Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • I "Canti carnascialeschi" erano ballate popolari del XV e XVI secolo, utilizzate durante il carnevale alla corte dei Medici a Firenze, spesso trattavano temi quotidiani o mitologici.
  • Il "Trionfo di Bacco e Arianna" di Lorenzo De Medici è una celebrazione mitologica che esorta a vivere il presente, riflettendo l'idea del "carpe diem" di Orazio.
  • La struttura metrica della ballata segue quella degli ottonari, con anafore ricorrenti che rafforzano l'invito a godere del momento presente poiché il futuro è incerto.
  • Temi di edonismo, bellezza e giovinezza ricorrono nell'opera, rappresentati da figure mitologiche come Bacco, Arianna e le ninfe, simbolizzando il piacere e la spensieratezza.
  • Il tema della fugacità del tempo è centrale, con un invito a vivere intensamente la giovinezza, evidenziando una malinconia per il tempo che scorre inesorabile.
In questo appunto viene spiegato come i “Canti carnascialeschi (carnevaleschi)” erano delle ballate molto in voga tra il XV e il XVI secolo presso la corte dei Medici a Firenze. Accompagnavano la sfilata dei carri allegorici e delle maschere durante il carnevale ed erano di argomento quotidiano o mitologico.
Lorenzo de' Medici: Trionfo di Bacco e Arianna articolo

Indice

  1. Il trionfo di Bacco e Arianna: parafrasi
  2. Metrica e significato dell’opera
  3. Edonismo, bellezza, giovinezza: i temi dell’opera
  4. La fugacità del tempo e il godimento del presente

Il trionfo di Bacco e Arianna: parafrasi

Parte dei “Canti carnascialeschi” è il “Trionfo di Bacco e Arianna”, una “canzone a ballo” composta da Lorenzo De Medici per il carnevale del 1490.

In particolare il “Trionfo di Bacco e Arianna” celebra il trionfo del dio Bacco e della sua sposa Arianna che su un carro festoso aprono il corteo carnevalesco con altri personaggi della mitologia classica. Riportiamo in seguito una parafrasi della ballata: Quant'è bella la giovinezza, che fugge veloce! Chi vuol essere lieto lo sia ora, ché sul domani non si hanno certezze. Questi sono i bei Bacco e Arianna, innamorati l'uno dell'altra di un amore ardente: stanno sempre insieme felici proprio perché il tempo fugge e inganna. E anche queste ninfe e gli altri personaggi sono allegri. Chi vuol essere lieto, lo sia: il domani non si può sapere.
Questi lieti satiri, innamorati delle ninfe, hanno teso loro cento agguati tra le caverne e i boschi; e ora, riscaldati dal dio Bacco, ballano e saltano continuamente. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
A queste ninfe piace subire gli scherzi dei satiri: nessuno può rifiutare l'amore, se non persone rozze e ingrate: ora, insieme, suonano e cantano continuamente. Chi vuol essere lieto, lo sia ora: sul domani non c’è alcuna certezza.
Questo dio, che sta sopra l'asino, è Sileno: sebbene vecchio, è ubriaco e felice, già cresciuto e avanti con gli anni; sebbene non riesca a stare dritto, tuttavia ride ed è continuamente allegro. Chi vuol essere lieto, lo sia: non ci sono certezze del domani.
A seguirli c’è Mida: che fa diventare d’oro tutto ciò che tocca. Ma a cosa serve avere un tesoro, se poi uno non ne è contento? Che gioia può sentire chi è continuamente sopraffatto dalla sete? Chi vuol essere lieto, lo sia: sul domani non ci sono certezze.
Che tutti aprano bene le orecchie, nessuno si crogioli al pensiero del domani; oggi occorre essere felici, giovani e vecchi, donne e uomini; mandiamo via ogni pensiero triste e facciamo una festa continua. Chi vuol essere lieto, lo sia adesso: del domani non si ha certezza.
E voi, donne e giovani amanti, viva Bacco e viva l'amore! Che ognuno suoni, balli e canti! E che ogni cuore esprima dolcezza! Che spariscano fatica e dolore! Ciò che deve accadere, accada pure. Chi vuol essere lieto, lo sia ora perché domani chissà.
Per ulteriori approfondimenti sul Lorenzo de’ Medici vedi qui

