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Habilis
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Concetti Chiave

  • Il sonetto di Petrarca celebra l'immagine ideale di Laura, la cui bellezza e bontà restano immutate nella memoria del poeta nonostante lo scorrere del tempo.
  • Laura viene rappresentata come una creatura sovrumana e angelica, un incanto che resiste e persiste nel cuore del poeta.
  • Petrarca utilizza un montaggio alternato, dedicando alcune strofe alla descrizione di Laura e altre all'analisi delle sue reazioni emotive.
  • Il sonetto introduce un elemento innovativo rispetto alla tradizione: l'affievolirsi della bellezza di Laura, che riflette il passare del tempo e la natura umana.
  • L'alternanza dei tempi verbali nel sonetto evidenzia l'incertezza del poeta tra l'eterno e l'effimero, tra ciò che resta immutato e ciò che cambia.

Indice

  1. L'incanto di Laura
  2. La bellezza di Laura
  3. L'originalità di Petrarca
  4. L'amore eterno

L'incanto di Laura

È un sonetto d’innamoramento composto molti anni dopo il primo incontro con Laura, quando ormai la bellezza della donna appare irrimediabilmente sfiorita. Nella memoria del poeta l’immagine dell’amata rimane però intatta, con la sua bellezza e la sua bontà: la perfezione di Laura suscita un incanto che resiste anche allo scorrere del tempo.

È l’incanto stesso della grande poesia.

● l’apparizione della donna come creatura sovrumana;

● il fascino dell’amata a cui il poeta non può resistere;

● la dolcezza della visione, capace di resistere allo scorrere del tempo.

Sonetto con quartine a rime incrociate (schema: ABBA ABBA) e terzine a rime CDE DCE.

La bellezza di Laura

Il poeta ricorda Laura nel pieno della sua bellezza. In un indefinito passato («Erano») prendono vita alcuni tratti che infiammarono d’amore il poeta: le chiome bionde mosse dal vento, gli occhi luminosi, il viso atteggiato a bontà. L’incedere simile a quello di una creatura angelica e il suono della sua voce fanno apparire la donna come un essere soprannaturale, uno spirito divino incarnato, un sole vivente. E se anche Laura oggi appare diversa, assai meno splendente a causa dello scorrere del tempo, la ferita d’amore rimane viva e pungente. La lode della donna-angelo era tra i motivi più frequenti nella lirica d’amor cortese. Petrarca recupera tale motivo e lo sviluppa, prendendo in prestito un’espressione del linguaggio cinematografico, con un montaggio alternato: dedica cioè la prima e la terza strofa alla rappresentazione/descrizione della donna amata; incentra invece la seconda e la quarta strofa sull’analisi delle proprie reazioni (lo si nota in particolare ai versi 7 e 13, nei quali compare il pronome personale “io”). Nella lode di Laura sono riconoscibili alcuni elementi tradizionali fissati dalla poesia d’amor cortese: i capelli sono biondi, i suoi occhi risplendono, la donna «passa per via» mostrandosi quale creatura sovrumana, la sua visione apre immediatamente nel poeta-amante una ferita d’amore. Tutti spunti già letti nei lirici precedenti.

L'originalità di Petrarca

Dai poeti provenzali Petrarca riprende anche il senhal, ossia l’artificio retorico con cui essi occultavano nei loro testi il nome della donna amata. Qui il senhal sfrutta l’omofonia (ossia l’identità di suono) tra «l’aura» (il vento) e il nome dell’amata (Laura). Petrarca, però, non si accontenta di riprendere la tradizione, ma la rielabora in modo originale. Anzitutto, sembra che lo splendore di Laura non sia soltanto una sua qualità: è lo sguardo innamorato del poeta ad attribuire alla donna quella natura così angelica, come lasciano ipotizzare le forme verbali in prima persona «mi parea» (v. 6) e «quel ch’i’ vidi» (v. 13). Inoltre, la Laura di Petrarca non è un angelo al riparo delle cose terrene: al contrario, gli anni passano anche per lei, come possiamo cogliere dal verso 13, che pure usa una forma dubitativa («et se non fosse or tale»). L’affievolirsi della bellezza è un motivo inedito, sconosciuto ai precedenti poeti d’amore. Dunque gli anni passano per tutti e nemmeno Laura è immune al cambiamento.

L'amore eterno

La luce dei suoi occhi ora è più fievole; ella forse non possiede più quella potenza divina («spirito celeste», v. 12) che faceva ardere d’amore il poeta. Ma, a dispetto del tempo, non muta la profondità del sentimento amoroso: esso non è «piagha» (v. 14) che possa guarire. Un amore di questo tipo, ideale e insieme umanissimo, acquista la dignità di una dedizione quasi soprannaturale, capace di resistere intatta nel tempo. Un aspetto molto caratteristico del sonetto è l’oscillazione dei tempi verbali. L’imperfetto («Erano», «avolgea», «ardea», «parea», «avea», «era», «sonavan») ha una funzione descrittiva e proietta nel passato la bellezza di Laura. Il passato remoto («arsi», «fu» «vidi») sottolinea, invece, l’unicità dell’evento (ossia il primo incontro e il successivo innamoramento). Infine, il presente («son», «non sana») mostra gli effetti dello scorrere del tempo: al verso 4 come mutamento (lo sguardo di Laura ha perso luce), al verso 14 come permanenza (l’amore è rimasto inalterato). Tale alternanza sembra riflettere le incertezze del poeta, perennemente in dubbio tra ciò che resta eterno e immutabile nel tempo e ciò che invece è effimero e quindi destinato a sfumare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'incanto di Laura secondo il poeta?
  2. L'incanto di Laura risiede nella sua bellezza e bontà, che rimangono intatte nella memoria del poeta nonostante il tempo, suscitando un fascino irresistibile e duraturo.

  3. Come viene descritta la bellezza di Laura?
  4. Laura è descritta con tratti angelici e soprannaturali, come i capelli biondi e gli occhi luminosi, che infiammano d'amore il poeta, nonostante il tempo abbia affievolito il suo splendore.

  5. In che modo Petrarca dimostra originalità nella sua poesia?
  6. Petrarca dimostra originalità utilizzando il senhal e attribuendo la natura angelica di Laura allo sguardo innamorato del poeta, riconoscendo anche il passare del tempo e l'affievolirsi della bellezza.

  7. Cosa rappresenta l'amore eterno per il poeta?
  8. L'amore eterno rappresenta un sentimento profondo e immutabile che resiste al tempo, acquisendo una dignità quasi soprannaturale, nonostante la bellezza di Laura sia cambiata.

  9. Qual è l'importanza dell'oscillazione dei tempi verbali nel sonetto?
  10. L'oscillazione dei tempi verbali riflette le incertezze del poeta tra l'eterno e l'effimero, descrivendo la bellezza passata di Laura e l'unicità dell'innamoramento, mentre il presente mostra gli effetti del tempo sull'amore.

Domande e risposte

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