Concetti Chiave
- La poesia esplora la meraviglia e l'ammirazione che l'autore prova per la donna amata, descritta come unica e senza paragoni.
- Attraverso metafore e similitudini, la bellezza della donna viene paragonata a fenomeni naturali come fiori e stelle.
- Il sonetto utilizza un linguaggio ricco di immagini che trasfigurano la donna in un essere quasi divino, evidenziando la sua bellezza straordinaria.
- Il tema centrale è la contemplazione stupita della donna amata, che viene ritratta in azioni quotidiane ma con un'aura di eccezionalità.
- La struttura del sonetto segue lo schema ABBA, ABBA, CDE, CDE, e utilizza la figura retorica della personificazione per esprimere sentimenti di amore e meraviglia.
Amor et io sí pien’ di meraviglia
come chi mai cosa incredibil vide,
miriam costei quand’ella parla o ride
che sol se stessa, et nulla altra, simiglia.
Dal bel seren de le tranquille ciglia
sfavillan sí le mie due stelle fide,
ch’altro lume non è ch’infiammi et guide
chi d’amar altamente si consiglia.
Qual miracolo è quel, quando tra l’erba
quasi un fior siede, over quand’ella preme
col suo candido seno un verde cespo!
Qual dolcezza è ne la stagione acerba
vederla ir sola co i pensier’ suoi inseme,
tessendo un cerchio a l’oro terso et crespo!
Meraviglia e contemplazione
Amore e io, pieni meraviglia
come colui che non ha visto mai cose incredibili,
ammiriamo questa donna quando sta parlando o ridendo,
che è simile soltanto a se stessa e non assomiglia a nessun’altra.
Immagini di bellezza e serenità
Dalla serenità delle sue belle ciglia
sfavillano talmente le mie due stelle fedeli [metafora per indicare gli occhi di Laura]
che nessun’altra luce non riesce ad né a infiammare, né a dar da guida
colui che intende amare in un nobile modo.
Quale cosa mirabile è vedere lei in mezzo all’erba
adagiata quasi come fosse un fiore! Oppure quando preme
un verde ciuffo con il suo candido seno!
Che dolcezza vederla in primavera [la primavera è indicata come “stagione acerba” perché la vegetazione è agli inizi e non si è ancora del tutto rinnovata e sviluppata]
quando se ne va passeggiando da sola in compagnia dei suoi pensieri
intrecciando una ghirlanda per i suoi capelli biondi e ricciuti
Le rime seguono lo schema seguente: ABBA, ABBA, CDE, CDE.
Stupore e bellezza divina
Il sonetto inizia con la personificazione dell’Amore che insieme al poeta prova la stessa sensazione di stupore.
Questo sdoppiamento equivale a dire “Io, piano d’amore” è riprende una tradizione letteraria, anche in questo caso mette in evidenza un’impostazione un po’ troppo concettuale, almeno nella prima quartina.
Il tema è quello della stupita contemplazione della donna amata che partendo da una prima concettualizzazione, diventa sempre più ampia, che ricorre ad immagini leggiadre della donna, dando, all’inizio della seconda quartina, un’immagine serena di cielo sereno e stellato, che si ritrova anche nel ritmo del verso. La meraviglia scaturisce dalla visione della donna, trasfigurata dalla bellezza in un essere più divino che mortale, senza alcun termine di confronto. Il poeta è attratto dai seguenti attributi fisici di Laura, associati all’idea di luce e di candore: gli occhi, il candido seno, i capelli color oro a cui si aggiungono il modo di parlare, di sorridere e di passeggiare. Sui tratta di atteggiamenti quotidiani e di note realistiche che accostano la bellezza eccezionale, al di là di ogni limite, con l’aspetto terreno e umano. L’immagine della donna seduta sull’erba ricorda l’atteggiamento già presente nel sonetto “Chiare, fresche e dolci acque”.
Dal punto di vista retorico troviamo la metafora occhi = stelle lucenti, la similitudine laura adagiata = fiore fra l’erba capelli = oro (un’immagine spesso ricorrente nella tradizione letteraria).
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto?
- Come viene descritta la bellezza della donna nel sonetto?
- Quali elementi retorici sono utilizzati nel sonetto?
- In che modo il poeta esprime la sua ammirazione per la donna?
- Qual è lo schema metrico del sonetto?
Il tema principale del sonetto è la meraviglia e la contemplazione della bellezza divina della donna amata, che viene descritta attraverso immagini di serenità e stupore.
La bellezza della donna è descritta attraverso metafore e immagini poetiche, come gli occhi paragonati a stelle lucenti, il candido seno che preme sull'erba, e i capelli d'oro intrecciati in una ghirlanda.
Nel sonetto vengono utilizzati elementi retorici come la personificazione dell'Amore, la metafora degli occhi come stelle lucenti, e la similitudine della donna adagiata come un fiore fra l'erba.
Il poeta esprime la sua ammirazione per la donna attraverso la descrizione della sua bellezza divina e l'uso di immagini che la elevano al di sopra del terreno e dell'umano, rendendola simile a un essere celestiale.
Lo schema metrico del sonetto è ABBA, ABBA, CDE, CDE.