Metrica e significato dell’opera

La sua struttura metrica è quella di una ballata di ottonari piani, formata da una ripresa di quattro versi e da sette stanze di ottonari. Gli ultimi due versi di ogni strofa ripetono gli ultimi due della prima strofa e il terzultimo verso di ogni strofa termina con la parola “tuttavia”, (“continuamente”), tranne l’ultima strofa i cui VV. 58-59 hanno l’identica rima (“sia/sia”). Le rime seguono lo schema xyyx / ababbyyx (si tratta di una “frottola” metro tipico della tradizione popolare toscana). Nel testo è ricorrente, alla fine di ogni stanza, l’anafora “Chi vuol essere lieto, sia: / di doman non c’è certezza.” L’autore, con la continua ripetizione di quest’anafora, esorta a vivere compiutamente ogni attimo della nostra vita terrena di là dalle singole condizioni, finché si è giovani e si è in tempo, perché il futuro resta incerto e nebuloso e di esso non si ha conoscenza alcuna e perciò non si sa cosa possa riservarci. L’invito a essere felice rappresenta la tipica visione del carnevale, periodo in cui ci si dimentica delle sofferenze e delle avversità, abbandonandosi, anche se per pochi giorni, alla gioia sfrenata e al divertimento. Questo tema si riallaccia alla tradizione dei Classici antichi, con riferimento al poeta latino Orazio, che condensò nella sua celebre espressione “Carpe idem” ossia “Cogli l’attimo fuggente”, fatto proprio da Lorenzo in questa ballata. Infatti, l’autore invita tutti senza distinzioni “giovani e vecchi, femmine e maschi” a non cullarsi con le preoccupazioni del domani, a deporre ogni pensiero triste e a vivere l’oggi, continuamente in festa e allegria, assaporando in pieno i piaceri tipici della vita terrena.
Per ulteriori approfondimenti sulla ballata vedi qui

Edonismo, bellezza, giovinezza: i temi dell’opera

La ballata rappresenta i tipici temi trattati nella poetica umanistica: l’edonismo, il naturalismo, la caducità della vita umana (carpe diem), l’esaltazione della bellezza e giovinezza, dei piaceri della vita terrena quali il vino e l’amore, inteso come gioia, allegria, spensieratezza. Alcuni di questi temi sono rappresentati da personaggi propri della mitologia classica inseriti come protagonisti in quest’opera. Bacco e Arianna appaiono allegri e felici, festanti, fortemente innamorati l’uno dell’altro, rappresentano la massima espressione dell’amore giovanile allegro, gioioso, incurante del tempo ingannatore e fuggente. Le ninfe, creature piene di grazia e leggerezza sono ben contente di subire gli agguati amorosi che tendono loro i satiretti, figure mitologiche per metà uomo e metà caprino. Esse, così come anche Arianna, rappresentano l’amore, la grazia associata alla bellezza e alla giovinezza. Bacco, essendo il Dio del vino nella mitologia greca, rappresenta quindi, oltre all’amore, anche il pieno godimento dei piaceri terreni, quali feste, vino, gioia, balli. I satiretti rappresentano gli impulsi sessuali e naturali. Tutti questi personaggi rispecchiano la concezione dell’amore propria di Lorenzo il Magnifico, secondo il quale solo le persone rozze, volgari e senza grazia sono insensibili al richiamo di questo sentimento, inteso come valore virtuoso meritevole solo delle persone d’animo gentile. Sileno, divinità dei boschi, precettore di Bacco, secondo la tradizione popolare è raffigurato grasso, vecchio sopra il dorso di un asino; rappresenta la vecchiaia. Essendo in età avanzata, ormai non può più abbandonarsi all’amore, tipico della gioventù, e quindi per consolarsi, si lascia anch’esso trasportare dal clima gioioso e festoso, ubriacandosi e ridendo, senza alcun ritegno. Mida, mitico re della Frigia, rappresenta l’avidità, infatti, ebbe da Bacco il dono, rivelatosi poi nefasto, di trasformare in oro tutto quello che toccava. Non potendo bere, altrimenti il vino si trasformerebbe in oro, la sua condizione appare triste e infelice, emblematica di come la sua sete di ricchezza sia fonte d’infelicità non potendo godere delle gioie delle piccole cose. Questa è anche una rappresentazione della poesia cortese secondo cui chi è nobile d’animo deve abbandonare l’avarizia.
Per ulteriori approfondimenti sul tema della bellezza vedi qui

