Concetti Chiave
- Negli anni '60, la neoavanguardia emerse come movimento letterario rivoluzionario in risposta alla crisi del linguaggio e alla contestazione sociale.
- Il gruppo 63, fondato a Palermo nel 1963, fu fondamentale per la diffusione dei linguaggi neoavanguardistici.
- La rivista "Il Verri", creata da Luciano Anceschi nel 1956, gettò le basi teoriche essenziali per la neoavanguardia.
- L'antologia "I novissimi" del 1961, curata da Alfredo Giuliani, raccolse contributi di figure chiave come Pagliarani e Sanguineti.
- Il movimento, sebbene influente, si sciolse nel 1968 a causa di divergenze interne sulla direzione politica e letteraria da seguire.
Indice
La Crisi di Linguaggio degli Anni Sessanta
Gli anni sessanta, come be risaputo, furono un periodo di estrema confusione e subbuglio sociale, in cui le rivolte del popolo, in particolare dei più giovani, erano all’ordine del giorno. Nel mondo della letteratura si assistette infatti ad una vera e propria crisi di linguaggio che aveva avuto come conseguenza diretta lo sviluppo di una neoavanguardia, un movimento di rivoluzione e contestazione della società tradizionale, ma più nello specifico rivolgendosi alla letteratura.
Il nome deriva da una parte come riferimento allo stesso atteggiamento rivoltoso che aveva caratterizzato le avanguardie del primo novecento, dall’altro però si aggiunge “neo” per evidenziare la loro nuova intenzione, una sorta di distanziamento ulteriore. Ciò che consacrò effettivamente la nascita di questo movimento fu l’organizzazione nel 1963 del gruppo 63 a Palermo, da qui infatti iniziano a diffondersi i linguaggi neoavanguardistici.L'Incubazione della Neoavanguardia
Tuttavia, si può riscontrare un primo periodo di incubazione della neoavanguardia che risale al 1956, quando Luciano Anceschi fondò la rivista “Il Verri” a Milano e a Bologna, e fu in questa occasione che vennero stabilite le premesse teoriche che poi diventarono i pilastri del movimento successivo. Un’altra data essenziale nella storia delle neoavanguardie fu sicuramente il 1961, quando venne pubblicata l’antologia “I novissimi” per mano di Alfredo Giuliani, che decise di inserire contributi letterari e poetici di autori come Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini e Antonio Porta.
La Divisione Interna del Movimento
Il movimento tuttavia non espresse la propria influenza per molti anni, si sciolse infatti solamente cinque anni dopo, nel 1968, quando cominciarono ad essere sempre più evidenti le divergenze sulla strada da perseguire, da una parte infatti c’erano i componenti che volevano mantenere una forte opposizione alla politica rendendo dunque evidente la propria posizione ferma allo scontro politico, dall’altra invece si schierarono i componenti che volevano abbandonare questa matrice politica e sociale per concentrarsi invece solamente sulla letteratura. Un altro difetto di questa nuova avanguardia furono i confini che tracciarono, se infatti all’inizio del novecento le avanguardie storiche erano caratterizzate da una pluridisciplinarità, la neoavanguardia rimase strettamente collegata solo alla letteratura, sicuramente ebbe contatti con forme d’arte quali l’arte povera e la pop art, ma la sua influenza si limitò essenzialmente al mondo della letteratura.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi di linguaggio degli anni sessanta?
- Quali furono i momenti chiave nell'incubazione della neoavanguardia?
- Quali furono le cause della divisione interna del movimento neoavanguardistico?
La crisi di linguaggio degli anni sessanta fu causata da un periodo di confusione e subbuglio sociale, con rivolte giovanili frequenti, portando allo sviluppo di una neoavanguardia che contestava la società tradizionale, specialmente in ambito letterario.
I momenti chiave furono la fondazione della rivista "Il Verri" da parte di Luciano Anceschi nel 1956 e la pubblicazione dell'antologia "I novissimi" nel 1961, che stabilirono le basi teoriche e letterarie del movimento.
La divisione interna fu causata da divergenze tra chi voleva mantenere un'opposizione politica e chi desiderava concentrarsi solo sulla letteratura, oltre ai limiti disciplinari che confinavano il movimento principalmente alla letteratura.