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Concetti Chiave

  • Il sonetto di Petrarca esplora il tema dell'isolamento e della solitudine come risposta a un'ossessione amorosa, con il poeta che cerca rifugio nei "deserti campi" per sfuggire al giudizio degli altri.
  • La relazione tra il paesaggio e lo stato d'animo del poeta è centrale: il paesaggio diventa specchio della sua inquietudine interiore, con descrizioni stilizzate che riflettono il suo desiderio di isolamento.
  • Petrarca utilizza una forma armoniosa e bilanciata per rappresentare l'angoscia interiore, con uno stile che enfatizza il controllo razionale dei sentimenti attraverso una struttura metrica precisa e un ritmo lento e regolare.
  • Il sonetto presenta una serie di coppie di aggettivi (solo et pensoso, tardi et lenti) e parallelismi che danno linearità al testo, suggerendo equilibrio anche in mezzo al tormento emotivo.
  • Elementi fonetici, come rime, assonanze e allitterazioni, rafforzano l'effetto armonico del sonetto, accentuando il contrasto tra l'isolamento del poeta e l'onnipresenza del sentimento amoroso.

Indice

  1. Il Poeta e l'Isolamento
  2. Misurare le Angosce
  3. Evitare la Compagnia Umana
  4. La Solitudine come Difesa
  5. Armonia tra Natura e Sentimenti
  6. L'Ineluttabilità dell'Amore
  7. Il Paesaggio come Rifugio
  8. Stile Armonico di Petrarca
  9. Ritmo e Struttura del Sonetto
  10. Elementi Fonetici e Contrasti

Il Poeta e l'Isolamento

Il poeta, invaso dai pensieri tristi e dominato dall’ossessione amorosa, sente il bisogno di cercare l’isolamento, la solitudine, quindi il sentimento d’amore si traduce in un sentimento di fuga.

All’inizio del sonetto (v.1), sono presenti due aggettivi (solo et pensoso), e come potremo notare anche in altri casi (dal momento che non sono gli unici all’interno del sonetto) sono strettamente correlati tra di loro.

Misurare le Angosce

Dunque, in totale solitudine, il poeta percorre in lungo e in largo questi deserti campi, come se li misurasse. Utilizza il gerundio (mesurando) per sottolineare la lentezza del suo passo (passi tardi e lenti), che scandisce lo scorrere della sua profonda meditazione. Il fatto di misurare i suoi passi, possiamo anche vederlo come un tentativo di conferire una misura anche alle sue angosce, alla sua inquietudine interiore. Alla fine del v.2, ritroviamo un’ulteriore coppia di aggettivi, ovvero tardi et lenti, che costituiscono una coppia sinonimica, una costruzione tipica del Canzoniere.

Evitare la Compagnia Umana

L’innamorato guarda attentamente a terra, per sfuggire a ogni luogo segnato da delle impronte umane; cerca quindi di evitare la compagnia degli altri uomini. Qui, troviamo un iperbato, infatti, la parola intenti si riferisce agli occhi, ciò serve per sottolineare la parola in rima, per evidenziare il contrasto tra la lentezza e la quiete dei passi e l’agitazione, l’inquietudine interiore, che si manifesta nello sguardo dell’innamorato, ansioso di scappare da ogni luogo “contaminato” dalla presenza di altri esseri umani.

La Solitudine come Difesa

Non trova altra difesa, altro riparo, che lo salvi dalla gente che si accorge della sua condizione, del suo amore conflittuale. Quindi, per non esibire la propria sofferenza, per impedire che gli altri possano leggere ciò che nasconde nel cuore, non trova altra soluzione che l’isolamento (vv.5-6). È nei suoi atteggiamenti, nei suoi gesti, privi di gioia e di allegria, che da fuori si comprende come egli dentro bruci d’amore (avvampi). La parola avvampi (fine v.8), rimanda un po’ alla metafora del fuoco, che è un motivo tradizionale della poesia amorosa. È proprio in questa seconda quartina che il poeta mette a fuoco il motivo centrale del testo, ovvero l’innamoramento: l’innamorato che si rifugia nella solitudine per paura che dal suo aspetto esteriore, il suo sentimento sia scoperto dagli uomini che lo circondano e che diventi argomento di pettegolezzo e di derisione. In questo senso, recupera ciò che aveva detto nella seconda quartina del sonetto proemiale (favola).

Armonia tra Natura e Sentimenti

Egli crede che il paesaggio, vale a dire i monti, i campi, i fiumi e i boschi sappiano di che genere (tempre) sia la sua vita, che il poeta nasconde alle altre persone. Ciò, non fa altro che rafforzare la corrispondenza, l’armonia tra la natura e l’innamorato (approfondimento in seguito). La costruzione della prima terzina (vv.9-10-11) è tutta realizzata attraverso un polisindeto (la ripetizione di et), rafforzato dall’enjambement, che dà l’impressione che il paesaggio in una maniera smisurata, così vasta da mettere in evidenza la solitudine dell’innamorato, che turbato, si muove senza una meta. La presenza di questi numerosi polisindeti e da alcuni enjambement rendono più rapida e scandita la lettura dei versi.

L'Ineluttabilità dell'Amore

Nell’ultima terzina (vv.12-13-14), il poeta asserisce di non riuscire a trovare dei luoghi così deserti, da bloccare il passaggio ad Amore, che lo segue e parla con il poeta, e quest’ultimo con lui. Quest’ultima terzina ha inizio con una congiunzione avversativa, che serve a sottolineare come si possa sfuggire agli altri, ma non a se stessi. Troviamo la personificazione di Amore, che segue ovunque l’uomo, e serve per indicare come tali pensieri (i pensieri amorosi) lo dominino come una forza assoluta e indomabile. Isolato in questa terzina, è presente il secondo nucleo argomentativo, dove troviamo un’idea nuova: l’innamorato, quando non può stare in compagnia della donna che desidera cerca la solitudine, non solo per sfuggire ai suoi simili, ma anche perché lo stare solo gli appare come un possibile rimedio ai tormenti interiori, ai dolori provocati dalla lontananza dell’amata, e solo quando è davvero solo, può avvertire la compagnia di Amore.

