Concetti Chiave
- Il sonetto di Petrarca delinea un ritratto della donna amata, richiamando elementi stilnovistici come la luce negli occhi e i capelli biondi al vento.
- Petrarca introduce la nozione dello scorrere del tempo, descrivendo Laura in un passato determinato, distinguendosi così dalla tradizione dello Stil Novo.
- La prima quartina presenta Laura attraverso l'emblema dell'aura, con suoni ricorrenti che ne evocano l'essenza, e offre una descrizione degli occhi e dei capelli.
- Nella seconda quartina, il poeta si concentra sul viso di Laura, raccontando come se ne innamorò a prima vista.
- La conclusione del sonetto utilizza una metafora tra una ferita d'arco e l'innamoramento, sottolineando che nessuna delle due guarisce con il tempo.
Ritratto di Laura
Il sonetto, composto probabilmente intorno al 1340, quindi prima della morte di Laura e della mutatio animi, vuole delineare un ritratto della donna amata. La descrizione richiama molto alla tradizione stilnovistica, con la luce negli occhi, il volto amabile, l’incedere angelico e, soprattutto, i capelli biondi al vento. Petrarca inserisce però un nuovo importante elemento, caratteristico di tutta la sua composizione letteraria: lo scorrere del tempo. Laura è infatti descritta in un determinato passato, non è più al di sopra di spazio e tempo come accadeva nello Stil Novo, in particolare in Dante.
Descrizione stilnovistica
Nella prima quartina, in particolare nel primo verso, Petrarca introduce la donna, richiamata implicitamente con l’emblema dell’aura, l’aria. Questo elemento, e dunque Laura stessa, sono più volte richiamate nel sonetto da suoni di “or”, “ar”… In questa quartina, inoltre, viene data una descrizione immediata degli occhi e dei capelli.
Innamoramento e metafore
Nella seconda quartina Petrarca si concentra sul viso della donna, che già aveva cominciato a descrivere in precedenza, e afferma che, non appena l’ebbe visto, se ne inammorò.
Nella prima terzina il poeta parla dell’incedere della donna e della sua voce angelica, che, come nello Stil Novo, incanta e fa ammutolire i presenti.
Il sonetto si conclude con una metafora tra la ferita di un arco e l’innamoramento: nessuna delle due, con il solo scorrere del tempo, guarisce.