Concetti Chiave
- Emilio Praga, nato nel 1839 a Gorla, divenne il capofila della Scapigliatura, un movimento artistico e letterario anticonformista.
- Con la raccolta "Tavolozza" e successivamente "Penombre", Praga esaltò l'anticonformismo e criticò la borghesia e il progresso.
- Le poesie di "Penombre" affrontano temi scabrosi, con accenti macabri ed erotici, mirati a scandalizzare il perbenismo borghese.
- Nel "Preludio", Praga esplora la crisi dei valori e della fede, dichiarando la morte di Dio e l'avvento di un'epoca di incertezze.
- Praga si distacca dalla poesia religiosa di Manzoni, proponendo una rappresentazione della desolazione della vita moderna.
Indice
La giovinezza e la Scapigliatura
Emilio Praga nacque nel 1839 a Gorla da una ricca famiglia di industriali. Durante la giovinezza compì numerosi viaggi all’estero. Tornato a Milano si avvicinò all’ambiente della Scapigliatura, della quale divenne il capofila.
Temi e stile di Praga
Dopo la pubblicazione di Tavolozza nel 1862, Praga accentuò ulteriormente le caratteristiche di un poeta maledetto che esalta l’anticonformismo e la ribellione rispetto ai valori e agli ideali tradizionali.
Già nella sua prima raccolta Praga si scaglia rabbiosamente contro la borghesia e il progresso, accusato di corrompere la naturale bellezza e autenticità dell’universo, ma in Penombre (1864) i temi si fanno più scabrosi e la celebrazione del vizio più spinta: le poesie, infatti, erano volte a urtare e scandalizzare il perbenismo dei lettori dei salotti borghesi. In Penombre è presente anche la vena macabra, spesso accompagnata dai segni della corruzione e della morte e, nello stesso tempo, da accenti erotici, ma di un erotismo stravolto e malato.
La lirica ha lo scopo di illustrare al lettore lo spirito che anima la raccolta Penombre. Dapprima Praga presenta se stesso come parte di un gruppo, quello della Scapigliatura, ma anche come rappresentante di un’intera generazione che si trova a vivere in una società in via si mutamento; si nota infatti come l’esordio sia connotato dal plurale in quel “Noi siamo figli di padri ammalati”, che coinvolge l’intera sua generazione, erede di chi ha già vissuto un’epoca caratterizzata da una crisi di valori.
La crisi della fede
Mette in evidenza la crisi della fede, veicolo di certezze e salvezza: secondo la visione del poeta, non esistono più speranze di salvezza, tant’è che la vergine stessa, metaforicamente, arranca nel tentativo di aggrapparsi al Sudario, cioè al lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Cristo. Praga afferma che Dio è morto, anzi “rimorto”, ed è giunta l’ora degli “antecristi”, cioè di coloro che non hanno fedi o certezze, ma sentono “la Noia, l’eredità del dubbio e dell’ignoto” e che, quindi, vivono all’insegna dell’incertezza e del mistero.
Dichiarazione di intenti poetici
Nelle ultime tre strofe, il tono polemico si trasforma in una dichiarazione di intenti poetici.
I versi 30-32 rappresentano il significato più profondo della dichiarazione poetica fatta da Praga: gli scapigliati, infatti, intendono rappresentare nei loro versi il “vero”, cioè la desolazione della vita moderna priva di ogni ideale e condannata alla Noia; per questo Praga rifiuta la figura di Manzoni, il poeta casto, e la sua poesia ricca di contenuti religiosi.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e culturale in cui Emilio Praga si è formato?
- Quali sono i temi principali delle opere di Praga?
- Come Praga rappresenta la crisi della fede nelle sue opere?
- Qual è la dichiarazione di intenti poetici di Praga?
Emilio Praga nacque nel 1839 in una famiglia benestante e, dopo vari viaggi, si avvicinò alla Scapigliatura a Milano, diventandone un leader.
Praga esalta l'anticonformismo e la ribellione contro i valori tradizionali, criticando la borghesia e il progresso, e affronta temi scabrosi e macabri con accenti erotici.
Praga evidenzia la crisi della fede come perdita di certezze e speranze di salvezza, descrivendo un'epoca di dubbio e incertezza, con la morte di Dio e l'avvento degli "antecristi".
Praga intende rappresentare la desolazione della vita moderna priva di ideali, rifiutando la poesia religiosa di Manzoni e abbracciando il "vero" della condizione umana.