Concetti Chiave
- Dino Campana, influente poeta del XX secolo, visse una vita travagliata segnata da malattia mentale e viaggi frequenti, contribuendo alla rivista "Lacerba".
- "L'invetriata" esplora il calare della sera e la condizione esistenziale del poeta attraverso simboli come la "piaga rossa languente".
- La lirica esprime il passaggio dalla vita alla morte, rappresentato dalla luce del tramonto che lascia un'impronta ardente nel cuore del poeta.
- Il fonosimbolismo gioca un ruolo cruciale nel testo, usando suoni per evocare emozioni e atmosfere malinconiche e struggenti.
- I traslati retorici arricchiscono il testo, con la sera personificata e descritta attraverso metafore che indicano disfacimento e inquietudine.
Indice
La vita di Dino Campana
Dino Campana è un poeta vissuto nei primi anni del XX secolo. Nato in provincia di Firenze, ebbe una vita complessa e a tratti segnata da malattia mentale che, fin dalla più giovane età, lo costrinse a frequenti ricoveri in case di cura. Si iscrisse all’Università prima di Bologna e poi di Firenze per conseguire la laurea in chimica, ma non ottenne mai il titolo accademico.
Viaggiò molto in Europa e fece i mestieri di ogni tipo: arrotino, carbonaio, saltimbanco e pompiere.L'incontro con Lacerba
Nel 1913, entrò in contatto con Giovanni Papini e con gli intellettuali che ruotavano intorno alla rivista letteraria “Lacerba”, su cui pubblicò anche alcuni suoi componimenti. Fu costretto a fare un enorme sforzo di memoria perché quasi tutti i suoi manoscritti andarono persi; tuttavia riuscì a recuperarli e furono raccolti con nil titolo Canti Orfici. Trascorse gli ultimi quattordici anni della sua esistenza, fra momenti di lucidità ad altri di follia nell’ospedale psichiatrico di Scandicci (Firenze) dove fu internato definitivamente e morì nel 1932, a 47 anni.
La critica lo considera uno dei poeti più innovativi degli inizi del XX secolo: nei suoi componimenti poetici, la parola ha una grande forza evocatrice e per i contenuti e lo stile, pare anticipare la poesia di Montale e di Ungaretti.
La poesia "La sera fumosa d’estate"
La sera fumosa d’estate
dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra
e mi lascia nel cuore un suggello ardente.
Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
a la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? C’è
nella stanza un odor di putredine: c’è
nella stanza una piaga rossa languente.
Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
e tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è,
nel cuore della sera c’è,
sempre una piaga rossa languente.
La sera estiva accompagnata da nebbia e foschia
dall’alta vetrata di una finestra versa del chiarore nell’ombra
e mi lascia nel cuore un’impronta ardente.
Ma chi ha (sul terrazzo che si affaccia sul fiume qualcuno ha acceso una lampada)
chi ha accesso una lampada davanti all’immagine sacra della Madonnina del Ponte? C’è nella stanza un odore di decomposizione; c’è nella stanza, una ferita rossa che lentamente si indebolisce fino a svanire.
Le stelle sono simili a bottoni di madreperla ed è come se la sera si vestisse di velluto:
e la sera evanescente appare tremolante: la sera è evanescente e tremolante, ma in essa c’è,
nel cuore della sera c’è,
sempre una ferita rossa che piano piano scompare
Simbolismo e significato
Il componimento comprende 11 versi liberi ed è stato scritto nel 1914. Esso si sviluppa intorno a due nuclei poetico: il calare della sera, collegato all’immagine della “fiamma” rosseggiate del tramonto e la condizione esistenziale del poeta. I due nuclei sono uniti dalla piaga rossa languente, ossia la luce del tramonto che attraversa la vetrata (forse di una veranda), che costituisce il simbolo del finire della giornata e della vita del poeta.
