Concetti Chiave
- Dopo la seconda guerra mondiale, la letteratura si concentrò sulla memoria dei sopravvissuti, documentando esperienze di resistenza, prigionia e distruzione.
- Queste opere avevano l'obiettivo di offrire una lezione morale, distinguendo chiaramente tra bene e male attraverso i racconti dei traumi subiti.
- Importanti opere italiane includono "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi e "Se questo è un uomo" di Primo Levi, che trattano rispettivamente la prigionia politica e i campi di concentramento.
- La letteratura del periodo affronta anche la caotica situazione post-armistizio del 1943, con italiani costretti a combattere ex alleati e nemici.
- Opere come "I più non ritornano" di Eugenio Corti e "Il deserto della Libia" di Mario Tobino descrivono ritirate e campagne militari drammatiche.
Indice
Memorie della Seconda Guerra Mondiale
Dopo la seconda guerra mondiale, ancora più che dopo il primo conflitto, i superstiti sentirono la necessità di raccontare ciò che avevano passato per evitare che una memoria così traumatica svanisse con il tempo. Sorsero dunque opere drammatiche che contenevano racconti della resistenza italiana, della prigionia, della distruzione che aveva coinvolto gli autori direttamente e che quindi potevano fornire una testimonianza dettagliata a riguardo. Questi traumatici ricordi venivano principalmente raccolti in memorie o diari con il desiderio che la malvagità che emergeva nei loro racconti non potesse essere dimenticata e non potesse essere più ripetuta in futuro, non a caso spesso si soffermavano sulla sofferenza e sul disagio che i sopravvissuti avevano patito negli anni della guerra.
Opere letterarie italiane post-belliche
Sembra dunque che il loro obiettivo fosse quello di proporre al proprio lettore una sorta di lezione morale, mostrandogli chiaramente il bene e il male, e quanto si possa spingere il male insito nell’uomo. Per quanto riguarda la letteratura italiana, sicuramente in questo ambito emergono “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi, pubblicato appena dopo la seconda guerra mondiale, nel 1945 e in cui rimembrava l’anno passato in confino politico in un piccolo paese della Lucania. Seguirono poi “Mai tardi” di Nuto Revelli, “I più non ritornano” di Eugenio Corti che tratta della traumatica ritirata in Russia, “Il deserto della Libia” di Mario Tobino che racconta della tragica campagna d’Africa e “Ritorno a Poggio Boschetto” di Manlio Cecovini che si sofferma invece sulla campagna albanese. Sicuramente un altro aspetto fondamentale della storia italiana che diviene testimonianza in questo tipo di letteratura fu la caotica situazione che venne a crearsi con l’armistizio firmato nel settembre del 1943, quando gli italiani vennero improvvisamente costretti a combattere contro coloro che fino al giorno prima erano i loro alleati (i tedeschi) e a combattere contro coloro che invece fino al giorno prima erano i loro nemici (gli americani e i britannici). Sempre Eugenio Corti, nel 1951 pubblicò “Poveri cristi” in cui si sofferma sull’esercito del maresciallo Badoglio, oppure “Fuga in Italia” in cui il protagonista Dino De Laurentis percorre la penisola per iniziare a combattere con gli alleati.
Testimonianze dai campi di concentramento
Un altro capitolo essenziale furono le testimonianze provenienti dai superstiti dei campi di concentramento, in cui spicca soprattutto Primo Levi con il suo “Se questo è un uomo”, che dipinge un quadro degli uomini prigionieri, privati da qualsiasi tipo di dignità umana.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'importanza delle memorie della Seconda Guerra Mondiale per i superstiti?
- Quali sono alcune delle opere letterarie italiane post-belliche più significative?
- Quale evento storico ha influenzato profondamente la letteratura italiana post-bellica?
- Chi è un autore chiave delle testimonianze dai campi di concentramento e quale opera è particolarmente rilevante?
Le memorie della Seconda Guerra Mondiale sono state cruciali per i superstiti per evitare che i ricordi traumatici svanissero e per impedire che tali atrocità si ripetessero in futuro.
Tra le opere più significative ci sono "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi, "Mai tardi" di Nuto Revelli, "I più non ritornano" di Eugenio Corti, "Il deserto della Libia" di Mario Tobino e "Ritorno a Poggio Boschetto" di Manlio Cecovini.
L'armistizio del settembre 1943, che costrinse gli italiani a combattere contro i loro ex alleati tedeschi e a unirsi agli americani e britannici, ha avuto un impatto significativo sulla letteratura italiana post-bellica.
Primo Levi è un autore chiave, e la sua opera "Se questo è un uomo" è particolarmente rilevante per il suo ritratto dei prigionieri nei campi di concentramento.