo stesso avviene alla fine della 9.a ottava quando il viso morbido e bianco della ragazza viene paragonato a un pezzo di grasso di maiale o strutto

Da sottolineare anche l’ignoranza del protagonista (i denti sono 32, quindi 16 per parte e non 20 per lato).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del poemetto "La Nencia di Barberino"?
  2. Il tema principale è l'amore del contadino Vallèra per Nencia, una contadinella, e la celebrazione della sua bellezza attraverso un linguaggio che mescola toni letterari e rustici.

  3. Come viene rappresentata la bellezza di Nencia nel poemetto?
  4. La bellezza di Nencia è esaltata attraverso paragoni rustici e immagini tratte dal mondo contadino, come i denti paragonati a quelli di un cavallo, e l'uso di metafore tradizionali della letteratura amorosa.

  5. Quali contrasti di linguaggio sono presenti nel poemetto?
  6. Il poemetto presenta un contrasto tra un linguaggio elevato, influenzato dallo Stilnovo e da Petrarca, e un linguaggio più rozzo e popolare, che riflette la vita di campagna e la semplicità del protagonista.

  7. In che modo Lorenzo de’ Medici mostra interesse per il mondo popolare?
  8. Lorenzo de’ Medici mostra interesse per il mondo popolare attraverso una rappresentazione bonaria e paternalistica del contadino Vallèra, evidenziando la sua ingenuità e goffaggine in un contesto rustico.

  9. Qual è l'atteggiamento di Nencia verso i suoi ammiratori?
  10. Nencia non disdegna l'attenzione dei suoi ammiratori e li lusinga, mentre Vallèra si strugge per il suo amore non corrisposto, evidenziando un contrasto tra amore e indifferenza.

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