Concetti Chiave
- Il termine "scapigliato" indica una persona con capelli scomposti e uno stile di vita disordinato, simbolo di ribellione e ricerca di un'esistenza bohémien.
- La Scapigliatura è un fenomeno letterario e sociale nato a Milano tra il 1860 e il 1880, influenzato dalla cultura europea e dal contesto postunitario italiano.
- Gli Scapigliati sono giovani autori che condividono uno spirito di ribellione e un progetto letterario comune, pur essendo eterogenei nelle loro esperienze personali.
- Criticano le norme sociali e morali dell'epoca, esibendo uno stile di vita trasgressivo e opponendosi al materialismo e all'ipocrisia della società benestante.
- L'ideologia scapigliata è caratterizzata da un umanitarismo generico, con critiche al Cristianesimo e ai fallimenti degli ideali risorgimentali, pur aspirando a una nuova spiritualità.
Indice
Origini e significato del termine
Il termine scapigliato connota, nel suo uso comune, già dal Seicento, una persona con i capelli scomposti e arruffati e, in senso ampio, uno scapestrato, dedito a vita disordinata e trasgressiva. Nel 1862, un anno dopo la nascita del Regno d'Italia e cinque dopo la pubblicazione dei Fiori del male di Baudelaire, il milanese Cletto Arrighi, giornalista e scrittore di romanzi d'appendice, intitola La scapigliatura e il 6 febbraio la sua opera.
Di essa sono protagonisti alcuni giovani, accomunati dal desiderio di rivolta, dall'entusiasmo per l'ideale, l'arte e la poesia, dal rifiuto di un'esistenza tranquilla e dalla deliberata ricerca di una vita sregolata, da bohémien.Caratteristiche del movimento
La Scapigliatura è un fenomeno generazionale: la compongono giovani autori fra i venti e i trentacinque anni; la giovinezza dei suoi esponenti determina anche la breve durata del movimento: dal 1860 al 1880. Gli autori scapigliati o muoiono in giovane età (spesso a seguito delle loro scelte di vita irregolari, dall'abuso di droga e alcol) o, al termine della giovinezza, abbandonano la letteratura. La nascita del fenomeno è in relazione con la specifica realtà sociale della città di Milano, anche se Cletto Arrighi afferma che la Scapigliatura ha un profilo più italiano che milanese. Milano è in questi anni la capitale economica e culturale del Paese, in cui si avvertono in anticipo le contraddizioni implicite nel nuovo assetto politico e sociale dell'Italia postunitaria e l'influenza dei grandi centri culturali europei, soprattutto della Parigi di Charles Baudelaire con il quale alcuni Scapigliati sono direttamente in contrasto.
Dibattito critico sulla Scapigliatura
Si è molto discusso, tra i critici, se la Scapigliatura si possa definire una scuola. Gli Scapigliati ritengono loro precursore e maestro uno scrittore milanese della generazione precedente, Giuseppe Rovani, autore di Cento anni, romanzo in cui un novantenne narra episodi ed eventi della vita milanese e italiana dal 1750 al 1850. L'opinione oggi prevalente è negativa, per la varietà e l'eterogeneità delle esperienze. Tuttavia, occorre sottolineare che gli Scapigliati si frequentano tra loro, vivono sentimenti comuni, perseguono un progetto letterario che presenta precise affinità e pubblicano i loro testi su propri giornali. In sostanza, sulla questione i pareri sono discordi. Gli autori della Scapigliatura, anche più disomogenei per le scelte individuali di poetica, sono comunque accomunati dalla tensione polemica. La Scapigliatura, in quanto fenomeno giovanile, si fonda, infatti, soprattutto sul ribellismo, l'allontanamento dai padri, l'opposizione ai modelli tradizionali, e si configura più come esperienza distruttiva che costruttiva, in quanto gli stessi protagonisti sono inquieti e contraddittori.
Ribellione etica e sociale
Sul piano etico e sociale, gli autori scapigliati rifiutano le concezioni morali, la grettezza spirituale, le convenzioni sociali, l'ipocrisia del ceto agiato da cui alcuni provengono e a cui contrappongono il mito di una vita autentica, libera, anche miserabile ma sincera. Di qui la scelta di comportamenti irregolari, esibiti con fierezza, anche allo scopo di scandalizzare il pubblico: l'abuso di alcol e di droghe, la sessualità libera, la frequentazione di luoghi tradizionalmente evitati. Le loro abitudini riecheggiano quelle di Baudelaire e dei "poeti maledetti" parigini. Sul piano economico, rifiutano il modello incentrato sul valore del denaro e del successo, ponendosi dalla parte degli emarginati, dei perdenti e dei malati.
Ideologia politica e religiosa
Ciò non si traduce, tuttavia, in una precisa scelta politica, anche se gli autori scapigliati professano per lo più un'ideologia socialista o anarchica; tale ideologia si caratterizza soprattutto per l'adesione a una sorta di generico umanitarismo. Sul piano politico, denunciano il fallimento dei grandi ideali del Risorgimento, quali la patria e la libertà, e l'impegno militare: molti protagonisti di opere scapigliate sono militari o ex militari in crisi di identità. Sul piano religioso, criticano il Cristianesimo, che considerano un insieme di pratiche esteriori, fredde e prive di significato, manifestando il gusto di scandalizzare con atteggiamenti blasfemi e addirittura sacrileghi. Tuttavia emerge anche l'aspirazione a ideali e a una religiosità diversa; il bisogno indistinto ma intenso di un Dio che dia significato all'esistenza e la tensione verso la purezza spesso si valgono di quello stesso immaginario cristiano, in altri momenti aggredito o deriso.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il significato del termine "Scapigliatura"?
- Quali sono le caratteristiche principali del movimento della Scapigliatura?
- Come viene percepita la Scapigliatura nel dibattito critico?
- In che modo gli autori scapigliati esprimono la loro ribellione etica e sociale?
- Qual è l'ideologia politica e religiosa degli autori scapigliati?
Il termine "scapigliato" indica una persona con i capelli scomposti e, in senso ampio, uno scapestrato. Nel 1862, Cletto Arrighi lo utilizza per descrivere un gruppo di giovani ribelli e bohémien.
La Scapigliatura è un fenomeno generazionale composto da giovani autori tra i venti e i trentacinque anni, caratterizzato da una breve durata e influenzato dalla realtà sociale di Milano e dalla Parigi di Baudelaire.
C'è un dibattito critico sulla definizione della Scapigliatura come scuola. Sebbene ci siano opinioni discordi, gli Scapigliati condividono sentimenti comuni e un progetto letterario, ma sono visti più come un fenomeno distruttivo che costruttivo.
Gli scapigliati rifiutano le convenzioni morali e sociali, esibendo comportamenti irregolari come l'abuso di alcol e droghe, e si oppongono al modello economico basato sul denaro, identificandosi con gli emarginati.
Gli autori scapigliati tendono verso un'ideologia socialista o anarchica, criticano il Cristianesimo e manifestano un bisogno di una religiosità diversa, pur utilizzando l'immaginario cristiano in modo provocatorio.