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Concetti Chiave

  • Luigi Pulci, nato a Firenze nel 1432, era un nobile in difficoltà finanziarie che divenne amico intimo di Lorenzo de' Medici.
  • L'opera principale di Pulci, il "Morgante", è un poema in ottave iniziato nel 1461, ispirato da cantari popolari e influenzato da Lucrezia Tornabuoni.
  • Il "Morgante" narra le avventure comiche e burlesche del paladino Orlando e del gigante Morgante, con una reinterpretazione grottesca della materia carolingia.
  • L'opera degrada i valori cavallereschi tradizionali, sostituendoli con virtù profane come astuzia e scaltrezza, mescolando comicità e realismo.
  • Lo stile di Pulci è caratterizzato da metafore popolari e iperboli, con una narrazione episodica e priva di un centro tematico fino alla battaglia di Roncisvalle.

Indice

  1. La vita di Luigi Pulci
  2. Il Morgante e la sua genesi
  3. Le avventure di Orlando e Morgante
  4. La conclusione del Morgante
  5. Stile e significato del Morgante

La vita di Luigi Pulci

Luigi Pulci nacque a Firenze nel 1432 da una famiglia nobile, ma in dissesto finanziario. Francesco Castellani, lo introdusse nella cerchia medicea, dove divenne intimo amico di Lorenzo.Ma quando Lorenzo divenne signore di Firenze, diede a Luigi Pulci, vari incarichi diplomatici, da svolgere in varie città.

A partire dal 1470 accade nella cerchia medicea, un profondo cambiamento ideologico, infatti, sé prima la cultura fiorentina era fortemente laica e aperta alla letteratura popolare e giocosa, successivamente divenne una cultura idealizzante, dominata dal Platonismo, moralmente elevata e volta ad una conciliazione con la fede cristiana. Per questo Pulci, che aveva un temperamento spregiudicato e curioso, viene pian piano allontanato dalla cerchia medicea, infatti decise di lasciare la corte di Lorenzo e di entrare al servizio di Roberto di Sanseverino, capitano di ventura al soldo della signoria fiorentina. Nel 1484, mentre accompagnava a Venezia il Sanseverino, Pulci morì e poiché era scettico nella fede e credeva nella magia, venne sepolto senza funerale religioso.

Il Morgante e la sua genesi

Il Morgante è un poema in ottave, di 28 cantari, cominciato a scrivere nel 1461. Fu esortato a scrivere l’opera da Lucrezia Tornabuoni, la colta madre di Lorenzo, che vorrebbe che fosse valorizzata l’ispirazione religiosa dei cantari popolari.

Pubblicò nel 1478 la prima edizione del Morgante, di cui non possediamo alcuna copia. L’unica fonte di questa opera, da cui Pulci trasse ispirazione, fu un cantante anonimo trecentesco, l’Orlando. Verso la fine del 1970 lo scrittore progettava un secondo poema, che avrebbe dovuto avere un tono più serio e un’impronta più religiosa del primo Morgante, in quanto si sarebbe incentrato sulla rotta di Roncisvalle. Per questa nuova opera, però, Pulci abbandonò la fonte precedente, cioè l’Orlando, e si rifece al altre narrazioni del ciclo carolingio e del ciclo bretone. Ad un certo punto però, lo scrittore rinunciò a creare un nuovo poema e si limita ad aggiungere 5 nuovi cantari, al primo poema. Questi ultimi cantari, oltre ad avere un forte pàthos, manifestano nelle scelte lessicale, un’intenzione nobilitante, attraverso l’uso di latinismi, tecnicismi e voci dotte. Soltanto nel 1483 vide luce l’edizione definitiva del poema, il Morgante, in 28 cantari.

Le avventure di Orlando e Morgante

Il paladino Orlando, sdegnato per la fiducia posta nell’ingenuo Carlo Magno, lascia Parigi per recarsi fra gli infedeli. Durante il percorso incontra Morgante, un gigante armato di un battaglio di campana, che converte alla fede cristiana e nomina suo scudiero. Le sue avventure si intrecciano con quelle di altri paladini, come Rinaldo e Ulivieri. Giunto in oriente Rinaldo si innamora della regina Antea, mentre Morgante incontra il gigante Margutte e si unisce a lui in una serie di grottesche avventure. Alla fine Margutte muore dalle risate e Morgante ritrova Orlando. Insieme si imbarcano nuovamente, ma la nave viene colpita da una forte tempesta. Morgante riesce a trainarla in porto, ma quando si trova già a riva un granchiolino gli morde il piede e il gigante muore.

