Giulietta1993
Ominide
7 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Laura, a differenza delle figure femminili stilnoviste, è rappresentata da Petrarca come un essere umano soggetto al tempo, mentre le altre donne sono descritte in una dimensione eterna e indefinita.
  • Le figure femminili negli stilnovisti sono descritte con similitudini naturali e celestiali, evidenziando la loro ineffabilità e superiorità rispetto alla comprensione umana.
  • Dante eleva Beatrice a un livello angelico, il cui passaggio ammalia e zittisce chiunque, sottolineando la connessione tra amore e divinità nello stilnovismo.
  • Petrarca non dà mai a Laura un'immagine chiara, mantenendola come un ideale stilnovista, ma con caratteristiche umane che la radicano a terra.
  • Mentre l'amore stilnovista innalza l'anima verso Dio, Laura rappresenta per Petrarca un allontanamento dalla divinità, simbolo del conflitto tra desiderio terreno e aspirazione spirituale.

Indice

  1. Laura Petrarchesca e la sua umanità
  2. Guinizzelli e la bellezza naturale
  3. Cavalcanti e l'incomprensibilità della bellezza
  4. Dante e l'angelicità di Beatrice
  5. Petrarca e la dimensione terrena di Laura
  6. Laura come simbolo di allontanamento da Dio

Laura Petrarchesca e la sua umanità

La figura della Laura petrarchesca descritta nel sonetto “Erano i capei d'oro a l'aura sparsi” è molto più umana in confronto alle immagini femminili degli stilnovisti. Nei sonetti “Io voglio del ver la mia donna laudare”, di Guinizzelli, “Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira”, di Cavalcanti, “Tanto gentile e tanto onesta pare”, di Dante, la donna in tutta la sua ineffabilità appare in un presente eterno ed indefinito. Invece, la Laura petrarchesca è inserita dal poeta nella dimensione del tempo ed è sottoposta alla sua azione disgregatrice.

=> “Erano i capei d'oro a l'aura sparsi”,

Uno spirto celeste, un vivo sole

fu quel ch'i' vidi: et se non fosse or tale

piaga per allentar d'arco non sana.

Guinizzelli e la bellezza naturale

Le figure femminili vengono descritte in modo diverso dai quattro poeti: Guinizzelli paragona la sua amata alle bellezze della natura, ricorrendo a delle similitudini;

=> “Io voglio del ver la mia donna laudare”, Guinizzelli

Io voglio del ver la mia donna laudare

ed assemblarli la rosa e lo giglio:

più che stella diana splende e pare,

e ciò ch' è lassù bello a lei somiglio.

Verde river' a lei rasembro e l'âre

tutti color di fior', giano e vermiglio,

oro ed azzurro e ricche gioi per dare:

medesmo Amor per lei rafina meglio.

Cavalcanti e l'incomprensibilità della bellezza

Cavalcanti afferma che al superiorità della donna è tale da non poter essere a pieno compresa e descritta dalla mente umana.

=>“Chi è questa che vèn ch'ogn'om la mira”, Cavalcanti

Non si poria contar la sua piagenza,

ch'a le' s'inchin' ogni gentil vertute,

e la beltate per sua dea la mostra.

Non fu s' alta già la mente nostra

e non si pose 'n noi tanta salute,

che propiamente n'aviàn conoscenza.

La presenza di questo essere perfetto e celestiale che cammina solo tra la folla provoca l'annichilimento in coloro che osservano il suo incedere.

=>“Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira”, Cavalcanti

Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira,

che fa tremar di chiaritate l'àre

e mena seco Amor, s' che parlare

null'omo pote, ma ciascun sospira?

Dante e l'angelicità di Beatrice

Dante attribuisce alla donna che ama (Beatrice), le sembianze di un angelo venuto dal cielo, al cui passaggio tutti ammutoliscono per la sua grazia e la sua bellezza;

=>“Tanto gentile e tanto onesta pare”, Vita nuova, cap XXVI, Dante

Tanto gentil e tanto onesta pare

la donna mia quand'ella altrui saluta,

ch'ogne lingua deven tremando muta,

e li occhi no l'ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d'umilta' vestuta;

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare.