Il Paesaggio come Rifugio

Il paesaggio dove l’innamorato cerca rifugio non viene descritto particolarmente, ma il poeta fornisce dei veloci accenni: utilizza per la descrizione dei sostantivi generici, mentre gli aggettivi sono piuttosto limitati e vaghi (selvaggio e deserto), che nel complesso delineano un paesaggio monotono, senza alcun colore e stilizzato. Questo perché l’obiettivo del poeta non è quello di fare una descrizione oggettiva, ma sottolineare il legame tra il paesaggio e la condizione interiore del protagonista, che soffre a causa delle pene amorose e desidera semplicemente isolarsi per placare la propria inquietudine. La natura è vista come confidente e specchio dei sentimenti umani o meglio del suo conflitto interiore. È l’unico testimone di questa “battaglia”, ed è un testimone muto, l’unico che viene ammesso nella sua vita interiore, che riesce solo ad ascoltare e osservare il suo patimento, come se condividesse il suo malessere. Inoltre, quando il poeta scrive sì aspre vie… sì selvagge (v.12), sembra recuperare gli aggettivi utilizzati anche da Dante all’inizio dell’Inferno, per la descrizione della selva, ed egli proietta nella natura il suo stato d’animo inquieto, vittima di una passione incontrollabile accompagnato da una sensazione di grande dolore, di smarrimento. Tuttavia, non è solo lo spazio ad essere indeterminato, lo stesso infatti vale per il tempo, di cui non abbiamo alcuna indicazione.

Stile Armonico di Petrarca

Questo sonetto ci dimostra in maniera esemplare come la lirica di Petrarca riesca a presentare una condizione così angosciante con una forma armoniosa ed equilibrata. Lo stile armonico ed equilibrato (che si ripete in molte altre composizioni del Canzoniere) ha una ragione etica: esaminare e approfondire il tormento interiore con quiete e riflessione, vuol dire cercare di controllarlo in maniera razionale, al contrario, provare a manifestarlo passionalmente, significherebbe cedergli, senza provare a superare gli aspetti cupi e negativi. Dunque, è questo ciò che fa lo stile: ogni suo elemento suggerisce equilibrio e controllo, in contrapposizione con il tema trattato: l’angoscia interiore.

Ritmo e Struttura del Sonetto

Ogni strofa si conclude con un punto fermo, ed è quindi autonoma dal punto di vista sintattico. Si viene così a creare un ritmo lento, regolare e scandito, rafforzato dalla divisione di ogni quartina in due distici, e dalla pausa a metà del verso centrale di ogni terzina. Il ritmo del sonetto è come se riproducesse quello lento e scandito dei passi.

In più, a contribuire all’effetto armonico, sono dei parallelismi, che danno linearità al sonetto, per esempio la frequenza di coppie di aggettivi e la loro disposizione, ovvero all’inizio e alla fine di versi successivi: solo et pensoso, tardi et lenti, o anche nello stesso verso: sì aspre… sì selvagge, con meco… co llui. Sono presenti anche coppie di elementi contrapposti: spenti, avampi (vv.7-8), sappian, celata (v.10-11).

Elementi Fonetici e Contrasti

Sul piano fonetico poi, riconosciamo inoltre facilmente l’intenzione di Petrarca di legare tra loro le parole in rima (che nelle quartine sono incrociate e nelle terzine replicate), per esempio nelle due quartine (campi, scampi), o nelle terzine altrui e collui, che mette in risalto il contrasto tra l’isolamento del poeta dagli altri e la presenza continua del sentimento dell’amore, di cui non riesce a liberarsi. Sono presenti poi diverse assonanze e allitterazioni, come ai vv.1-2 e 12.

Notiamo inoltre, che alla fine dei primi 8 versi del sonetto, ricorre la vocale i (ma anche nell’ultimo verso di ogni terzina: altrui e co llui), preceduta da gruppi simili, formati da consonanti nasali e consonati occlusive, come MP o NT, che contribuiscono a trasmettere un senso di equilibrio al componimento.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale del sonetto analizzato?
  2. Il tema centrale del sonetto è l'isolamento del poeta, che cerca rifugio nella solitudine per sfuggire all'angoscia amorosa e alla compagnia umana, trovando nella natura un confidente silenzioso.

  3. Come viene descritta la solitudine del poeta?
  4. La solitudine del poeta è descritta come una difesa contro il giudizio altrui, un modo per nascondere il suo amore conflittuale e un tentativo di misurare le proprie angosce attraverso il lento camminare nei campi deserti.

  5. In che modo la natura è rappresentata nel sonetto?
  6. La natura è rappresentata come un rifugio e un testimone muto del tormento interiore del poeta, con un paesaggio stilizzato e monotono che riflette la sua condizione emotiva.

  7. Qual è lo stile utilizzato da Petrarca nel sonetto?
  8. Petrarca utilizza uno stile armonico ed equilibrato, caratterizzato da parallelismi, coppie di aggettivi e contrasti, per esprimere l'angoscia interiore in modo controllato e riflessivo.

  9. Quali elementi fonetici contribuiscono all'armonia del sonetto?
  10. Elementi fonetici come rime incrociate, assonanze, allitterazioni e la ripetizione di suoni nasali e occlusivi contribuiscono a creare un senso di equilibrio e armonia nel sonetto.

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