Il poeta avverte il sopraggiungere della sera e il lento passaggio dalla vita alla morte: inizialmente, le ombre attraversano la vetrata della stanza dove egli si trova (forse una clinica psichiatrica); poi la nebbia e la foschia della sera si dissolve sotto il sole ardente che sta tramontando, per cui il poeta ha la sensazione di essere ferito nel cuore. Tale ferita è così il motivo conduttore del componimento e il cuore del poeta diventa il cuore della sera e l’impronta ardente lasciata dai caldi raggi del sole estivo diventa una piaga rosse che a poco a poco svanisce. Nella sera che, anch’essa, si dissolve lentamente per cedere il posto alla notte. Nel buoi ormai totale, qualcuno accende una lampada votiva, la cui luce confonde i contorni e la realtà delle cose. Per questo motivo, il poeta si pone delle domande (Ma chi ha…..chi è chi è…..) che, però restano senza una risposta. La morte della sera porta con sé un odore di disfacimento che invade la stanza, che poco prima era invasa dal colore rosseggiante del tramonto. Tuttavia, se da un lato, il passaggio dalla sera alla notte trova un elemento positivo nella presenza delle stelle simili a bottoni di madreperla (e quindi non si tratta di una vera morte), dall’altro, la piaga rossa languente non scompare e resta sempre nel cuore del poeta per ricordare il fulgore passato.
Fonosimbolismo e traslati
Particolarmente importante è la presenza del fono simbolismo ossia di quel procedimento che si serve del suono (= fono) delle parole per indicare particolari aspetti della realtà. La scelta di vocaboli, che prendono il nome di vocaboli fono espressivi trasmette al lettore delle sensazioni nuove derivate da suggestioni musicali e che arricchiscono le immagini. Nei primi tre versi, l’insistenza del suono della S (sera, fumosa, estate, nesce, lascia, suggello) crea una sonorità dolce, ma anche malinconica, ma anche struggente com’è l’atmosfera della sera che si avvia perso il tramonto. Nei quattro versi successivi gli effetti sonori sono dati dalle numerose ripetizioni che creano nel lettore un sentimento di attesa.
Importante è anche l’analisi dei traslati, cioè delle figure retoriche attraverso le quali il poeta attribuisce alle parole un significato diverso da quello letterale. In tal senso, la sera lascia dietro di sé un odore di putrefazione che, dal punto di vista simbolico, rappresenta il disfacimento fisico che anticipa la morte: infatti il poeta avverte il venir meno della vitalità della sua esistenza ed è preso da un’inquietudine. Fra l’altro, la sera è personificata (= si veste di velluto) al punto tale da provare una sensibilità ed una vanità tipicamente umane. Altre espressioni metaforiche riguardano le sensazioni provate dal poeta: la sera “mesce chiarori nell’ombra”, con un passaggio dal concreto (il verbo mescere, usato per i liquidi) all’astratto (chiarori). Significativo è anche la posizione dell’avverbio “sempre” all’inizio dell’ultimo verso. Esso proietta il significato del componimento in una dimensione senza tempo reale perché la ferita di cui si parla esiste da sempre ed è presente ovunque.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli aspetti principali della vita di Dino Campana?
- Come avvenne l'incontro di Campana con la rivista "Lacerba"?
- Qual è il simbolismo presente nella poesia "La sera fumosa d’estate"?
- Qual è il ruolo del fonosimbolismo nella poesia di Campana?
- Come vengono utilizzati i traslati nella poesia di Campana?
Dino Campana è stato un poeta del XX secolo, nato in provincia di Firenze, con una vita segnata da malattia mentale e frequenti ricoveri. Nonostante i suoi studi universitari in chimica, non conseguì mai la laurea. Viaggiò molto e svolse vari mestieri.
Nel 1913, Campana entrò in contatto con Giovanni Papini e altri intellettuali legati alla rivista "Lacerba", dove pubblicò alcuni componimenti. Dovette ricostruire i suoi manoscritti perduti, che furono poi raccolti nei "Canti Orfici".
La poesia si sviluppa attorno al calare della sera e alla condizione esistenziale del poeta, uniti dalla "piaga rossa languente", simbolo del tramonto e della vita del poeta. La sera rappresenta il passaggio dalla vita alla morte.
Il fonosimbolismo è cruciale, utilizzando il suono delle parole per evocare sensazioni. Nei primi versi, la ripetizione del suono "S" crea un'atmosfera dolce e malinconica, mentre le ripetizioni successive generano un sentimento di attesa.
I traslati attribuiscono significati simbolici alle parole. La sera lascia un odore di putrefazione, simbolo del disfacimento fisico e della morte imminente. La sera è personificata e le espressioni metaforiche trasmettono le sensazioni del poeta.