Concetti Chiave
- Il sonetto di Petrarca funge da introduzione al Canzoniere, rappresentando una riflessione retrospettiva sull'esperienza umana e letteraria del poeta.
- La struttura del sonetto si basa su una contrapposizione tra verbi al presente e al passato, evidenziando la dualità dell'io del poeta tra passato e presente.
- Il tema centrale è l'autoanalisi e il riconoscimento della vanità dei piaceri mondani, con un focus sulla vergogna e il pentimento per gli errori giovanili.
- Il sonetto utilizza un complesso gioco psicologico, con un IO inizialmente nascosto che emerge attraverso la latenza del soggetto e il vocativo "voi".
- La figura di Laura è implicitamente evocata, ma non nominata, attraverso il riferimento al "primo giovanile amore", sottolineando l'assenza di un oggetto concreto dell'amore del poeta.
Indice
Riflessioni sull'Amore Passato
Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono,
Voi che ascoltate, espresso in rime senza un preciso ordine logico (= sparse), il suono di quei sospiri di cui io nutrivo il cuore, al tempo del mio errore di gioventù [l’amore per Laura, turbamento amoroso], quando ero in parte un uomo diverso da quello che sono ora,
del vario stile in ch'io piango e ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.
qualora ci sia qualcuno che conosca (= intenda) l'amore per averlo provato (= per prova), spero di trovare pietà, nonché perdono, delle varie forme poetiche (= vario stile) nelle quali piango e ragiono tra le vane speranze e il vano dolore.
Consapevolezza e Vergogna
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;
Ma ben vedo, adesso sì (= or sì), come sia stato per tutti (= al popol tutto) motivo di derisione (=favola) per molto tempo, per cui spesso (=sovente) fra me e me, mi vergogno di me stesso;
e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.
e la conseguenza (=il frutto) del mio inseguire cose vane (= mio vaneggiar, il mio amore impossibile) è la vergogna, il pentimento e la chiara consapevolezza che tutto quello che piace al mondo (= i beni terreni) è vano.
Struttura e Temi del Sonetto
Il sonetto, elaborato secondo lo schema abba, abba, cde, cde, è collocato all’inizio del Canzoniere, come se fosse l’introduzione all’opera. Infatti esso può essere interpretato come una ricapitolazione e una valutazione a posteriori dell’esperienza sia umana che letteraria del poeta.
Contrapposizione di Tempi e Io
Il sonetto è costruito su di una contrapposizione fra verbi al presente (ascoltate, sono, piango, ragiono, spero trovar, mi vergogno) e verbi al passato (nudriva, era, fui). Anche l’io del poeta sembra scindersi: un io che vive e scrive al presente e un IO che è vissuto nel passato, ognuno dei due con un atteggiamento diverso. Al passato, l’io del poeta era smarrito dal suo primo amore per Laura, sospirava ed era un altro uomo rispetto a quello che è ora. Al presente, l’io prova vergogna per le chiacchiere e la derisione di cui a lungo è stato oggetto da parte di di tutti ed ha ormai preso coscienza dell’errore commesso in gioventù e del concetto della vanità dei piaceri che offre il mondo.
Autoanalisi e Gioco Psicologico
Nonostante questa contrapposizione, il passato ed il presente, ad un certo punto, sembrano avvicinarsi al verso 4 “quad’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono”. Pur provando vergogna per l’errore di gioventù, pur prendendo coscienza della vanità delle cose del mondo, egli si trova ancora coinvolto nell’errore e per il senso di colpa, versa delle lacrime. L’argomento del sonetto diventa così l’autoanalisi e il tema del tempo che trascorre; Laura non è nemmeno nominata; a lei fa riferimento soltanto l’uso del termine “primo giovanile amore”, come se l’amore del poeta non avesse oggetto.
Il gioco psicologico è complesso: all’inizio l’IO è nascosto e il pronome “voi” sembrerebbe il soggetto, ma in realtà è soltanto un vocativo. Per avere il vero soggetto, peraltro sottinteso, bisogna attendere il verso 8, con il verbo ”spero”. Questa latenza del soggetto viene compensata dalla presenza, in tre proposizioni dipendenti da altrettanti “IO” (vv. 2, 4, 5) e da un aggettivo possessivo di prima persona singolare (v. 3). Nelle due terzine, la situazione si capovolge: addirittura si ha un’allitterazione che utilizza aggettivi e pronomi di prima persona singolare, creando quasi un effetto di balbettamento: ”di me medesimo meco mi vergogno”, ripreso, peraltro, dal verso seguente” et del mio vaneggiar…”. Questo si può spiegare con lo stato di vergogna, di confusione e di incertezza in cui si sta trovando il poeta.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto introduttivo del Canzoniere?
- Come si manifesta la consapevolezza e la vergogna nel poeta?
- Qual è la struttura del sonetto e quale funzione svolge nel Canzoniere?
- In che modo il poeta contrappone i tempi e il suo io nel sonetto?
- Come si sviluppa il gioco psicologico nel sonetto?
Il tema principale è l'autoanalisi del poeta riguardo al suo amore passato e la consapevolezza della vanità dei piaceri terreni.
Il poeta prova vergogna per essere stato oggetto di derisione e si pente del suo amore giovanile, riconoscendo la vanità delle cose mondane.
Il sonetto segue lo schema abba, abba, cde, cde e funge da introduzione, riassumendo e valutando l'esperienza umana e letteraria del poeta.
Il poeta usa verbi al presente e al passato per mostrare la differenza tra il suo io attuale, consapevole e vergognoso, e il suo io passato, smarrito e innamorato.
Il gioco psicologico si sviluppa attraverso la latenza del soggetto "io" e l'uso di pronomi e aggettivi di prima persona, riflettendo la vergogna e l'incertezza del poeta.