La fugacità del tempo e il godimento del presente

Un altro tema che compare all’inizio dell’opera nei versi “Quant’è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia!” è quello della fugacità del tempo che scorre inesorabile, l’autore fa un invito pressante, quasi ossessivo a vivere intensamente la propria giovinezza destinata a sfiorire inesorabilmente con il passare degli anni.
Nell’opera ricorre frequentemente il tema dell’edonismo idillico, cioè la ricerca del piacere, non inteso come piacere sfrenato, bensì l’esaltazione della bellezza interpretata dalla figura femminile, la cui perfezione giovanile del corpo emana una carica di spiritualità e sensualità. La ballata contiene in sé anche una leggera contrapposizione, se da un lato vi è l’esaltazione legata al pieno godimento dei piaceri terreni, dall’altro vi è una sottile malinconia derivante dalla consapevolezza del tempo che scorre e della giovinezza e bellezza destinata a svanire. Questo sentimento si deduce dall’enfasi con cui è ripetuto dall’autore l’avverbio “tuttavia”, chiaro presagio della caducità della vita umana. Infatti, all’uomo non è dato sapere, né la conoscenza del proprio futuro, né il potere di determinarlo, per questo conviene concentrarsi unicamente sul proprio agire nel presente, senza illudersi su ipotetiche speranze future e senza farsi condizionare dall’ansia e dal timore. La ballata contiene la stessa visione mondana e umanista di altre poesie del quattrocento. In Lorenzo non è presente il sereno abbandono alle gioie della vita, come nella poesia del Poliziano, influenzato forse dal fatto che Lorenzo era già ammalato e quasi alla fine della sua esistenza. Nella sua poesia traspare una leggera vena malinconica diversa dal Poliziano. Il lessico usato da Lorenzo è semplice, usa termini comuni e non sublimi, di facile comprensione poiché destinata al ceto popolare, è ancora scritta in volgare fiorentino del fine Quattrocento.
Per ulteriori approfondimenti sul “carpe diem” vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato principale del "Trionfo di Bacco e Arianna"?
  2. Il "Trionfo di Bacco e Arianna" celebra il trionfo del dio Bacco e della sua sposa Arianna, esortando a vivere il presente e godere dei piaceri della vita, poiché il futuro è incerto.

  3. Quali sono i temi principali trattati nella ballata?
  4. I temi principali includono l'edonismo, la bellezza, la giovinezza, la fugacità del tempo e il godimento del presente, riflettendo la poetica umanistica e la tradizione classica.

  5. Come è strutturata la metrica del "Trionfo di Bacco e Arianna"?
  6. La ballata è composta da ottonari piani, con una ripresa di quattro versi e sette stanze di ottonari, seguendo lo schema metrico xyyx / ababbyyx tipico della tradizione popolare toscana.

  7. Qual è il messaggio dell'anafora "Chi vuol essere lieto, sia: / di doman non c’è certezza"?
  8. L'anafora invita a vivere intensamente il presente, senza preoccuparsi del futuro incerto, esortando a godere dei momenti di felicità e spensieratezza.

  9. Come vengono rappresentati i personaggi mitologici nella ballata?
  10. I personaggi mitologici, come Bacco, Arianna, le ninfe e i satiri, simboleggiano l'amore, la giovinezza, la bellezza e il godimento dei piaceri terreni, mentre figure come Sileno e Mida rappresentano la vecchiaia e l'avidità.

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