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Concetti Chiave

  • Petrarca si differenzia da Dante per il suo distacco dalla politica attiva, preferendo valori classici come giustizia, virtù e pace, piuttosto che l'idea di un imperatore sovrano.
  • Critica duramente la Curia pontificia nei sonetti "avignonesi", descrivendo Avignone come una "Babilonia" e sostenendo il ritorno del papato a Roma.
  • Supporta il tentativo di Cola di Rienzo di restaurare Roma al suo antico splendore, opponendosi alla decadenza causata dall'assenza papale.
  • La canzone "Italia mia" riflette il desiderio di Petrarca di unire l'Italia, raffigurata come un ideale astratto da difendere e promuovere attraverso la poesia.
  • Petrarca si presenta come un intellettuale critico, che si impegna a denunciare le ingiustizie del suo tempo e a ispirare un ideale di unità nazionale.

Indice

  1. Petrarca e il pensiero politico
  2. Critica alla Curia pontificia
  3. Italia mia e l'ideale di unità

Petrarca e il pensiero politico

La nuova posizione di Petrarca si riflette anche nel suo pensiero politico. Già Dante, prima di lui, si era interessato di politica, sia come magistrato del Comune fiorentino (quindi impegnato in prima persona nell’azione politica) sia come poeta-profeta, che auspicava il ritorno, con l’aiuto di Dio, di una forte autorità imperiale.

Petrarca, invece, non è mai direttamente impegnato nella vita politica; gli è inoltre estranea, ormai, l’idea medievale di un imperatore unico sovrano dell’Europa cristiana. Egli guarda, piuttosto, ai valori di giustizia, virtù e pace, cari alla tradizione classica. Da quest’ultima ricava anche l’ideale di una Roma faro di civiltà per tutti i popoli.

Critica alla Curia pontificia

Tra gli scritti politici di Petrarca spiccano i sonetti chiamati “avignonesi”, raccolti nel Canzoniere e assai critici nei confronti del malcostume della Curia pontificia: durante la permanenza ad Avignone essa si è trasformata, a suo dire, in una «Babilonia» (la città che nella Bibbia è sede di tutti i vizi umani). Petrarca non accetta, in particolare, il fatto che i papi abbiano abbandonato Roma, la splendida patria della classicità e della cultura. Per questo motivo appoggia il tentativo di Cola di Rienzo di far rinascere nella Roma abbandonata dai papi una repubblica (1344-1347), con cui riportare la città all’antico splendore.

Italia mia e l'ideale di unità

Avignone, Roma e l’Italia sono i tre poli della politica petrarchesca. All’Italia già Dante aveva dedicato il sesto canto del Purgatorio, accusando l’imperatore (e la Chiesa) di aver abbandonato la penisola agli odi e alle guerre tra le varie fazioni. Mezzo secolo dopo anche Petrarca scrive una solenne canzone, Italia mia, amata e imitata, lungo i secoli, da molti letterati, come Machiavelli, Foscolo e Leopardi.. Nasce così la canzone Italia mia, vicina allo spirito civile della grande poesia classica (in particolare alle opere dei poeti latini Orazio e Virgilio).

Leggiamo la prima strofa della canzone petrarchesca, in cui il poeta denuncia la situazione di crisi e di grave pericolo della penisola Con linguaggio elevato, adatto al tema trattato, il poeta si rivolge direttamente all’Italia, raffigurandola come una persona cara, che soffre per le sue «piaghe mortali » (v. 2) e non merita un destino tanto crudele. Nella seconda parte della strofa Petrarca prega addirittura Dio di intervenire prontamente, allontanando gli istinti guerreschi, così radicati nella penisola. Va considerato che nel XIV secolo l’Italia è frazionata in molti poteri diversi e dunque non esiste come entità politica. Parlando di Italia, sia Dante sia Petrarca hanno in mente qualcosa di astratto, un puro ideale, che spetta ai poeti e agli intellettuali sostenere e diffondere. È il compito che Petrarca assume negli ultimi due versi della strofa, quando si augura che Dio gli ispiri parole di verità («’l Tuo vero [cioè di Dio] […] per la mia lingua s’oda»). Egli incarna dunque un nuovo tipo di intellettuale, che non esita a porsi quale coscienza critica del proprio tempo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione di Petrarca riguardo al pensiero politico rispetto a Dante?
  2. Petrarca non è mai stato direttamente coinvolto nella vita politica e si distacca dall'idea medievale di un imperatore unico sovrano dell'Europa cristiana, preferendo i valori di giustizia, virtù e pace della tradizione classica.

  3. Come critica Petrarca la Curia pontificia nei suoi scritti?
  4. Nei sonetti "avignonesi" del Canzoniere, Petrarca critica il malcostume della Curia pontificia ad Avignone, paragonandola a una "Babilonia" e disapprovando l'abbandono di Roma da parte dei papi.

  5. Qual è l'ideale di unità che Petrarca esprime nella canzone "Italia mia"?
  6. Petrarca esprime un ideale di unità per l'Italia, raffigurandola come una persona cara che soffre e pregando Dio di allontanare gli istinti guerreschi, in un contesto in cui l'Italia è frazionata in molti poteri diversi.

  7. Qual è il ruolo che Petrarca assume come intellettuale nel suo tempo?
  8. Petrarca si pone come coscienza critica del suo tempo, sostenendo e diffondendo l'ideale di un'Italia unita e ispirando parole di verità, incarnando un nuovo tipo di intellettuale.

Domande e risposte

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