Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il poeta si rivolge alla sua anima, esortandola a non rimuginare su ricordi dolorosi e a cercare conforto nel cielo.
  • La poesia esprime il conflitto interiore del Petrarca tra il dolore del ricordo di Laura e la necessità di un distacco emotivo.
  • La metafora del fuoco rappresenta la passione amorosa che causa sofferenza, alimentata dai ricordi.
  • I versi evocano la morte di Laura con toni delicati, suggerendo la desolazione causata dalla sua assenza.
  • Il confronto tra Laura e Beatrice evidenzia approcci diversi: Dante ricerca Beatrice in Paradiso, mentre Petrarca cerca di dimenticare Laura per trovare pace.

Che fai? che pensi? che pur dietro guardi

nel tempo che tornar non pote omai,

anima sconsolata? che pur vai

giungnendo legno al foco ove tu ardi?

Le soavi parole e i dolci sguardi,

ch' ad un ad un descritti e depinti ài,

son levati de terra, ed è, ben sai,

qui ricercarli intempestivo e tardi.

Deh non rinovellar quel che n'ancide,

non seguir piú penser vago, fallace,

ma saldo e certo ch' a buon fin ne guide;

cerchiamo 'l ciel, se qui nulla ne piace,

ché mal per noi quella beltà si vide

se viva e morta ne devea tor pace.

[Il poeta si rivolge alla sua anima]

Indice

  1. Riflessioni sull'anima e il tempo
  2. Il ricordo di Laura e la sofferenza
  3. La morte di Laura e il vuoto
  4. Confronto tra Petrarca e Dante

Riflessioni sull'anima e il tempo

Che cosa fai? A che cosa pensi? Stai guardando continuamente

il tempo [l’epoca in cui Laura era ancora in vita] che ormai non può più tornare?

o anima disperata, che vai aggiungendo

legna al fuoco in cui e per cui tu ardi [l’anima, ricordando, non fa altro che accrescere la sofferenza]

Il ricordo di Laura e la sofferenza

Le soavi parole e i dolci sguardi,

che hai descritto uno per uno [Petrarca ricorda la sua attività poetica precedente],

non sono più di questo mondo; e come sai,

ricercarli qui è, ormai, troppo tardi.

Orsù, ti prego, non rinnovare ciò [il ricordo] che mi uccide;

non seguire più il pensiero [di Laura] oscillante e che ti porta all’errore,

bensì quello sicuro [fondato sulla ragione] e saldo che ci guida verso una giusta meta.

Cerchiamo il cielo, se su questa terra nulla ci piace;

perché una tale bellezza da noi fu vista per il nostra danno,

se in vita o da morta essa avesse potuto toglierci la pace.

La morte di Laura e il vuoto

Ormai Laura è ormai morta per cui il sonetto è stato composto fra il 1348 e il 1356: il Petrarca ripensa tutta la sua vita, tramite un dialogo interiore.

Il poeta si rivolge alla propria anima, come se chiedesse a se stesso, perché abbandoni i ricordi, da cui, ormai, non può trarre che dolore. Il continuo pensiero di Laura orma non serve più a nulla, perché essa non fa più parte di questo mondo. Ma mentre egli si esorta a dimenticarla, la sua fantasia la rievoca con nostalgia. La metafora del fuoco e della legna che viene aggiunta per mantenere vivida la fiamma è molto evocatrice: il fuoco è la passione amorosa che crea sofferenza, il ricordo è la legna che mantiene in vita la fiamma e quindi fa accrescere il dolore. La donna è però descritta vagamente (soavi parole, dolci sguardi) che potrebbe racchiudere dei significati più ampi quali il rimpianto della giovinezza, la fuga inesorabile del tempo, il concetto di vanità di ogni cosa terrena.

I versi 5-7, per accennare alla morte di Laura, utilizzano un’espressione molto significativa “Le soavi parole e i dolci sguardi…… son levati da terra”. Si tratta di un’espressione molto lieve che lascia trasparire desolazione, come se il mondo fosse ormai oscurato per mancanza della luce che irradiava la donna quando era in vita. Ma ci possiamo anche individuare un accenno alla beatitudine in cielo di Laura.

Se nelle due quartine, il poeta si si sente come smarrito di fronte ad immagini ormai lontane, nelle terzine, al posto di una malinconica tristezza subentra un ammonimento morale e la poesia è sostituita dall’esortazione religiosa. Infatti, dalle interrogazioni si passa a delle constatazioni. Nonostante ciò, il termine “cielo” del v. 12, acquista un valore poetico perché viene presentato come il conforto e la promessa di fronte al mondo che si identifica con il vuoto (= “se qui nulla ne piace”).

Confronto tra Petrarca e Dante

La lettura di questo sonetto ci rimanda inevitabilmente ad una situazione simile vissuta da Dante dopo la morte di Beatrice. Sia Laura ce Beatrice sono in Paradiso, sottratte entrambe dalla materialità del mondo. Tuttavia, Dante va in Paradiso per incontrarsi con Beatrice (profezia della Mirabile visione, alla fine della Vita nova): invece per il Petrarca, se vuole raggiungere il cielo deve dimenticare la donna ormai morta e Laura lo ha fatto soffrire sia in vita per l’amore non corrisposto, sia da morta, con il ricordo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto di Petrarca?
  2. Il tema principale è il dialogo interiore del poeta con la sua anima, riflettendo sulla sofferenza causata dal ricordo di Laura e l'impossibilità di tornare al passato.

  3. Come viene descritta la sofferenza del poeta nel ricordo di Laura?
  4. La sofferenza è descritta attraverso la metafora del fuoco e della legna, dove il ricordo di Laura alimenta la fiamma della passione amorosa, accrescendo il dolore.

  5. Qual è l'atteggiamento del poeta verso il ricordo di Laura nelle terzine?
  6. Nelle terzine, il poeta esorta a non seguire più il pensiero oscillante di Laura, ma a cercare una guida sicura verso una giusta meta, suggerendo un ammonimento morale e religioso.

  7. In che modo il sonetto di Petrarca si confronta con l'esperienza di Dante?
  8. Entrambi i poeti affrontano la perdita delle loro amate, ma mentre Dante cerca Beatrice in Paradiso, Petrarca deve dimenticare Laura per raggiungere il cielo, poiché il ricordo di lei continua a causargli sofferenza.

  9. Qual è il significato dell'espressione "Le soavi parole e i dolci sguardi... son levati da terra"?
  10. L'espressione indica la morte di Laura e la desolazione del poeta, suggerendo che la bellezza e la luce che irradiava in vita sono ormai assenti dal mondo terreno.

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