La conclusione del Morgante

Dopo altre avventure, i paladini tornano a Parigi, dove un angelo appare in sogno a Rinaldo, ordinandogli di liberare la via del Santo Sepolcro, dalle scorrerie del brigante Fuligatto. Ma l’episodio che è appena iniziato, si interrompe bruscamente alla fine del XXIII cantare, in cui l’autore dice di essere stato preso da un'altra fantasia. Racconta infatti, negli ultimi cinque cantari, la spedizione contro la Francia condotta dal re di Spagna Marsilio. Rinaldo e un altro paladino, Riccardetto, lasciano l’Oriente trasportato da due diavoli, che entrano nel corpo dei due cavalli, ma nel frattempo Gano perpetra il suo ultimo tradimento e si accorda con Marsilio, fingendo di trattare con lui la pace, per intrappolare Orlando e i suoi uomini a Roncisvalle. La fine del poema è simile a quella della Chanson de Roland: Orlando combatte egregiamente, e prima di morire, suona il corno, richiamando Carlo Magno, che annienta l’esercito nemico, squarta il traditore e impicca il re Marsilio. La narrazione si conclude con la morte serena di Carlo.

Stile e significato del Morgante

La materia carolingia viene drasticamente degradata e reinterpretata in chiave comico-burlesca, ogni personaggio perde l’aura di nobiltà che pure è conservata nella tradizione dei cantari. Ad esempio, Rinaldo viene raffigurato come un vagabondo in cerca di avventure e di divertimenti, immorale e spregiudicato. Lo stesso Carlo Magno appare un vecchio sprovveduto che si fa raggirare senza neppure rendersene conto. Anche le scene di battaglia sono surreali e quelle tragiche sono presentate in toni molto grotteschi. Agli alti valori aristocratici e cavallereschi, si sostituiscono “virtù” profane, come l’astuzia e la scaltrezza. Inoltre trionfano anche gli istinti più brutali e i bisogni primari del corpo. Se per un verso il poeta sente il fascino del fantastico e del magico, per l’altro verso il poeta presente i personaggi in un modo molto realistico, infatti anche i personaggi minori sono disegnati con molta cura. Si viene a creare una sorta di epopea popolare, nella quale si mescolano comicità ed umorismo, caricatura e realismo. La narrazione è priva di un vero centro tematico, poiché si spezza in una serie di episodi slegati, fatta eccezione per l’ultima parte dove si tratta della battaglia di Roncisvalle e il poeta cerca di sollevare il tono del racconto. Secondo l’ipotesi di Paolo Orvieto, è presente un significato polemico nella parte finale dell’opera, in quanto la figura del perfido re pagano Marsilio, rimanderebbe a quella del filosofo Marsilio Ficino.

Lo stile di Pulci è caratterizzato da un forte gusto per le metafore popolari e per le iperbole.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico e culturale in cui Luigi Pulci ha vissuto e lavorato?
  2. Luigi Pulci nacque a Firenze nel 1432 in una famiglia nobile ma in difficoltà finanziarie. Fu introdotto nella cerchia medicea, dove divenne amico di Lorenzo de' Medici. Tuttavia, con il cambiamento ideologico della cerchia medicea verso una cultura più idealizzante e platonica, Pulci, con il suo temperamento spregiudicato, fu gradualmente allontanato.

  3. Come è nato il poema "Il Morgante" e quali sono le sue caratteristiche principali?
  4. "Il Morgante" è un poema in ottave iniziato nel 1461, su esortazione di Lucrezia Tornabuoni. Pubblicato nel 1478, il poema si ispira a un cantante anonimo trecentesco, l'Orlando. L'opera è caratterizzata da un tono comico-burlesco e da una reinterpretazione della materia carolingia, con personaggi presentati in modo realistico e grottesco.

  5. Quali sono le principali avventure narrate nel "Morgante"?
  6. Le avventure principali includono il paladino Orlando che, deluso da Carlo Magno, si unisce al gigante Morgante, convertendolo alla fede cristiana. Insieme vivono varie avventure, tra cui l'incontro con il gigante Margutte. La narrazione si conclude con la battaglia di Roncisvalle, dove Orlando combatte eroicamente prima di morire.

  7. Come si conclude il poema "Il Morgante"?
  8. Il poema si conclude con la battaglia di Roncisvalle, dove Orlando suona il corno per richiamare Carlo Magno, che arriva per sconfiggere l'esercito nemico. La narrazione termina con la morte serena di Carlo Magno, dopo aver punito il traditore Gano e il re Marsilio.

  9. Qual è lo stile e il significato del "Morgante" secondo Luigi Pulci?
  10. Lo stile del "Morgante" è caratterizzato da un uso di metafore popolari e iperboli, con una narrazione comico-burlesca che degrada la materia carolingia. I personaggi sono presentati in modo realistico e grottesco, e l'opera mescola comicità e realismo, con un significato polemico nella parte finale, secondo l'ipotesi di Paolo Orvieto.

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