Petrarca e la dimensione terrena di Laura

Petrarca, invece, pur sottolineando l'incedere celestiale e la voce angelica della sua amata, è cosciente del fatto che per le caratteristiche umane inflitte dall'azione del tempo Laura rimanga un essere terreno.

=> “Erano i capei d'oro a l'aura sparsi”, Canzoniere XC, Petrarca

Non era l'andar suo cosa mortale,

ma d'angelica forma; e le parole

sonavan altro, che pur voce umana.

Uno spirto celeste, un vivo sole

fu quel ch'i' vidi: e se non fosse or tale

piaga per allentar d'arco non sana.

In nessuno dei suoi sonetti Petrarca compone un'immagine definita di Laura; essa corrisponde semplicemente alla figura della donna ideale degli stilnovisti (capelli biondi, occhi lucenti, … ) . Anche gli episodi in cui si articola la vicenda amorosa sono tutte situazioni codificate dalla lirica amorosa precedente (incedere, amore che passa attraverso gli occhi, colloqui con la natura, sospiri, … )

=> “Erano i capei d'oro a l'aura sparsi”, Canzoniere XC, Petrarca

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi

che 'n mille dolci nodi gli avolgea,

e 'l vago lume oltra misura ardea

di quei begli occhi, ch'or ne son sí scarsi;

e 'l viso di pietosi color' farsi

non so se vero o falso, mi parea:

i' che l'ésca amorosa al petto avea

qual meraviglia se di súbito arsi?

Non era l'andar suo cosa mortale,

ma d'angelica forma (…)

Negli stilnovisti, in particolare in Guinizzelli ed in Dante, l'amore per la donna converte l'anima e la innalza sino alla contemplazione di Dio: ciò avviene attraverso il saluto che essa dona a coloro che la osservano;

=> “Io voglio del ver la mia donna laudare”, Guinizzelli

Passa per via adorna, e sì gentile

ch' abassa orgoglio a cui dona salute,

e fa 'l de nostra fé se non la crede;

Laura come simbolo di allontanamento da Dio

Al contrario, la Laura di Petrarca è il simbolo dell'allontanamento da Dio. Infatti essa rappresenta l'attaccamento ai beni materiali che impediscono a Petrarca di raggiungere la beatitudine. È quindi causa del dissidio interiore del poeta, che non riesce a trovare conciliazione tra la vita terrena e quella spirituale. Si trova conferma di ciò nel sonetto di Petrarca “Movesi il vecchierel canuto e bianco”, in cui il poeta cerca Laura nei volti delle altre donne e addirittura nella Veronica -immagine del volto di Cristo conservata in San Pietro-.

=> “Movesi il vecchierel canuto e bianco”, Canzoniere XVI, Petrarca

così, lasso, talor vo cercand'io,

donna, quanto è possibile, in altrui

la disïata vostra forma vera.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la caratteristica principale della Laura petrarchesca rispetto alle figure femminili degli stilnovisti?
  2. La Laura petrarchesca è descritta in una dimensione più umana e temporale, a differenza delle figure femminili degli stilnovisti che appaiono in un presente eterno e indefinito.

  3. Come Guinizzelli descrive la bellezza della sua amata?
  4. Guinizzelli paragona la bellezza della sua amata alle bellezze naturali, utilizzando similitudini con elementi come la rosa, il giglio e le stelle.

  5. Qual è la visione di Cavalcanti sulla bellezza femminile?
  6. Cavalcanti ritiene che la bellezza femminile sia talmente superiore da non poter essere completamente compresa o descritta dalla mente umana.

  7. In che modo Dante rappresenta Beatrice?
  8. Dante rappresenta Beatrice come un angelo venuto dal cielo, la cui grazia e bellezza ammutoliscono chiunque la incontri.

  9. Qual è il simbolismo di Laura secondo Petrarca?
  10. Laura simboleggia l'allontanamento da Dio e rappresenta l'attaccamento ai beni materiali, causando un dissidio interiore nel poeta tra la vita terrena e quella spirituale.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community